Dopo il rapporto sui migranti in Libia diffuso ieri, Amnesty farebbe meglio a ribattezzarsi Amnesia International.
I governi europei sostiene John Dalhuisen direttore di Amnesty International per l'Europa - non solo sono pienamente a conoscenza di questi abusi, ma sostengono attivamente le autorità libiche nell'impedire le partenze e trattenere le persone in Libia. Dunque, sono complici di tali crimini». Vien da chiedersi dove fossero John Dalhuisen e Amnesty dal 2014 al giugno di quest'anno, ovvero nei tre anni e mezzo precedenti le misure di contenimento degli sbarchi. Tre anni e mezzo in cui i migranti sono stati sistematicamente imprigionati e inscatolati in prigioni e depositi per umani dove le donne venivano sistematicamente violentate e gli uomini derubati dei loro averi o costretti a lavorare come schiavi. Una situazione esattamente identica a quella odierna che però né Amnesty, né i grandi media, si prendevano la briga di documentare. Finché i migranti sbarcavano sulle nostre coste i trafficanti incassavano contanti e le navi delle Ong donazioni nessuno sbirciava dietro le quinte dello struggente esodo. Del resto ancora oggi Amnesty si guarda bene dal fare i conti con i cadaveri e dal ricordare che oltre duemila, su 2mila e 800 migranti affogati nel Mediterraneo dall'inizio del 2017, sono morti prima di luglio ovvero prima dell'entrata in azione del nostro governo. Questo significa che l'attività di regolamentazione delle Ong e di contenimento degli sbarchi avviata da luglio ha contribuito non solo a ridimensionare l'esodo, ma anche ad evitare la consueta strage. Una strage che, guarda caso, ha raggiunto i suoi massimi livelli nel 2016 quando grazie all'effetto calamita giocato dalle navi delle Ong sono scomparsi tra i flutti oltre 5000 esseri umani. Ma i loro cadaveri non rientrano nella categoria della «pietas» riconosciuta e documentata da Amnesty. Come non vi rientra la denuncia delle attività criminali dei trafficanti di uomini. E così nella favoletta su misura confezionata da Amnesty gli unici colpevoli si cui puntare il dito restano l'Italia e l'Europa.
Preso da: http://www.ilgiornale.it/news/politica/i-campi-libia-e-lipocrisia-amnesty-1473512.html
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