Le norme naturali sono l’unità di misura, il punto di riferimento, e l’unica fonte
dei rapporti umani. Da queste norme naturali è scaturito un socialismo
naturale fondato sulla eguaglianza tra gli elementi che concorrono alla
produzione economica. L’applicazione di questo principio ha consentito di
distribuire quasi equamente tra gli individui i prodotti della natura. Al
contrario lo sfruttamento del proprio simile da parte dell’individuo, il possesso
di beni in misura superiore al proprio fabbisogno costituiscono l’abbandono
della norma naturale, l’inizio della corruzione e della deviazione dai valori
fondamentali e segna il sorgere della società dello sfruttamento.
[I fattori produttivi ]
Analizzando i fattori produttivi nel tempo, rileviamo che essi sono costituiti da
tre elementi fondamentali:
- materia di produzione
- mezzo di produzione
- produttore.
Il principio naturale di eguaglianza si fonda sul fatto che ad ogni elemento che
ha partecipato alla produzione spetta una parte. Infatti la produzione in
oggetto si può realizzare soltanto con il concorso di ogni singolo elemento
senza il quale la produzione stessa non avrebbe luogo.
[ Ripartizione del prodotto ]
Dato che il ruolo di detti elementi nel processo produttivo è necessario e
fondamentale, nella stessa misura è ovvio che gli stessi hanno pari diritti sulla
produzione effettuata. Il predominio di una parte sull’altra contrasta con la
norma naturale della eguaglianza ed è una violazione dei diritti altrui. Perciò
ad ogni elemento spetta una quota - parte, indipendentemente dagli elementi
stessi. Se troviamo che un’attività produttiva è realizzata solo da due
elementi, ad ogni elemento spetta la metà della produzione. E se invece
l’operazione viene compiuta da tre elementi, ad ognuno di essi ne spetterà un
terzo e così via.
[ L’evoluzione industriale ]
Applicando questa norma naturale sulla realtà del passato e del presente
troviamo quanto segue:
nella fase della produzione manuale il processo produttivo si realizza grazie al
concorso delle materie prime e dell’intervento dell’uomo. Poi via via si
introducono i mezzi di produzione adottati dall’uomo nei diversi processi
produttivi. Questi mezzi nel tempo si avvicendano passando dall’animale alle
macchine. Dalle materie prime più elementari e meno costose si passa alle più
complesse e alle più costose. Come l’uomo da semplice operaio si evolve e
diviene tecnico o ingegnere, così da folti gruppi di lavoratori emerge un
numero limitato di tecnici. La modificazione quantitativa e qualitativa degli
elementi della produzione non ha cambiato essenzialmente il ruolo degli stessi
che rimane nel processo produttivo necessariamente invariato. Ad esempio: il
ferro grezzo che costituiva anticamente e costituisce ancora oggi un elemento
della produzione, era lavorato dapprima con un sistema primitivo: il fabbro
produceva manualmente un coltello, un piccone o una lama e via di seguito,
mentre ora gli ingegneri e i tecnici lavorano lo stesso ferro con metodi
industriali e per mezzo di altri forni producono macchinari, motori e veicoli di
ogni genere. Alla stessa stregua l’animale (cavallo, mulo, cammello o qualsiasi
animale di fatica) che costituiva un elemento della produzione ora è sostituito
dalle grosse fabbriche e da potenti macchinari. Così pure gli utensili primitivi
sono stati sostituiti da complicate attrezzature tecniche. Tuttavia i fattori
naturali e fondamentali della produzione, nonostante gli enormi mutamenti
sono rimasti essenzialmente costanti e la stabilità del loro rapporto fa della
norma naturale la giusta base insostituibile per la soluzione del problema
economico in forma definitiva; e ciò spiega il fallimento dei precedenti
tentativi storici che non hanno tenuto conto di questi fondamenti naturali.
