Translate

lunedì 24 settembre 2012

Libyan Chronicles 10.5

Per quanto critiche possano essere la situazione e le circostanze in cui vi trovate, non disperate; è proprio nelle occasioni in cui c’è tutto da temere che non bisogna temere niente; è quando siamo circondati da pericoli di ogni tipo che non dobbiamo averne paura; è quando siamo senza risorse che dobbiamo contare su tutte; è quando siamo sorpresi che dobbiamo sorprendere il nemico.” (Sun Tzu -L’arte della guerra)
“Nella società degli spettacoli il vero non è che un momento del falso”
(Guy Debord)

__________________________________________________________________

Tripoli, Libia – Le strade dove i combattenti ribelli hanno bombardato i cecchini fedeli a Muammar Gheddafi erano cosparse di cadaveri crivellati di proiettili da entrambi i lati giovedì. Fiumi di sangue correvano giù per le grondaie e facevano divenire le fogne rosse. Prima del tramonto i ribelli sembravano aver vinto la battaglia per il quartiere di Abu Salim, accanto al compound di Gheddafi a Tripoli, ma il dittatore caduto ha continuato a sfuggire loro. Parlando da una località sconosciuta, ha esortato i suoi sostenitori a continuare a combattere.
“Non lasciate Tripoli ai topi. Combatteteli, e uccideteli”, ha detto Gheddafi in un nuovo messaggio audio trasmesso su Al-Ouroba TV, stazione satellitare con base in Siria.
Fuori dal suo compound di Bab al-Aziziya, che i ribelli hanno preso martedì, ci è stata un altra triste scena – quella che ha fatto pensare all’uccisione di civili in stile esecuzione di massa.
Circa due dozzine di corpi – alcuni con le mani legate da fascette in plastica e con ferite da proiettile alla testa – sparsi su lotti erbosi in una zona dove i simpatizzanti di Gheddafi si erano accampati per mesi.

Le identità dei morti non erano chiari, ma erano con tutta probabilità attivisti che si erano creati una città tenda improvvisata in solidarietà con Gheddafi a dispetto della campagna di bombardamenti della NATO.
Cinque o sei corpi erano in una tenda eretta su una rotonda, che era servita come clinica sul campo. Uno dei morti aveva ancora una flebo nel braccio, e un altro corpo era completamente carbonizzato e senza gambe. Il corpo di un medico, nel suo camice verde, è stato trovato gettato nel canale.
Non era chiaro chi fosse responsabile per le uccisioni.
I ribelli hanno preso il controllo della maggior parte di Tripoli dal loro dilagare nella capitale domenica, e giovedì hanno annunciato che la loro leadership si stava spostando nella capitale. Il Consiglio nazionale ribelle di transizione aveva avuto sede nella città orientale di Bengasi, la quale è caduta nella mani delle forze ribelli nelle prime fasi del conflitto.
“In nome dei martiri … Io proclamo l’inizio … del lavoro dell’ufficio esecutivo in una Tripoli libera a partire da questo momento,” ha detto ai giornalisti a Tripoli, Ali Tarhouni, ministro delle Finanze del consiglio.
“Ho un messaggio finale per tutti coloro che sono ancora in  armi contro la rivoluzione”, ha detto, “che abbandonino la lotta e tornino alle loro case, e promettiamo di non vendicarci contro di loro.”
I ribelli sanno che non possono dichiarare una vittoria completa dopo 6 mesi di guerra civile fino a quando Gheddafi non sarà stato catturato o ucciso. Non c’era traccia del leader o dei suoi figli, nonostante le voci che turbinavano intorno al campo di battaglia che essi potessero essere nascosti all’interno di alcuni degli edifici assediati ad Abu Salim.
Il quartiere, in cui le battaglie hanno imperversato per giorni, si pensava fosse l’ultima più grande roccaforte delle brigate del regime di Tripoli, anche se c’è stata anche la lotta in corso attorno all’aeroporto. Molti delle forze pro-Gheddafi ad Abu Salim si riteneva fossero fuggiti dal compound di Bab al-Aziziya dopo che i ribelli lo hanno preso martedì, e il quartiere è tra i pochi posti a Tripoli, dove i graffiti pro-Gheddafi non sono stati ridipinti sopra.

I combattenti ribelli si sono spostati metodicamente attraverso il quartiere – alcuni a piedi, in pantaloncini e portando mitragliatrici, e altri in lunghe file di camioncini con le armi montate sul retro. Hanno sparato con cannoni antiaerei e razzi, cercando di liberare gli edifici dai difensori di Gheddafi.
Alcuni dei corpi nelle strade erano in fiamme. I ribelli hanno coperto i propri con coperte e hanno lasciato i corpi crivellati di colpi dei loro nemici esposti.
L’aria era intasata dalle assordanti esplosioni dei mortai, dal fischio del fuoco dei cecchini e dal fumo degli edifici e delle munizioni in fiamme.
I civili erano in alcuni degli edifici e sono stati coinvolti nel fuoco incrociato.
Una madre è corsa fuori da uno degli edifici sotto assedio, gridando: “Mio figlio ha bisogno di un pronto soccorso.” Dietro di lei, le vetrate dell’edificio sono andate distrutte e un fumo nero ha incominciato a espandersi da un appartamento in fiamme. Tra il frastuono, si diffondeva la chiamata alla preghiera fuori dalle moschee di quartiere.

