dicembre 6, 2017
L'”accordo segreto” della Coalizione USA per permettere ai terroristi dello SIIL di fuggire
Prof. Michel Chossudovsky, Mondialisation 1° dicembre 2017
Prof. Michel Chossudovsky, Mondialisation 1° dicembre 2017
Il
segretario alla Difesa James “Mad Dog” Mattis confermava a maggio la
volontà di Washington di annientare i terroristi dello Stato Islamico
(SIIL): “La nostra intenzione è che i combattenti stranieri non
sopravvivano alla battaglia e tornino in Nord Africa, Europa, America,
Asia e Africa. Li fermeremo…” (citazione da un articolo della BBC
intitolato “Lo sporco segreto di Raqqa”). Ciò che precede è il “piano
narrativo politico” del Pentagono. La verità nascosta è che lo zio Sam
soccorse lo SIIL. Tale decisione fu ovviamente presa ed eseguita dal
Pentagono piuttosto che dal dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
Come confermato da un articolo della BBC intitolato “Lo sporco segreto di Raqqa“,
la coalizione guidata dagli Stati Uniti permise l’esodo dei terroristi
dello SIIL e dei loro familiari dalla fortezza di Raqqa, nel nord della
Siria. Sebbene l’articolo della BBC si concentri sui dettagli
dell’operazione, rivela l’esistenza di un “accordo segreto” tra Stati
Uniti e l’incrollabile alleata inglese per consentire ai terroristi di
fuggire da Raqqa. “L’accordo che consentiva ai terroristi dello SIIL
di sfuggire da Raqqa, capitale de facto del loro califfato
auto-nominato, fu preparato da funzionari locali. Fu concluso dopo
quattro mesi di combattimenti che lasciarono la città completamente
distrutta e praticamente svuotata della popolazione. Salvò delle vite e
concluse i combattimenti. Salvò anche la vita di arabi, curdi e altri
combattenti contro lo SIIL.
Ma permise a centinaia di terroristi dello
SIIL di fuggire dalla città. Al momento, né la coalizione guidata da
Stati Uniti e Regno Unito, né le Forze Democratiche Siriane (SDF), che
la coalizione sostiene, l’ammisero. Questo patto, questo sporco piccolo
segreto di Raqqa, minacciava il mondo, permettendo ai terroristi di
allargare i tentacoli in Siria e oltre? Cercarono di nascondere questo
segreto al resto del mondo, ma la BBC ha potuto parlarne con dozzine di
persone che fecero parte dei convogli o che lo videro, così come coi
negoziatori dell’accordo. (…) Non era una evacuazione. Fu l’esodo del
cosiddetto “Stato islamico”.” (Quentin Sommerville e Riam Dalati, Lo sporco segreto di Raqqa, BBC, novembre 2017)
“Gli
aerei della coalizione guidata dagli Stati Uniti monitorarono
l’evacuazione dei terroristi, ma ovviamente i convogli di autobus e
camion non furono bombardati. La coalizione ora conferma di non avere
personale sul terreno, ma di aver monitorato i convogli dall’aria (ma
senza bombardarli) (…) Alla luce delle indagini della BBC, la coalizione
ora riconosce il ruolo che svolse nell’accordo (…)” (ibid) Se
l’aviazione statunitense avesse voluto attaccare i convogli dello SIIL,
sarebbe stato facile. La coalizione poteva anche bloccarli (riducendo al
minimo gli incidenti) e imprigionare i combattenti stranieri. I
funzionari statunitensi asserirono con nonchalance che, non partecipando
ai negoziati, non poterono impedire l’esodo dei terroristi: ““Non
volevamo che qualcuno se ne andasse”, diceva il colonnello Ryan Dillon,
portavoce della Coalizione contro lo SIIL dell’Operazione Absolute
Determination. “La decisione spetta ai siriani. Sono loro che combattono
e muoiono, quindi spetta a loro decidere sulle operazioni”. Sebbene
durante i negoziati fosse presente un ufficiale occidentale, la
coalizione non vi prese parte attiva, sostiene il colonnello Dillon (…)”
(ibid) Ciò che è significativo è che la maggior parte dei terroristi
proveniva da numerosi Paesi esteri, suggerendo un programma di
addestramento e reclutamento attentamente pianificato: “(…) C’era un
enorme numero di stranieri, da Francia, Turchia, Azerbaigian, Pakistan,
Yemen, Arabia Saudita, Cina, Tunisia, Egitto (…) La maggior parte erano
stranieri, ma c’erano anche siriani” (…) Chiedeva 600 dollari a persona
e minimo 1500 a famiglia. In questo tipo di attività, ai clienti non
piacciono molto le domande. Ma Imad dice che c’erano “francesi, europei,
ceceni, uzbechi”. “Alcuni parlavano francese, altri inglese, altri
lingue straniere” (…)” (ibid)
L’articolo della BBC suggerisce un piano meticolosamente preparato per l’evacuazione sicura dei terroristi. La spiegazione ufficiale era che l’accordo fu concluso dalle forze democratiche siriane (SDF). La coalizione guidata dagli Stati Uniti “lasciò andare” senza intervenire per impedire l’esodo e il contrabbando di terroristi stranieri da Raqqa. Non c’è nulla di sorprendente. Sin dalla nascita nel 2014, lo SIIL ebbe il sostegno della coalizione guidata dagli Stati Uniti, con la partecipazione attiva dell’Arabia Saudita. Stati Uniti ed alleati sponsorizzavano lo “Stato islamico” (SIIL). Armi, addestramento, logistica: lo SIIL è un prodotto dei servizi segreti statunitensi. I terroristi dello SIIL sono la fanteria di USA e NATO. Il bombardamento statunitense di Iraq e Siria, col falso pretesto della “guerra al terrore”, non era diretto contro lo SIIL. I terroristi erano protetti dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti. Lo scopo non dichiarato era uccidere i civili e distruggere le infrastrutture della Siria e dell’Iraq.
