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venerdì 8 febbraio 2019

la Repubblica golpista, il saccheggio del Venezuela e la resilienza

come si fa a dare una notizia vera in modo che diventi una fake news?
basta leggere il titolo di Repubblica di queste ore su quanto sta succedendo in Venezuela:
Venezuela, Guaidò prende controllo dei beni all’estero. Sanzioni dagli Stati Uniti sul petrolio di Caracas. La mossa per evitare saccheggi del presidente Nicolas Maduro e dei suoi fedelissimi
eppure basta leggere perfino La Stampa, per trovare una versione meno ridicolmente faziosa e piu` corrispondente alla verita` dei fatti:
Dagli Usa nuove sanzioni al Venezuela per soffocare il regime di Maduro sul fronte economico.
eppure La Stampa non e` certamente meno faziosa di Repubblica nell’attaccare il regime di Maduro! si veda quest’altro titolo, appassionatamente filo-leghista:Salvini mette all’angolo Di Maio: non puoi stare con il dittatore rosso. Scontro nel vertice a Palazzo Chigi. Per il leghista troppo morbida anche la posizione Ue.
venezuela-proteste-ansa-ap
questo filo-leghismo sostanziale e` la cartina di tornasole che dovrebbe aprire gli occhi anche ai peggiori degli ingenui: l’anti-leghismo alla Saviano e la demonizzazione mediatica del suo leader che Repubblica e in parte anche La Stampa sostengono e` una opposizione pensata a tavolino e tutta di facciata, per costruirgli attorno un blocco politico di consenso: al quale e` utile anche il dissenso, per far apparire un povero demente da paese come un grande leader attorno al quale si consuma uno scontro epocale di civilta`.
tutti contro di lui, dando per scontato, o fessi che credete di combatterlo, che e` lui il potere.
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ora ci troveremo a seguire passo per passo l’operazione americana di destabilizzazione di un paese gia` messo in ginocchio dall’embargo, con l’obiettivo di arrivare ad uno scontro militare aperto: scenario gia` visto altre volte.
quella che Repubblica definisce la mossa per evitare saccheggi del presidente Nicolas Maduro e dei suoi fedelissimi e` un furto incredibile che sta avvenendo ai danni di un governo totalmente legittimo, anche se indebolito dalla partecipazione modesta alle ultime elezioni del maggio scorso, alle quali una parte dell’opposizione decise di non partecipare.
ad esempio, l’oro depositato presso la Banca d’Inghilterra e` stato requisito dal governo inglese, cioe` letteralmente RUBATO al paese legittimo proprietario, e vedremo se verra` messo a disposizione del golpista sostenuto dagli americani, che ha cominciato a governare via twitter, secondo l’oramai classico copione delle destre.
ma palesemente, per il momento almeno, la sua forza e` tutta nel sostegno che riceve dall’Occidente filo-golpe e per ora il suo abbattimento appare di piu` difficile realizzazione.
intanto perche` il golpe avviene contro un regime sotto il quale si sono svolte, da quando ando` al potere con Chavez, 21 elezioni libere (tanto e` vero che 3 sono state perse).
inoltre il Venezuela gode oggi di un appoggio internazionale molto vasto, sia in America Latina sia nel mondo, anche grazie al fatto che la presidenza Trump ha indebolito in modo sostanziale la posizione degli Stati Uniti.
e questi stanno precipitosamente abbandonando il Medio Oriente per potere trasferire le forze sull’uscio di casa e provare a riprendersi almeno l’America Latina.
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ma qui credo di dovere ai cari amici che mi seguono un chiarimento che ho raggiunto anche in me stesso.
sono fermamente anti-golpista, ma allo stesso tempo anche pacifista: mi piace la resilienza, piu` che la resistenza, anche in politica:
la canna che si piega al passaggio della piena ha la speranza del futuro  piu`dell’albero che si oppone alla corrente e si fa spezzare.
gia` al tempo dell’ultima guerra di Libia sostenevo che Gheddafi avrebbe fatto meglio a lasciare libero il campo, a dimettersi, anziche` combattere: avrebbe salvato il suo futuro politico e sarebbe potuto tornare in campo; preferi` il modello culturale dell’eroe che lotta fino alla morte e fu accontentato.
cosi` oggi ritengo che sarebbe saggio comunque che Maduro accettasse liberamente nuove elezioni (anche se non aiutano in questo le volgari pressioni anche di alcune prese di posizione europee), considerando che alle ultime ha partecipato solo poco meno della meta` degli elettori.
questo non vuol dire che non lo considero legittimo, ma che ha un seguito abbastanza forte per cercare di vincerle ancora, anche se indubbiamente non sara` un’impresa facile, dato l’enorme peso della propaganda contraria, e la fame e la disperazione provocate nel paese dalla pressione del nemico americano.

ma se le perdesse, non sara` la fine del mondo: la storia ha i suoi tempi e i tempi del tempo sono onesti.
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si`, sono netto e radicale nelle valutazioni, ma potrei apparire debole e incoerente nel valutare le risposte alle aggressioni.
(sembra che sia cosi` anche nella realta`: un mio amico mi disse alla fine di una battaglia giudiziaria e politica comune che decisi di non vincere fino in fondo: sei strano, all’ultimo momento, quando potresti finire la vittima, ritiri sempre il coltello e ti rifiuti di darle il colpo mortale).
si`, lo ammetto: ritengo spesso che la corsa a combattere armi contro il nemico sia un regalo fatto a lui: era la tattica che usavano Annibale e Napoleone quella di spingere sul campo di battaglia ad attacchi emotivi che consentivano l’accerchiamento e la distruzione degli avversari.
fu il Temporeggiatore che sconfisse Annibale, non chi corse ad attaccarlo frontalmente a Canne: e se siamo sicuri delle nostre buone ragioni e della nostra forza, possiamo accettare di difenderle sui tempi lunghi.
con lo stesso atteggiamento dobbiamo affrontare Trump e l’italico razzismo suo amico, sicuri che non rappresenta affatto l’orientamento maggioritario profondo del nostro popolo, ma che la sua prevalenza e` soltanto l’effetto ottico distorto di una enfatizzazione mediatica.
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si`, sono originale in questo, nel proporre di preferenza lotte pacifiche sulla lunga distanza al posto degli scontri frontali.
ma neppure sempre, neppure come principio assoluto, ma sulla base di volta in volta della valutazione concreta delle circostanze e dei rapporti di forza:
la forza si puo` anche usare, quando pero` si e` assolutamente certi di vincere, e dunque il suo uso puo` essere limitato e chirurgico, oppure per disperazione, quando proprio non si puo` fare altro.
ma nessuno fraintenda, per favore: nessuno pensi che sono confuso o debole nella risposta: e` perche` e quando siamo forti e sentiamo di esserlo che possiamo non usare la forza.
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come mi dissero a Kolkhata: tu sei un baba, cioe`, intendevano, un gradino di saggezza al di sotto del guru;
ma nessuno pensi che Gandhi fosse meno convinto delle sue buone ragioni o fosse un debole perche` rifiuto` la violenza per farle vincere: sapeva di avere una forza immensa che avrebbe reso la violenza semplicemente ridicola.

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