[ I tentativi delle teorie passate ]
Le teorie storiche precedenti si sono occupate del problema economico solo
dal punto di vista dell’appartenenza dei fattori produttivi e dei salari rispetto
alla produzione, senza riuscire a chiarire l’essenza della produzione stessa. Gli
elementi caratterizzanti dei sistemi economici esistenti ancora oggi nel mondo
si fondano sul salario. Tali sistemi escludono il lavoratore da qualsiasi diritto
sulla produzione realizzata con il suo diretto intervento. Sia essa realizzata per
conto della collettività oppure per conto di una azienda privata.
[ Interazione delle componenti produttive ]
Nelle aziende industriali i processi produttivi poggiano su materie di
produzione, impianti di produzione e attraverso i lavoratori. La produzione si
ottiene mediante l’uso di macchinari che può aver luogo soltanto con
l’intervento dei lavoratori. La lavorazione delle materie prime, la produzione
di prodotti finiti pronti per l’uso, si ottengono attraverso il processo
produttivo ed il processo produttivo stesso non avrebbe avuto luogo senza
l’apporto di materie prime, della fabbrica e dei lavoratori. Infatti, escludendo
dal processo produttivo le materie produttive, la fabbrica non avrebbe cosa
produrre. Mancando la fabbrica le materie prime non potrebbero subire alcun
processo di trasformazione. E senza l’intervento dei lavoratori (produttori) la
fabbrica non potrebbe funzionare. Da qui assistiamo ad un processo di
compartecipazione a livello produttivo da parte di tutti e tre gli elementi in
eguale misura. Infatti senza la presenza di tutti e tre gli elementi non potrebbe
aver luogo alcun processo produttivo; atteso che il singolo elemento preso
individualmente non esprime alcuna capacità produttiva, così pure due di
questi elementi, in mancanza del terzo. La norma naturale presuppone che nel
processo produttivo il contributo dei tre elementi sia paritetico; pertanto non
è importante la materia o la fabbrica singolarmente considerata ma è altresì
importante la presenza del lavoratore (produttore).
[ La produzione agricola ]
Ciò vale anche per il processo produttivo in agricoltura che si compie
attraverso l’intervento dell’uomo sulla terra senza l’uso di un terzo mezzo. Ciò
vale anche esattamente per le attività produttive nei settori artigianali. Alla
produzione in questo caso concorrono solo due elementi. Se invece viene
usato il mezzo meccanico o qualcosa del genere per l’agricoltura, in tal caso al
processo produttivo vengono a concorrere tutti e tre gli elementi; la terra, il
coltivatore, il macchinario che viene adoperato per la coltivazione della terra.
Così si attua un sistema socialista al quale si attiene tutto il processo
produttivo fondato su questa norma naturale.
[ I produttori sono i lavoratori ]
I produttori sono i lavoratori e sono così chiamati perché le parole lavoratori,
manovali, o classe operaia, si considerano al di fuori della realtà attuale. In
base alla definizione tradizionale i lavoratori attraversano continuamente un
processo evolutivo sia quantitativamente che qualitativamente, e la classe
operaia è in diminuzione graduale e continua, conformemente all’evolversi
delle tecnologie e delle scienze. Lo sforzo che era richiesto ad un numero
elevato di lavoratori, oggi si sostituisce con l’uso del macchinario, e l’uso della
macchina richiede un numero minore di operatori. Questo è il cambiamento
quantitativo delle forze lavoratrici. Così pure la macchina richiede capacità
tecnica invece di quella fisica. Quest’ultimo costituisce il cambiamento
qualitativo delle forze lavoratrici .
[ Qualificazione della mano d’opera ]
Una nuova forza produttrice è divenuta fattore della produzione, la mano
d’opera si è trasformata passando da uno stadio di manovalanza ignorante ad
un ristretto gruppo di tecnici, ingegneri e specialisti. Conseguentemente i
sindacati degli operai scompariranno e saranno sostituiti dai sindacati di
ingegneri, di benessere per l’umanità e grazie a ciò l’analfabetismo sarà
assorbita progressivamente dal processo scientifico. Tuttavia l’uomo nella sua
nuova forma rimarrà sempre un elemento fondamentale del processo
produttivo.Da: il libro verde di Muammar Gheddafi.
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