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giovedì 11 luglio 2013

IL BISOGNO, LA CASA, IL LAVORO.

[ Il bisogno ]
La libertà dell’uomo è incompleta se da un altro uomo dipendono i suoi
bisogni. Lo stato di necessità può far diventare l’uomo schiavo di un altro
uomo. Lo sfruttamento è motivato dal bisogno, che è un problema reale. Il
conflitto ha inizio quando qualche altra parte è arbitra dei bisogni dell’uomo.
[ La casa ]
La casa è una necessità per l’individuo e la sua famiglia. Pertanto deve essere
di proprietà di chi la abita. Non vi è libertà alcuna per l’uomo che vive in una
casa appartenente ad un altro sia che paghi o no il canone. I tentativi operati
dai governi allo scopo di risolvere il problema dell’alloggio non costituiscono
una soluzione del problema perché non mirano ad una soluzione radicale e
definitiva, in quanto non tengono conto della necessità primordiale dell’uomo
di possedere un alloggio proprio. Al contrario detti tentativi si limitano a
trattare semplicemente sull’entità del canone al fine di diminuirlo, aumentarlo
o comunque ristrutturarlo sia che il rapporto di locazione si intrattenga con un
privato sia che si intrattenga con un ente pubblico. Nella comunità socialista
non è ammesso che i bisogni dell’uomo siano alla mercé di alcuno, anche se
questi sia la collettività stessa. Nessuno ha il diritto di costruire una casa in più
della propria e di quella dei suoi eredi, allo scopo di cederla in locazione.
Quella casa non è altro che un bisogno di un altro uomo, e costruirla allo scopo
di cederla in affitto è un inizio di sopraffazione del bisogno altrui: significa
conculcare un bisogno di quell’uomo stesso. Nel bisogno scompare la libertà.
[ Il sostentamento ]
Il sostentamento è una necessità assoluta per l’uomo. Non è ammissibile, in
una società socialista, che per l’appagamento dei propri bisogni l’uomo debba
dipendere da un compenso sotto forma di salario o di carità da qualsiasi parte
essi vengano. Nella società socialista non dovrebbero esserci salariati, ma
associati, poiché i proventi sono prerogativa personale dell’individuo, sia nel
caso in cui li procuri da se stesso nei limiti delle sue esigenze, sia che detti
proventi costituiscano una parte della produzione nella quale l’individuo
stesso è un elemento fondamentale. In ogni caso i proventi non possono
derivare da un salario percepito per una attività produttiva effettuata per
conto di terzi.
[ Il mezzo di trasporto ]
Il mezzo di trasporto è una necessità per l’individuo e per la sua famiglia ed
esso non deve essere di proprietà altrui. Nella società socialista non è
consentito al singolo individuo o ad altri di possedere mezzi di trasporto da
noleggiare, perché questo costituirebbe un invadere i bisogni degli altri.
[ La terra ]
La terra non è proprietà di nessuno, ma è permesso ad ognuno di sfruttarla,
godendone i benefici mediante il lavoro, l’agricoltura e il pascolo. Tutto questo
nel corso della propria vita, e quella dei propri eredi, nel limite del lavoro
personale (senza assumere altri a pagamento o gratuitamente) e nel limite
della soddisfazione dei propri bisogni. Se la proprietà della terra fosse
permessa, nessun altro, all’infuori dei proprietari esistenti, troverebbe il
soddisfacimento dei propri bisogni. La terra è un bene immobile, mentre
coloro che ne traggono beneficio sono soggetti, col passare del tempo, a
mutamenti in ordine alla professione, alla capacità, e alla esistenza.
[ La nuova collettività socialista ]
Il fine della nuova collettività socialista è la formazione di una comunità felice
perché libera. Ciò non potrebbe essere realizzato se non con la soddisfazione
dei bisogni materiali e morali dell’uomo, attraverso l’affrancamento di questi
bisogni del predominio e dell’arbitrio degli altri. Il soddisfacimento dei bisogni
deve essere compiuto senza lo sfruttamento o la schiavitù degli altri, il che
andrebbe contro i fini della nuova società socialista. L’uomo della nuova
società, o lavora per conto proprio, per assicurare il soddisfacimento dei
propri bisogni materiali, o lavora in un’azienda socialista, ove lui stesso è socio
nella produzione, oppure lavora prestando dei servizi generali per la società, là
dove questa gli garantirà il soddisfacimento dei suoi bisogni materiali.
L’attività economica della nuova società socialista è un’attività produttiva allo
scopo di soddisfare le esigenze materiali, e non è un’attività improduttiva o
procacciatrice di lucro al fine di accumulare risparmi eccedenti la
soddisfazione di quelle necessità. Ciò non è compatibile con le nuove strutture
socialiste.
[ Lo scopo lecito dell’attività economica ]
Lo scopo lecito dell’attività economica degli individui è quello di soddisfare i
loro bisogni, dato che sia la ricchezza nel mondo sia quella esistente in ogni
società a sé stante sono pressoché limitate in ogni fase. E perciò nessun
individuo ha il diritto di compiere un’attività economica con l’intento di
impossessarsi di un quantitativo di ricchezza eccedente ai suoi bisogni è
prerogativa di altri individui. Tuttavia a questo individuo spetta il diritto di
risparmiare nell’ambito di quanto prodotto personalmente da lui, e non dal
lavoro altrui, o a spese dei bisogni altrui. Perché se fosse lecito compiere
un’attività economica all’infuori del soddisfacimento dei propri bisogni il
risultato sarebbe che ogni uomo possiederebbe più di quanto è necessario per
il soddisfacimento dei suoi bisogni, escludendo gli altri dell’appagamento dei
