17 giugno 2018beppegrillo.it
di Beppe Grillo e il suo Neurologo Marco Sarà.
Quando studiate il comportamento di una
formica, non riuscirete a distinguerlo dalle altre. Quello che cambia
nel tempo, spesso in modo non facile a replicarsi, è il formicaio. E’ la
summa di tutte le formiche a comportarsi in un certo modo, piuttosto
che un altro, al fine di perseguire il suo scopo essenziale di organismo
vivente: sopravvivere.
Grazie ad una giornalista infiltrata del
Daily Mail Online, Sian Boyle, abbiamo scoperto una cosa sensazionale:
non c’è nulla da scoprire di particolarmente interessante, osservando
dall’interno il gruppo Bilderberg. Proprio come se guardaste tante
formiche: non sono interessanti come il formicaio, e ciò che fa il
formicaio –a parte sopravvivere- non è a dato sapersi; non sappiamo cosa
farà di diverso o di particolare quest’anno per sopravvivere insomma.
Questa faccenda delle formiche ricorda
lo studio dei cosiddetti “connettomi”, ad esempio quelli costituiti da
neuroni. Se osservi un unico neurone, anche se appartenesse alla testa
della persona più intelligente del mondo, non ricaverai nulla riguardo
il particolare pensiero che sta attraversando quella particolare testa.
Così, sapere di un Henry Kissinger in
sedia a rotelle, del papabile futuro capo del Fondo Monetario
Internazionale, Mark Carney che attualmente dirige la Banca
D’Inghilterra (che sta per partecipare alla Brexit); Michael O’Leary il
CEO delle scatole di sardine volanti della Ryan Air; l’appena nominato
presidente del CDA della Holding degli Agnelli, Tory George Osborn anche
editore dell’Evening Standard; e l’immancabile Lilly Gruber, John
Elkann, il direttore di Limes, Luciano Caracciolo con il CEO di
Vodafone, Vittorio Colao con il Segretario di Stato Vaticano, Cardinale
Pietro Parolin, una senatrice a vita, Elena Cattaneo, ben due
economisti, Mariana Mazzucato e Alberto Alesina oltre al Direttore
Generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi.
Osservati dall’interno non forniscono
nessuna informazione interessante oltre ciò che verrebbe da pensare in
funzione dei loro ruoli, se presi e considerati uno alla volta. Ma se
non c’è nulla da scoprire perché si incontrano? E perché lo fanno
soltanto una volta l’anno, costringendo le forze dell’ordine del paese
ospite suo incognito-grado a dispiegarsi per proteggerli dagli intrusi, a
nostre spese? Un’attività di gruppo finalizzata è il voto ad esempio,
ma il seggio elettorale non è un gruppo, anche se lo sembra.
Il voto in realtà è il passaggio degli
appartenenti uno alla volta dal seggio, con la speranza che la
democrazia produca una novità, uno scatto evolutivo, un nuovo
comportamento del sistema insomma (1). Così, il voto democratico e queste riunioni “segrete” appaiono perfettamente opposti.
Le bilde-riunioni sono probabilmente una
semplice occasione di promiscuità elitaria, la forma radical chic di
uno sciopero o del consiglio della bocciofila sotto casa; raduni
ricorrenti per togliere le ragnatele dai lampadari del ballo delle
debuttanti senza anima e traccia di humour… insomma vera e propria pura,
indispensabile, noia. Anche se l’immagine di Kissinger in sedia a
rotelle non riesce ad uscire dalla testa proviamo a pensare ad un vivaio
di futuri qualcosa, va bene, ma anche un formicaio ed un’assemblea di
vermi che divorano un cadavere sono un vivaio: un gruppo di elementi
che, se fa una cosa insieme in un certo momento, è un organismo il cui
unico scopo primario è sempre e comunque sopravvivere e verificare che
ciò sia avvenuto (nessuno degli altri possibili scopi vanno presi in
considerazione, dal momento che il bilderberg si riunisce soltanto una
volta l’anno). Riferisce la Boyle che l’argomento trattato dal “vivaio
bilderberg” fosse I Populisti, I Flinstones magari.
L’Huffington Post, che riferisce di
centesima mano questa esperienza esaltante conclude così: “l’unico
rammarico della giornalista è quello di non essere stata in grado di
carpire alcuna informazione rilevante: per un altro anno il Bilderberg, è
riuscito a mantenere la sua aurea mistica, la sua impenetrabile
segretezza, il suo elitarismo. E noi comuni mortali rimaniamo tagliati
fuori da tutto”… quello che non c’è da sapere aggiungerei, perché siamo
noi a mitizzare questi incontri, l’ex capo della CIA che non trova il
bar, insomma non c’è da ridere, non fa ridere, sembra frotterismo
collettivo: avvicinarsi e toccarsi a vicenda per vedere se si condivide
la stessa preoccupazione, la stessa imprevedibilità. Non pensiamo che i
Frotteristi del bilderberg (basta la minuscola) debbano ancora scoprire
internet, probabilmente si mandano un VNMR (Vediamoci Nel Mondo Reale)
una volta l’anno per sentire, mano nella mano, se qualcosa li fa sudare
un po’, sembra che quest’anno fossero “I Populisti” che diventano loro
il mito.
Frotteristi del bilderberg (basta la
minuscola) non sono lo spettacolo ma una specie di spugna inerte, un
condominio di egocentrico tramite di infezioni mentali e preoccupazioni,
un test di sopravvivenza al di là degli ologrammi, una roulette per
futuri slogan radical chic senza alcuna volontà, speranza o finalità
tranne una soltanto: restare lì, sopravvivere. Probabilmente, come ogni
altro elemento di un gruppo rigido, nessuno di loro sente di aver
un’esistenza del tutto autonoma e allora: the bilderberger’s
frotterists, basta la parola (senza maiuscola).
Nota (1) Il voto rispetto al raggruppamento temporaneo occasionale seguito da separazione, rappresenta in modo plastico la riproduzione sessuata rispetto a quella asessuata. Il vantaggio della riproduzione sessuata è di produrre un cambiamento nella specie più ampio di quello che avviene per semplice divisione in due metà, come qualsiasi raggruppamento statico può fare, appunto, dividendosi o ri-dispergendosi nell’ambiente.
Fonte: http://www.beppegrillo.it/frotterist-bilderbergs-house-la-forma-del-contatto/
Anche su: http://megachip.globalist.it/democrazia-nella-comunicazione/2018/06/17/frotterist-bilderberg-s-house-la-forma-del-contatto-2026349.html
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