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giovedì 4 luglio 2013

LA CLASSE, IL REFERENDUM.

LA CLASSE
Il sistema politico di classe è identico a quello dei partiti, delle tribù o delle
sette. Che una società politica sia denominata da una classe o da un partito,
da una tribù o da una setta è essenzialmente la stessa cosa. La classe, come il
partito, la setta e la tribù, è un gruppo di individui che hanno gli stessi interessi
in comune. Questi interessi comuni nascono dalle esistenza di un gruppo di
persone unite insieme da vincoli di parentela, di ideologia, di cultura, di luogo
di origine o di livello di vita. La classe, il partito, la setta e la tribù nascono da
cause identiche e portano allo stesso risultato, vale a dire, che i vincoli di
parentela, di ideologia, di livello di vita, di cultura, di luogo di origine, creano
le stesse idee per raggiungere lo stesso scopo. La forma sociale del gruppo si
manifesta, quindi sotto l’aspetto di una classe, di un partito, di una tribù o di
una setta che attuerà un sistema politico avente come fine la realizzazione
delle idee e degli interessi del gruppo. In ogni caso, il popolo non è né la
classe, né il partito, né la tribù, né la setta; ognuno di questi non è altro che
una parte del popolo e costituisce una minoranza. Quando una classe, un
partito, una tribù o una setta domina la società, ci troviamo di fronte ad un
regime dittatoriale.
 Tuttavia, la coalizione di classi o di tribù è preferibile alla
coalizione di partiti perché il popolo, alla sua origine, è costituito da un
insieme di tribù, mentre tutti fanno parte di una determinata classe. Nessun
partito o coalizione di partiti, tuttavia, può comprendere l’intero popolo; per
questo il partito o la coalizione di partiti non è che una minoranza rispetto alla
massa dei non aderenti. Secondo la vera democrazia, non è giustificabile che
una classe, un partito, una tribù o una setta opprima, per il proprio interesse,
gli altri. Permettere una tale liquidazione (dei concorrenti ) significa
abbandonare la logica della democrazia e far ricorso alla logica della forza. E’
un atto dittatoriale contrario agli interessi di tutta la società che non è
costituita né da una sola classe, né da una sola tribù o setta e nemmeno da
aderenti ad un solo partito. Una tale azione non può trovare giustificazione
alcuna. La dittatura si giustifica riconoscendo che la società è effettivamente
composta da vari elementi, ma che uno solo di questi deve restare da solo al
potere, eliminando gli altri. Tale azione, quindi, non è nell’interesse dell’intera
società, ma unicamente nell’interesse di una sola classe, tribù, setta o partito,
cioè, nell’interesse di coloro che si arrogano di prendere il posto della società.
Infatti, questa misura eliminatoria è diretta essenzialmente contro i membri
della società che non appartengono al partito, alla classe, alla tribù alla setta
che la intraprende.
La società dilaniata dalla lotta tra partiti è del tutto simile a quella dilaniata
dalle lotte tribali e settarie. Il partito costituitosi in norme di una classe sociale
si trasforma automaticamente nel sostituto di questa classe. Tale
trasformazione è spontanea e continua fino a quando il partito non diviene
l’erede della classe ostile alla sua. Ogni classe che diviene l’erede della società
ne eredita allo stesso tempo le caratteristiche. Se, per esempio, la classe
operaia annientasse tutte le altre, diverrebbe l’erede della società;
diverrebbe, cioè, la base materiale e sociale della società. L’erede conserva le
caratteristiche di colui da cui eredita, anche se queste possono non essere
subito evidenti. Con il passare del tempo, le caratteristiche delle classi
eliminate emergono all’interno della classe operaia e a queste caratteristiche
corrispondono determinate attitudini ed opinioni. La classe operaia, quindi, si
trasformerebbe, a poco a poco, in una società diversa, avente le stesse
contraddizioni della vecchia società. In un primo tempo, si differenzierebbero i
