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sabato 13 luglio 2013

BASE SOCIALE DELLA TERZA TEORIA UNIVERSALE.

Motore della storia umana è il fattore associativo delle Genti (igtimà’ì ay
qawm). La base della dinamica della storia è il vincolo associativo che tiene
legati i diversi gruppi umani, ciascuno singolarmente, dalla famiglia alla tribù
sino alla nazione (ummah). Gli eroi della storia sono individui che si sacrificano
per delle cause. Non esiste in merito altra possibile definizione. Ma quali
cause? Gli eroi sacrificano se stessi per amore degli altri. Ma quali altri? Quelli
che hanno un legame con loro. Il legame fra singolo e gruppo è di natura
associativa, ossia intercorrere fra individui di una stessa etnia (o Gente:
qawn). La base su cui si è formata l’etnia è la coscienza della nazione
(qawmityyah). Perciò quelle sono cause nazionali, ed il legame nazionale è
legame associativo: quello associativo deriva dal gruppo (gamà’ah), è cioè il
legame interno al gruppo; quello nazionale deriva dalla etnia, è cioè il legame
interno all’etnia. Il legame associativo è legame nazionale, e viceversa; dato
che il gruppo è etnia e che l’etnia è gruppo, anche se quest’ultimo può esserle
numericamente inferiore. Tralasciando qui la definizione particolare che
concerne il gruppo transitorio (gamà’ah muwaqqatah), che non ha legami
gentilizi fra i suoi membri. Infatti ciò che qui si intende per gruppo (gamà’ah) è
il gruppo perenne (gamà’ah dà’imah) in virtù dei legami della nazione [ovvero
è l’associatività nazionale].
 I movimenti storici sono movimenti di masse
(gamàhìriyyah), ossia di un gruppo a favore proprio e per la sua indipendenza
da un altro gruppo diverso: infatti ciascuno dei due gruppi ha una formazione
(takwìn) sociale sua propria che lo tiene legato insieme. I movimenti di un
gruppo sono sempre di carattere indipendentista, cioè volti alla realizzazione
dell’identità del gruppo sopraffatto od oppresso da parte di un altro. In merito
alla lotta per il potere, essa è insita alla natura del gruppo, persino a livello
della famiglia, come spiega la prima parte de "Il Libro Verde" - Base Politica
della Terza Teoria Universale". il movimento di un gruppo è il movimento di
un’etnia a proprio favore, dato che ogni singolo gruppo, in forza della sua
formazione naturale unica, ha bisogni sociali comuni che necessitano di
soddisfazione collettiva, e che non sono affatto individuali: sono bisogni,
diritti, rivendicazioni od obiettivi collettivi propri di un’etnia legata da una
stessa coscienza nazionale. Perciò tali movimenti sono stati definiti movimenti
nazionali. I movimenti di liberazione nazionale dell’epoca attuale sono
anch’essi movimenti sociali, e non si concluderanno finché ogni gruppo non si
sarà liberato dall’egemonia di qualsiasi altro.
Vale a dire che oggi il mondo passa per uno dei cicli della normale dinamica
della storia, che è la lotta nazionale a sostegno della coscienza nazionale.
Questa è la realtà storica, cioè sociale, nel mondo dell’uomo. Vale a dire che la
lotta nazionale, ossia la lotta sociale, è alla base della dinamica della storia,
perché è più forte di tutti gli altri fattori. Ciò in quanto è l’origine, il
fondamento, ovvero è la natura stessa del gruppo umano, è la natura
dell’etnia. Anzi, è la natura della vita stessa, perché anche gli altri animali
all’infuori dell’uomo vivono raggruppati; il gruppo è la base della
sopravvivenza del regno animale, così come la coscienza nazionale è la base
della sopravvivenza delle nazioni (umam). Infatti le nazioni la cui coscienza si è
infranta sono quelle la cui esistenza è esposta alla rovina. Le minoranze che
sono uno dei problemi politici mondiali, hanno all’origine una causa sociale;
sono nazioni la cui coscienza nazionale si è infranta ed i cui vincoli sono
spezzati. Il fattore sociale è il fattore di vita e di sopravvivenza, e perciò è
motore naturale ed essenziale all’etnia per la sua sopravvivenza. La coscienza
nazionale (qawmiyyah) nel mondo dell’uomo e [l’identificazione nel gruppo]
in quello degli animali è come la forza di attrazione (gàdhìbiyyah) nel regno
minerale ed astrale. Se la forza di attrazione propria del sole venisse meno, i
suoi gas si disperderebbero e svanirebbe la sua unità, mentre proprio essa è
alla base della sua sopravvivenza. La sopravvivenza è perciò basata sul fattore
che tiene unita la cosa, ed il fattore che tiene unito qualsiasi gruppo è quello
sociale, ovvero la coscienza nazionale. Per tale ragione i gruppi lottano per la
loro unità nazionale: poiché è in ciò che sta la loro sopravvivenza. Il fattore
nazionale, ossia il vincolo nazionale, tende spontaneamente a spingere ogni
singola etnia verso la sua sopravvivenza, così come la forza di attrazione
propria della cosa tende spontaneamente a mantenerla come massa unica
attorno al nucleo. L’espansione e la dispersione delle particelle nella bomba
atomica si sviluppano dalla spaccatura del nucleo quale fonte di attrazione
delle suddette che lo circondano: quando si distrugge il fattore che tiene uniti
tali corpi e se ne perde la forza di attrazione, ciascuna di esse vola via e la
bomba finisce in una dispersione di particelle con tutto ciò che ne consegue.
Questa è la natura delle cose. E’ una legge naturale fissa, ed ignorarla o
contrastarla sconvolge la vita. Allo stesso modo la vita dell’uomo si sconvolge
quando si comincia ad ignorare la coscienza nazionale, ossia il fattore della
coesione sociale, la forza di attrazione del gruppo, che è il segreto della sua
sopravvivenza. Oppure quando si inizia a contrastare ciò. Il fattore sociale
nell’influenzare l’unità del singolo gruppo non ha altro antagonista eccetto
quello religioso, che a volte divide il gruppo nazionale, ed a volte può unificare
gruppi di nazionalità (qawmiyyàt) diverse.
Però il fattore sociale è quello che in definitiva ha il sopravvento: così è
avvenuto in tutte le epoche. Storicamente ogni etnia ha una sua religione. E
ciò sarebbe l’armonia delle cose; ma di fatto si ha una discrepanza, che si
traduce in causa effettiva del conflitto e dell’instabilità nella vita dei popoli
(sh’uùb) nelle diverse epoche. La regola corretta è che ogni etnia abbia una
sua religione, altrimenti si ha l’anomalia. Tale anomalia ha creato un contesto
imperfetto, che è divenuto causa reale dello scoppio dei conflitti entro il
singolo gruppo nazionale. E non vi è altra soluzione se non quella di essere in
armonia con la regola naturale, e cioè che ogni nazione (ummah) abbia una
sua religione: sì che il fattore sociale coincida con quello religioso e si
consegua così l’ordine, e si stabilizzi la vita dei popoli rafforzandosi e
sviluppandosi perfettamente. Il matrimonio è un atto che può incidere sul
fattore sociale in modo negativo o positivo. Benché ogni uomo e donna siano
liberi di accettare chi vogliono e di rifiutare chi non vogliono, come regola
naturale di libertà, il matrimonio entro lo stesso gruppo ne rafforza l’unità in
modo naturale e realizza uno sviluppo collettivo in armonia col fattore sociale.
Da: Il libro verde di Muammar Gheddafi

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