martedì 29 gennaio 2019
Nel maggio scorso il socialista Nicolas Maduro
vinceva, ancora una volta, le elezioni presidenziali in Venezuela con il
67,6% dei consensi (riconfermando il trend positivo che dava al Partito
Socialista Unito del Venezuela e alla sua coalizione bolivariana la
vittoria anche nella gran parte degli Stati venezuelani, alle
amministrative dell’ottobre 2017). Elezioni peraltro anticipate rispetto
alla scadenza naturale del mandato, come richiesto dalle opposizioni.
Elezioni eseguite con voto digitale (e quindi ogni broglio sarebbe stato
impossibile) e avallate finanche dall’osservatore internazionale José
Luis Rodriguez Zapatero, ex premier spagnolo. Elezioni nelle quali, ad
ogni modo, il partito di opposizione “Volontà Popolare”, ha deciso di
non presentare una propria lista o di appoggiare uno dei candidati in
corsa e quindi, oggi, non potrebbe certo pensare di lamentarsi.
E invece che cosa è accaduto ? Che uno degli
esponenti di “Volontà Popolare”, Juan Guaidò, ha deciso – a pochi giorni
dall’insediamento ufficiale di Maduro – di autoproclamarsi Presidente
del Venezuela. Grottesco, se non fosse ancora più grottesco e tragico il
fatto che questi è sostenuto a spada tratta dagli USA di Trump e da
gran parte dei Paesi dell’Unione Europea, salutato come un “eroe
nazionale” e non come un usurpatore, un golpista.
Cosa si sarebbe detto se fosse accaduto da noi ? Di
certo che chi si autoproclama Presidente o non è sano di mente o sta
facendo un colpo di Stato bianco.
In Venezuela, si sa, c’è il petrolio, che è stato
nazionalizzato sin dai tempi di Hugo Chavez e dove c’è il petrolio gli
USA e le multinazionali private debbono metterci lo zampino. In barba
alla democrazia, alla volontà popolare e alla sovranità degli Stati.
L’Italia, con il Premier Conte, ha quantomeno
assunto una posizione di equilibrio e grande senso di responsabilità,
rispetto alle pericolose derive prese dall’Unione Europea. Pur non
prendendo una posizione in favore del governo legittimo di Maduro, Conte
ha affermato di voler “scongiurare un’escalation di violenza nel
Paese evitando che, attraverso l’intervento impositivo di Stati
stranieri, il Venezuela diventi terreno di confronto e divisioni”.
Condanna al tentativo di colpo di stato in
Venezuela è arrivata dallo studioso statunitense Noam Chomsky e da altri
68 studiosi, i quali in una lettera aperta hanno scritto fra l’altro:
“Il governo degli Stati Uniti deve cessare di interferire nella politica interna del Venezuela, specialmente nell’intento di rovesciare il governo del paese. Le azioni dell’Amministrazione Trump e dei suoi alleati nell’emisfero peggioreranno la situazione in Venezuela, portando a inutili sofferenze, violenze e instabilità umane (…) Il sostegno degli Stati Uniti ha appoggiato i settori dell’opposizione intransigenti nel loro obiettivo di estromettere il governo Maduro attraverso proteste spesso violente, un colpo di stato militare o altre vie che eludono l’urna.”
“Il governo degli Stati Uniti deve cessare di interferire nella politica interna del Venezuela, specialmente nell’intento di rovesciare il governo del paese. Le azioni dell’Amministrazione Trump e dei suoi alleati nell’emisfero peggioreranno la situazione in Venezuela, portando a inutili sofferenze, violenze e instabilità umane (…) Il sostegno degli Stati Uniti ha appoggiato i settori dell’opposizione intransigenti nel loro obiettivo di estromettere il governo Maduro attraverso proteste spesso violente, un colpo di stato militare o altre vie che eludono l’urna.”
Sostegno al governo legittimo di Maduro è arrivato a
livello internazionale da tutto il mondo socialista e comunista,
dall’America Latina all’Africa, all’Europa sino all’Asia. Fra i
principali esponenti citiamo il leader laburista britannico Jeremy
Corbyn, il leader socialista francese Jean-Luc Mélenchon, il leader
comunista italiano Marco Rizzo, il leader comunista russo Gennady
Zyuganov, il leader nazionalbolscevico russo Eduard Limonov.
I primi governi a esprimere solidarietà nei suoi
confronti sono stati quelli di Cuba, Bolivia, Uruguay, Messico,
Nicaragua, Russia, Turchia e Cina. La Cina, ancora una volta, si sta
dimostrando anche in questo caso una grande mediatrice al fine di
evitare ogni tipo di conflitto e di persuadere Trump a evitare di
trasformare il Venezuela in un nuovo Iraq, Jugoslavia, Libia,
Siria…l’elenco degli interventi illegittimi USA contro il socialismo del
resto, è sconfinato, anche se guardiamo al passato (Vietnam, Nicaragua,
Uruguay, Paesi africani non allineati alle politiche capitaliste….).
Quel socialismo scomparso in Europa moltissimi
decenni fa. Quel socialismo umanitario, laico, autogestionario, contro
ogni fondamentalismo e per una democrazia sempre più partecipata. Quel
socialismo rinato in America Latina grazie a Chavez, proseguito con
Maduro, i Kirchner in Argentina, Pepe Mujica e Tabaré Vasquez in
Uruguay, Evo Morales in Bolivia, Diaz-Canel a Cuba, Ortega in Nicaragua.
In Europa molti si dicono socialisti ma non lo
sono. Non possono essere socialisti i sostenitori dell’austerità e delle
politiche del Fondo Monetario Internazionale. Non possono essere
socialisti i detrattori del socialismo latinoamericano. Non possono
essere socialisti coloro i quali non promuovono la socializzazione
dell’economia e della politica, rendendo così il termine “democrazia”
non già un ideale astratto, ma qualcosa di concreto: ove il popolo
dirige e il politico esegue.
In Europa, a parte il movimento popolare e
trasversale dei Gilet Gialli, peraltro sostenuto dallo stesso Maduro, il
quale vuole un rinnovato stato sociale in Francia e una democrazia
sempre più partecipativa, ogni aspetto sociale è morto. L’Europa ha
fatto balzi indietro di decenni, forse finanche di qualche secolo. E
tristemente, in nome dell’anacronistico “liberalismo” (ovvero la libertà
del ricco di sfruttare il povero e il popolo, che ha però il
“diritto/dovere” di consumare). E non se ne rende nemmeno conto.
Una Europa sempre più fotocopia degli USA,
governata dalle destre e dalle sinistre del capitale. Che sono lo
specchio stesso della società tecno-mercantile senz’anima in cui
viviamo. L’esatto opposto rispetto ad una Civiltà ove l’Amore, la
Fratellanza, l’Uguaglianza, la Libertà (vera) siano i valori fondanti.
Il fondamento di un socialismo originario, con basi spirituali, non
materialiste.
Luca Bagatin
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