propri bisogni.
[ Il risparmio eccedente ai bisogni e lo sfruttamento ]
Il risparmio eccedente la misura per il soddisfacimento dei propri bisogni
diventa privazione del soddisfacimento dei bisogni di un altro nell’ambito
della ricchezza della collettività. L’essenza dello sfruttamento consiste:
- nel consentire all’attività produttiva privata di conseguire risparmi in misura
maggiore di quella necessaria per il soddisfacimento dei bisogni;
- nel permettere l’assunzione di altri per il soddisfacimento dei propri bisogni;
- nell’assumere ancora altri per ottenere qualcosa di più nell’appagamento
delle proprie necessità;
- nell’imporre a un uomo di soddisfare altrui bisogni o di procurare risparmi
per altri limitando i propri bisogni.
[ Il lavoro dietro compenso ]
Il lavoro dipendente oltre ad essere una schiavitù dell’uomo, come abbiamo
accennato, è un lavoro privo di incentivo al lavoro stesso, perché il lavoratore
(produttore) è un salariato e non un socio. Chi lavora per conto proprio è
maggiormente dedito al suo lavoro produttivo, avendo a incentivo nel
dedicarsi al proprio lavoro l’agire per soddisfare i propri bisogni materiali, chi
lavora in un’azienda socialista è socio dell’azienda, ed è altresì dedito al suo
lavoro produttivo, poiché da quella produzione dovrà trarne di che soddisfare
i propri bisogni. Chi invece lavora alle dipendenze degli altri non ha incentivo
che lo spinga al lavoro. Il lavoro salariato mette in crisi l’incremento e lo
sviluppo della produzione. Ciò accade sia quando è svolto in una attività di
servizi sia quando si esplica in una attività produttiva. Esso è soggetto ad un
continuo deterioramento in quanto si fonda sul sacrificio dei salariati.
Esempi
- di lavoro retribuito effettuato per conto della comunità,
- di lavoro effettuato per conto privato,
- di lavoro non remunerato.
1° Esempio:
A: Un lavoratore produce dieci mele per conto della comunità e da questa
percepisce una sola mela in cambio della sua produzione. E ciò soddisfa
esattamente i suoi bisogni.
B: Un lavoratore produce dieci mele per conto della comunità, ed ottiene dalla
comunità una sola mela in cambio della sua produzione, ma ciò non basta per
soddisfare i suoi bisogni.
2° Esempio:
Un lavoratore produce dieci mele per conto di un altro individuo e percepisce
un compenso inferiore al prezzo di una sola mela.
3° Esempio:
Un lavoratore produce dieci mele per se stesso.
Risultato:
1 A: Il lavoratore non aumenterà la sua produzione, perché anche
aumentando la produzione non otterrà per se stesso che una sola mela,
sufficiente a soddisfare i suoi bisogni. E così vediamo che tutte le forze
lavoratrici, che compiono dei lavori per conto della società sono sottoposte
(psicologicamente ed automaticamente) a una continua recessione.
1 B: Non ha incentivo a produrre, perché produce per la comunità, senza che
egli ottenga ciò che soddisfi i suoi bisogni; egli continua a lavorare senza
stimolo, costretto a sottostare alle condizioni del lavoro in tutta la società.
Questo è lo stato di tutti gli individui che compongono quella società.
2. Non lavora addirittura per produrre, ma lavora per ottenere una
remunerazione, e dato che questa remunerazione è minore del suo
fabbisogno, o egli cercherà un altro padrone per offrirgli il suo lavoro a
maggior prezzo del primo, oppure sarà costretto a continuare il suo lavoro, per
sopravvivere.
3. Il terzo è l’unico che produce senza recessione e costrizione alcuna.
Nella società socialista non ci sono infatti possibilità di produzione individuale
al di sopra del soddisfacimento dei bisogni personali. In essa non è permesso
di soddisfare i propri bisogni a spese degli altri. Le istituzioni socialiste
lavorano per soddisfare i bisogni della società. Così troviamo che il terzo
esempio illustra la condizione ottimale della produzione, mentre in tutti gli
altri casi la produzione continua, solo per necessità di sopravvivenza. Non c’è
esempio più chiaro di quello delle società capitalistiche dove la produzione si
accumula, si ingrandisce e rimane sempre in mano ad un numero minore di
proprietari, i quali non lavorano, ma sfruttano il lavoro della classe operaia
che viene costretta a produrre per vivere. Il "Libro Verde" non risolve
semplicemente il problema materiale della produzione, ma indica la direzione
della soluzione completa dei problemi della società, in modo da liberare
l’individuo, materialmente e moralmente, per la definitiva realizzazione della
sua felicità.
Altri esempi:
Se si suppone che la ricchezza della società è di dieci unità ed il numero dei
membri di questa società è pari a dieci elementi, la parte di ricchezza
spettante ad ogni individuo è di 10:10 uguale a 1 derivante dal complesso
delle unità disponibili della ricchezza sociale. Se invece un numero di individui
di questa società possedesse più di una unità di ricchezze, gli altri individui ne
sarebbero privati, perché i primi sarebbero in possesso della loro parte. Ciò
spiega l’esistenza di ricchi e poveri nella società dello sfruttamento. Se
ammettiamo che cinque individui di questa società posseggano due unità
ciascuno, gli altri cinque individui rimarrebbero privi della loro parte. Sarebbe
a dire che il 50% è stato privato del diritto alla sua ricchezza, per il fatto che
l’unità in più posseduta da ognuno dei primi cinque è la parte spettante agli
altri cinque.
Il libro verde, di Muammar Gheddafi.

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