L’articolo della BBC suggerisce un piano meticolosamente preparato per l’evacuazione sicura dei terroristi. La spiegazione ufficiale era che l’accordo fu concluso dalle forze democratiche siriane (SDF). La coalizione guidata dagli Stati Uniti “lasciò andare” senza intervenire per impedire l’esodo e il contrabbando di terroristi stranieri da Raqqa. Non c’è nulla di sorprendente. Sin dalla nascita nel 2014, lo SIIL ebbe il sostegno della coalizione guidata dagli Stati Uniti, con la partecipazione attiva dell’Arabia Saudita. Stati Uniti ed alleati sponsorizzavano lo “Stato islamico” (SIIL). Armi, addestramento, logistica: lo SIIL è un prodotto dei servizi segreti statunitensi. I terroristi dello SIIL sono la fanteria di USA e NATO. Il bombardamento statunitense di Iraq e Siria, col falso pretesto della “guerra al terrore”, non era diretto contro lo SIIL. I terroristi erano protetti dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti. Lo scopo non dichiarato era uccidere i civili e distruggere le infrastrutture della Siria e dell’Iraq.
Già visto:
Esodo dei terroristi dello SIIL da Raqqa, Siria (2017) ed esodo dei “combattenti nemici” di al-Qaida da Kunduz, Afghanistan (2001 )
C’è uno standard per evacuare i terroristi sponsorizzati dagli Stati Uniti? Torniamo a un’altra guerra degli Stati Uniti, l’Afghanistan del 2001, il cui scopo era proteggere “le risorse dei loro servizi segreti”. L’esodo di Raqqa è stranamente simile a quello di Kunduz ordinato da Donald Rumsfeld. In entrambi i casi l’obiettivo di Pentagono e CIA era assicurarsi la fuga (e il trasferimento) dei jihadisti stranieri sponsorizzati dagli Stati Uniti. A fine novembre 2001, secondo Seymour M. Hersh, l’Alleanza del Nord, appoggiata dai bombardamenti statunitensi, prese il controllo della città di Kunduz, sulle montagne dell’Afghanistan settentrionale: “(Almeno 8000 uomini) erano nella città negli ultimi giorni dell’assedio, circa la metà erano pakistani, il resto afghani, uzbeki, ceceni e mercenari arabi“. (Seymour M. Hersh, The Getaway, The New Yorker, 28 gennaio 2002). Tra questi combattenti c’erano diversi alti ufficiali dell’esercito e dell’intelligence pakistani, inviati nel teatro di guerra dall’esercito pakistano. La presenza di questi consiglieri nelle file dei taliban e di al-Qaida era nota e approvata da Washington. Il presidente Bush fu inequivocabile: “Sono cotti. Fuggono e li consegneremo alla giustizia”. (CNN, 26 novembre 2001). Non erano affatto cotti, perché furono evacuati in aereo in un luogo sicuro. Su ordine del segretario alla Difesa Donald Rumsfeld, l’esodo (evacuazione) dei combattenti di al-Qaida fu reso possibile dalle forze statunitensi in collegamento con l’esercito pakistano: “L’amministrazione ordinò al Comando Centrale degli Stati Uniti di stabilire un corridoio aereo speciale per proteggere i sopravvissuti pakistani da Kunduz al Pakistan nordoccidentale”. (…) Secondo un ex-alto funzionario della difesa, il ponte aereo fu approvato dopo le denunce dei pakistani che “c’erano agenti dell’intelligence che lavoravano nell’ombra e che dovevano uscire”. (Seymour Hersh, op cit) In altre parole, la versione ufficiale era: non eravamo noi a decidere, “fummo incastrati” dal servizio segreto pakistano (ISI). Su circa 8000 uomini, 3300 si arresero all’Alleanza del Nord, lasciando 4000-5000 “dispersi”. Secondo l’indagine di Hersh, che si basava su fonti dell’intelligence indiane, almeno 4000 uomini, inclusi due generali dell’esercito pakistano, furono evacuati. (Ibid) È la stessa smentita prevalse. I funzionari statunitensi, tuttavia, ammisero che: “Ciò che doveva essere un’evacuazione limitata apparentemente andò fuori controllo, con la conseguenza involontaria che un numero sconosciuto di taliban e alqaidisti si unì all’esodo”. (Citazione in Hersh op cit). “Evacuazione involontaria” dei combattenti di al-Qaida?