livelli materiali e morali degli individui poi, apparirebbero i gruppi che,
automaticamente, si svilupperebbero in classi del tutto simili alle classi
abolite. La lotta per il potere incomincerebbe ancora una volta. Ogni insieme
di individui, poi, ogni gruppo ed infine ogni nuova classe cercherebbe di
diventare strumento di governo. La base materiale della società è instabile
perché è anche sociale. Il sistema di governo di una base materiale unica potrà
stabilirsi, forse, per un certo periodo di tempo, ma è destinato a sparire non
appena emergono, all’interno della stessa base materiale univa, i nuovi livelli
materiali e sociali. Ogni società, in cui vi è conflitto di classi, è stata in passato
una società composta da un’unica classe; in seguito all’inevitabile evoluzione
delle cose, questa stessa classe ha generato le altre. La classe che ha privato le
altre del potere, al fine di monopolizzarlo a suo esclusivo vantaggio, si
accorgerà che questa appropriazione agisce nel suo ambito nello stesso modo
in cui agisce nella società. In breve, i tentativi di unificare la base materiale
della società, al fine di risolvere il problema del poter, o i tentativi di porre fine
alla lotta in favore di un partito, di una classe, di una setta o di una tribù, sono
falliti, come sono falliti gli sforzi per soddisfare le masse attraverso l’elezione
di rappresentanti o attraverso l’organizzazione di referendum, al fine di
conoscere le loro opinioni. Continuare su questa strada significherebbe
perdere tempo o beffarsi del popolo.
IL REFERENDUM
Il referendum è una frode contro la democrazia. Quelli che dicono "Si" e quelli
che dicono "No" non esprimono di fatto la loro volontà, ma sono stati
imbavagliati in norme del concetto di moderna democrazia. E’ permesso loro
dire una parola soltanto: "Si" o "No". Questo è il sistema dittatoriale più
oppressivo e crudele. Colui che dice "No" dovrebbe poter motivare la sua
risposta e spiegare perché non ha detto "Si". Colui che ha detto "Si" dovrebbe
poter giustificare la sua scelta e spiegare la ragione per cui non ha detto "No".
Ognuno dovrebbe poter dire ciò che vuole ed esprimere le ragioni del suo
consenso o del suo rifiuto. Qual’è, allora, la via che le società umane devono
seguire per liberarsi definitivamente dalle epoche dell’arbitrio e della
dittatura? Poiché, nella questione democratica, il problema insolubile è quello
dello strumento di governo, problema che si esprime nella lotta tra i partiti, le
classi o tra individui, dato che l’invenzione dei metodi elettorali e del
referendum non è altro che un tentativo di camuffare l’insuccesso di questi
esperimenti, che non riescono a risolvere questo problema, ne consegue che
la soluzione è nel trovare uno strumento di governo diverso dagli attuali, che
sono causa di conflitto e che rappresentano solo una parte della società. Si
tratta, dunque, di trovare un sistema di governo che non sia il partito, la
classe, la setta o la tribù, ma che sia il popolo nel suo insieme e che, quindi,
non lo rappresenti e non si sostituisca ad esso. "Nessuna rappresentanza al
posto del popolo", "la rappresentanza è un’impostura". Se fosse possibile
trovare questo sistema di governo il problema sarebbe risolto. La democrazia
popolare sarebbe realizzata e le società umane avrebbero posto fine ai tempi
dell’arbitrio e ai sistemi dittatoriali che sarebbero sostituiti dal potere del
popolo. Il "Libro Verde" presenta la soluzione definitiva del problema dello
strumento di governo; indica ai popoli il modo per passare dall’era della
dittatura all’era della vera democrazia. Questa nuova teoria si fonda sul
potere del popolo, senza alcuna rappresentanza né sostituto. Attua una
democrazia diretta, in modo organizzato ed efficace. Differisce dal vecchio
tentativo di democrazia diretta che non ha trovato realizzazioni pratiche e che
ha mancato di serietà a causa dell’assenza di un’organizzazione di base
popolare.

Da: il libro verde, di Muammar Gheddafi

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