come si fa a dare una notizia vera in modo che diventi una fake news?
basta leggere il titolo di Repubblica di queste ore su quanto sta succedendo in Venezuela:
Venezuela, Guaidò prende controllo dei beni all’estero. Sanzioni dagli Stati Uniti sul petrolio di Caracas. La mossa per evitare saccheggi del presidente Nicolas Maduro e dei suoi fedelissimi
Venezuela, Guaidò prende controllo dei beni all’estero. Sanzioni dagli Stati Uniti sul petrolio di Caracas. La mossa per evitare saccheggi del presidente Nicolas Maduro e dei suoi fedelissimi
eppure basta leggere perfino La Stampa, per trovare una versione meno ridicolmente faziosa e piu` corrispondente alla verita` dei fatti:
Dagli Usa nuove sanzioni al Venezuela per soffocare il regime di Maduro sul fronte economico.
Dagli Usa nuove sanzioni al Venezuela per soffocare il regime di Maduro sul fronte economico.
eppure La Stampa non e` certamente meno faziosa di Repubblica nell’attaccare il regime di Maduro! si veda quest’altro titolo, appassionatamente filo-leghista:Salvini
mette all’angolo Di Maio: non puoi stare con il dittatore
rosso. Scontro nel vertice a Palazzo Chigi. Per il leghista troppo
morbida anche la posizione Ue.
tutti contro di lui, dando per scontato, o fessi che credete di combatterlo, che e` lui il potere.
. . .
ora ci troveremo a seguire passo
per passo l’operazione americana di destabilizzazione di un paese gia`
messo in ginocchio dall’embargo, con l’obiettivo di arrivare ad uno
scontro militare aperto: scenario gia` visto altre volte.
quella che Repubblica definisce la mossa per evitare saccheggi del presidente Nicolas Maduro e dei suoi fedelissimi e`
un furto incredibile che sta avvenendo ai danni di un governo
totalmente legittimo, anche se indebolito dalla partecipazione modesta
alle ultime elezioni del maggio scorso, alle quali una parte
dell’opposizione decise di non partecipare.
ad esempio, l’oro depositato
presso la Banca d’Inghilterra e` stato requisito dal governo inglese,
cioe` letteralmente RUBATO al paese legittimo proprietario, e vedremo se
verra` messo a disposizione del golpista sostenuto dagli americani, che
ha cominciato a governare via twitter, secondo l’oramai classico
copione delle destre.
ma palesemente, per il momento
almeno, la sua forza e` tutta nel sostegno che riceve dall’Occidente
filo-golpe e per ora il suo abbattimento appare di piu` difficile
realizzazione.
intanto perche` il golpe avviene
contro un regime sotto il quale si sono svolte, da quando ando` al
potere con Chavez, 21 elezioni libere (tanto e` vero che 3 sono state
perse).
inoltre il Venezuela gode oggi di
un appoggio internazionale molto vasto, sia in America Latina sia nel
mondo, anche grazie al fatto che la presidenza Trump ha indebolito in
modo sostanziale la posizione degli Stati Uniti.
e questi stanno precipitosamente
abbandonando il Medio Oriente per potere trasferire le forze sull’uscio
di casa e provare a riprendersi almeno l’America Latina.
. . .
ma qui credo di dovere ai cari amici che mi seguono un chiarimento che ho raggiunto anche in me stesso.
sono fermamente anti-golpista, ma
allo stesso tempo anche pacifista: mi piace la resilienza, piu` che la
resistenza, anche in politica:
la canna che si piega al passaggio della piena ha la speranza del futuro piu`dell’albero che si oppone alla corrente e si fa spezzare.
gia` al tempo dell’ultima guerra
di Libia sostenevo che Gheddafi avrebbe fatto meglio a lasciare libero
il campo, a dimettersi, anziche` combattere: avrebbe salvato il suo
futuro politico e sarebbe potuto tornare in campo; preferi` il modello
culturale dell’eroe che lotta fino alla morte e fu accontentato.
cosi` oggi ritengo che sarebbe
saggio comunque che Maduro accettasse liberamente nuove elezioni (anche
se non aiutano in questo le volgari pressioni anche di alcune prese di
posizione europee), considerando che alle ultime ha partecipato solo
poco meno della meta` degli elettori.
questo non vuol dire che non lo
considero legittimo, ma che ha un seguito abbastanza forte per cercare
di vincerle ancora, anche se indubbiamente non sara` un’impresa facile,
dato l’enorme peso della propaganda contraria, e la fame e la
disperazione provocate nel paese dalla pressione del nemico americano.
ma se le perdesse, non sara` la fine del mondo: la storia ha i suoi tempi e i tempi del tempo sono onesti.
. . .
si`, sono netto e radicale nelle valutazioni, ma potrei apparire debole e incoerente nel valutare le risposte alle aggressioni.
(sembra che sia cosi` anche nella
realta`: un mio amico mi disse alla fine di una battaglia giudiziaria e
politica comune che decisi di non vincere fino in fondo: sei strano,
all’ultimo momento, quando potresti finire la vittima, ritiri sempre il
coltello e ti rifiuti di darle il colpo mortale).
si`, lo ammetto: ritengo spesso
che la corsa a combattere armi contro il nemico sia un regalo fatto a
lui: era la tattica che usavano Annibale e Napoleone quella di spingere
sul campo di battaglia ad attacchi emotivi che consentivano
l’accerchiamento e la distruzione degli avversari.
fu il Temporeggiatore che
sconfisse Annibale, non chi corse ad attaccarlo frontalmente a Canne: e
se siamo sicuri delle nostre buone ragioni e della nostra forza,
possiamo accettare di difenderle sui tempi lunghi.
con lo stesso atteggiamento
dobbiamo affrontare Trump e l’italico razzismo suo amico, sicuri che non
rappresenta affatto l’orientamento maggioritario profondo del nostro
popolo, ma che la sua prevalenza e` soltanto l’effetto ottico distorto
di una enfatizzazione mediatica.
. . .
si`, sono originale in questo, nel proporre di preferenza lotte pacifiche sulla lunga distanza al posto degli scontri frontali.
ma neppure sempre, neppure come
principio assoluto, ma sulla base di volta in volta della valutazione
concreta delle circostanze e dei rapporti di forza:
la forza si puo` anche usare,
quando pero` si e` assolutamente certi di vincere, e dunque il suo uso
puo` essere limitato e chirurgico, oppure per disperazione, quando
proprio non si puo` fare altro.
ma nessuno fraintenda, per
favore: nessuno pensi che sono confuso o debole nella risposta: e`
perche` e quando siamo forti e sentiamo di esserlo che possiamo non
usare la forza.
. . .
come mi dissero a Kolkhata: tu sei un baba, cioe`, intendevano, un gradino di saggezza al di sotto del guru;
ma nessuno pensi che Gandhi fosse
meno convinto delle sue buone ragioni o fosse un debole perche`
rifiuto` la violenza per farle vincere: sapeva di avere una forza
immensa che avrebbe reso la violenza semplicemente ridicola.
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