Esodo dei terroristi dello SIIL da Raqqa, Siria (2017) ed esodo dei “combattenti nemici” di al-Qaida da Kunduz, Afghanistan (2001 )
C’è uno standard per evacuare i terroristi sponsorizzati dagli Stati Uniti? Torniamo a un’altra guerra degli Stati Uniti, l’Afghanistan del 2001, il cui scopo era proteggere “le risorse dei loro servizi segreti”. L’esodo di Raqqa è stranamente simile a quello di Kunduz ordinato da Donald Rumsfeld. In entrambi i casi l’obiettivo di Pentagono e CIA era assicurarsi la fuga (e il trasferimento) dei jihadisti stranieri sponsorizzati dagli Stati Uniti. A fine novembre 2001, secondo Seymour M. Hersh, l’Alleanza del Nord, appoggiata dai bombardamenti statunitensi, prese il controllo della città di Kunduz, sulle montagne dell’Afghanistan settentrionale: “(Almeno 8000 uomini) erano nella città negli ultimi giorni dell’assedio, circa la metà erano pakistani, il resto afghani, uzbeki, ceceni e mercenari arabi“. (Seymour M. Hersh, The Getaway, The New Yorker, 28 gennaio 2002). Tra questi combattenti c’erano diversi alti ufficiali dell’esercito e dell’intelligence pakistani, inviati nel teatro di guerra dall’esercito pakistano. La presenza di questi consiglieri nelle file dei taliban e di al-Qaida era nota e approvata da Washington. Il presidente Bush fu inequivocabile: “Sono cotti. Fuggono e li consegneremo alla giustizia”. (CNN, 26 novembre 2001). Non erano affatto cotti, perché furono evacuati in aereo in un luogo sicuro. Su ordine del segretario alla Difesa Donald Rumsfeld, l’esodo (evacuazione) dei combattenti di al-Qaida fu reso possibile dalle forze statunitensi in collegamento con l’esercito pakistano: “L’amministrazione ordinò al Comando Centrale degli Stati Uniti di stabilire un corridoio aereo speciale per proteggere i sopravvissuti pakistani da Kunduz al Pakistan nordoccidentale”. (…) Secondo un ex-alto funzionario della difesa, il ponte aereo fu approvato dopo le denunce dei pakistani che “c’erano agenti dell’intelligence che lavoravano nell’ombra e che dovevano uscire”. (Seymour Hersh, op cit) In altre parole, la versione ufficiale era: non eravamo noi a decidere, “fummo incastrati” dal servizio segreto pakistano (ISI). Su circa 8000 uomini, 3300 si arresero all’Alleanza del Nord, lasciando 4000-5000 “dispersi”. Secondo l’indagine di Hersh, che si basava su fonti dell’intelligence indiane, almeno 4000 uomini, inclusi due generali dell’esercito pakistano, furono evacuati. (Ibid) È la stessa smentita prevalse. I funzionari statunitensi, tuttavia, ammisero che: “Ciò che doveva essere un’evacuazione limitata apparentemente andò fuori controllo, con la conseguenza involontaria che un numero sconosciuto di taliban e alqaidisti si unì all’esodo”. (Citazione in Hersh op cit). “Evacuazione involontaria” dei combattenti di al-Qaida?
“Terroristi” e “agenti dei servizi segreti”
Il racconto di Seymour Hersh sull’esodo di Kunduz che permise l’evacuazione sponsorizzata dagli USA di taliban e militanti di al-Qaida è paragonabile all’esodo dei terroristi dello SIIL dalla città assediata di Raqqa nel nord della Siria. I combattenti di al-Qaida stranieri e pakistani furono evacuati nel nord del Pakistan, in zone successivamente attaccate dai droni statunitensi. Molti di tali combattenti entrarono nei due principali gruppi terroristici, Lashkar-e-Taiba (“esercito dei puri”) e Jaish-e-Muhammad (“esercito di Maometto”). Quale sarà la prossima destinazione dei combattenti dello SIIL evacuati da Raqqa con l’appoggio dell’esercito statunitense?
Il racconto di Seymour Hersh sull’esodo di Kunduz che permise l’evacuazione sponsorizzata dagli USA di taliban e militanti di al-Qaida è paragonabile all’esodo dei terroristi dello SIIL dalla città assediata di Raqqa nel nord della Siria. I combattenti di al-Qaida stranieri e pakistani furono evacuati nel nord del Pakistan, in zone successivamente attaccate dai droni statunitensi. Molti di tali combattenti entrarono nei due principali gruppi terroristici, Lashkar-e-Taiba (“esercito dei puri”) e Jaish-e-Muhammad (“esercito di Maometto”). Quale sarà la prossima destinazione dei combattenti dello SIIL evacuati da Raqqa con l’appoggio dell’esercito statunitense?
Traduzione di Alessandro Lattanzio
Nessun commento:
Posta un commento