I casi delle bandiere francesi sventolate dal Municipio di Cuneo e dall’Università di Torino tuonano, ed è inevitabile che sia così. Manifestano esplicitamente l’anti-italianismo, ideologia culturale dominante
in un Paese sottoposto ad almeno 50 anni di lavaggio del cervello puro e
semplice. I primi nemici li abbiamo in casa, ma lo sapevamo già.
È lo stesso spirito animato dall’antifascismo in assenza di fascismo,
quello che ha permesso il proliferare di un pensiero distruttivo non
solo anti-nazionale, ma anche anti-sociale. Perché dalla Nazione tutto
parte. Anche il perseguimento di riforme economiche, di maggiori equità,
di piani industriali ad oggi pura fantasia. Se non si lavora insieme,
sentendosi un insieme, è tutto molto più difficile.
Senza
che i cittadini si sentano realmente parte di qualcosa, di una comunità
culturale dalla tradizione realmente millenaria (tralasciando le gaffe
del povero Di Maio), non si va da nessuna parte. Agli italiani tutto
questo è stato tolto, in nome dei voleri di una minoranza che in pochi
decenni ha conquistato il 90% dell’editoria e di tutti i mezzi di comunicazione di massa
e che, al netto di differenze ininfluenti gli uni dagli altri, si sono
sempre trovati compatti sull’anti-italianismo o nella migliore ipotesi
sulle remore ad esprimere idee troppo concilianti con gli interessi
nazionali, considerati fascisti a prescindere.
Cuneo
e Torino sono il risultato di un lavoro certosino e diabolico,
pedagogico, formativo, che ha coinvolto tutti noi, spingendoci ad odiare
la nostra storia e addirittura noi stessi. Il PD che pure pone i colori transalpini sul proprio account social, vabbè, non è nemmeno necessario commentarlo.
I primi nemici li abbiamo in casa, e il rettore Gianmaria Tajani
(“Mi piacerebbe vedere Torino con mille stendardi francesi appesi alle
finestre”) è solo l’ultimo anello di una lunghissima catena. Perché
reagire contro di loro, e provare a lottare ad armi pari con la Francia,
non è solo una questione di orgoglio, ma di fiducia nel futuro.
Sociale, economico, culturale.
(di Stelio Fergola)
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