I ribelli, molti della parte occidentale, ribelli che tenevano la città di Misurata, sono stati spronati dalle voci che uno dei figli di Gheddafi poteva nascondersi negli edifici.
“Oggi è un momento cruciale. Questa resistenza enorme suggerisce che ci sia una persona importante lì”, ha detto Youssef Aradat, un combattente ribelle con la barba e occhiali da sole aviator. “E’ una questione di ore. Ora siamo in grado di ucciderlo. Andremo stanza per stanza, palmo a palmo, strada per strada”.
Gheddafi ha ripetutamente promesso di combattere fino “alla vittoria o al martirio.”
“Preso possesso dei tetti, delle moschee, delle vie laterali; non ci sarà alcun luogo sicuro per i nemici”, ha detto nel messaggio audio. Egli ha avvertito che i ribelli cercheranno di andare nelle case dei suoi sostenitori e stupreranno le donne.  “Entreranno nelle vostre case e a privarvi del vostro onore.”
A Washington, il Pentagono ha respinto le affermazioni che sia NATO o l’esercito americano fossero attivamente impegnati in una caccia all’uomo per Gheddafi, sottolineando la sensibilità in corso sui parametri rigorosi della missione ONU là.
Il colonnello David Lapan dei Marines ha detto che gli Stati Uniti stanno conducendo la sorveglianza aerea della Libia a sostegno della missione militare della NATO per proteggere i civili dagli attacchi delle forze governative. Ma ha detto che questo non comprende il prendere di mira Gheddafi, e che non è missione della NATO prendere di mira o dare la caccia a singoli individui.
Tale dichiarazione sono in conflitto con i commenti da parte del segretario inglese alla Difesa Liam Fox, che giovedì ha detto che l’intelligence e le attività di ricognizione della NATO venivano utilizzate per cercare di scovare Gheddafi.
Il portavoce di Gheddafi, Ibrahim Moussa, ha detto che Gheddafi era ancora in Libia e il suo morale era alto. Ibrahim ha rifiutato di dire dove Gheddafi fosse nascosto, ma ha detto che “è certo alla guida della battaglia per la nostra libertà e indipendenza.”
Ibrahim, la cui voce era chiaramente riconoscibile, ha detto che era anche nascosto in Libia e in costante movimento.

“Tutti i familiari del leader stanno bene”, ha detto Ibrahim, aggiungendo che gli alti collaboratori politici e militari sono rimasti con Gheddafi.
Ibrahim ha affermato le forze di Gheddafi controllano una “buona fetta” della capitale – una pretesa che contraddice quello che i giornalisti possono vedere – e altre città e paesi.
Ad Abu Salim, le ore lungo lo sbarramento si sono concluse al tramonto. I combattenti ribelli sono andati porta a porta attraverso condomini in gran parte deserti, a volte trascinando sospetti lealisti al regime.
Alcuni erano uomini dalla pelle scura che indossavano pantaloni mimetici tagliati al ginocchio e T-shirt. Le loro mani erano legate dietro la schiena, prima che fossero portati via. I ribelli hanno a lungo sostenuto che era stato Gheddafi ad assumere mercenari provenienti dall’Africa sub-sahariana per sostenere il suo esercito.
Alcuni ribelli hanno saccheggiato gli edifici, prendendo computers da una stazione dei pompieri devastata dal fuoco e stampanti da una zona vicina al mercato.
I ribelli dicono che uno dei loro obiettivi principali, è ora la città natale di Gheddafi, Sirte, a circa 250 miglia da Tripoli, ma catturare quella città non sarebbe stato facile, perché gli uomini della stessa tribù di Gheddafi avevano atteso per metter su una lotta feroce.
I leaders dell’opposizione hanno detto che stavano cercando di negoziare una resa pacifica della città. I ribelli hanno detto che le linee di rifornimento a Sirte sono troppo lunghe e sono a corto di fondi e materiali di consumo.
I ribelli hanno fatto appello ai governi stranieri perchè li aiutino liberando i fondi che il regime di Gheddafi aveva ammassato in tutto il mondo. Hanno raggiunto un accordo giovedì Stati Uniti e Sud Africa che rilascerà 1,5 miliardi di dollari congelati di beni libici nelle banche americane, e l’Italia si stava preparando a rilasciare 505 milioni dollari in beni congelati nelle banche italiane in quello che il Premier Silvio Berlusconi ha chiamato un primo pagamento.

Quattro giornalisti italiani presi da uomini armati a Tripoli sono stati liberati giovedì in un raid contro la casa dove erano detenuti, ha detto un funzionario.
Al di là del capitale, i ribelli hanno conquistato diverse parti di Sebha, una roccaforte di Gheddafi nel profondo sud, in base all’ufficiale ribelle Adel al-Zintani, che è in contatto telefonico quotidiano con i comandanti dei ribelli nella città deserta.
Fawzi Abu Ketf, il Consiglio il vice ministro della difesa, ha detto che la lotta infuriava fuori Bin Jawad, 400 miglia a est di Tripoli, ma non aveva dettagli.
Lealisti di Gheddafi hanno fatto un’imboscata ai ribelli che avanzavano verso Bin Jawad mercoledì, uccidendo almeno 20 di loro. L’agguato ha mostrato che le forze pro-regime mantengono la capacità di reagire anche quando i ribelli stringono il loro controllo sulla capitale della nazione.
Mustafa Abdel Jalil, capo del Consiglio nazionale di transizione, ha invitato le persone che vivono in città tenute dai lealisti ad unirsi alla lotta contro i soldati di Gheddafi.
“Faccio appello alle aree non ancora liberate di unirsi alla rivoluzione”, ha detto ai giornalisti a Bengasi. “Non ci sono scuse per loro per non aderire”.

_________________________________________________________________

@LibyanLiberal

Photo – LibyanLiberal August 1, 2011
Mercenario a Benghazi funeral di Younis.
————————————————————————————————
Tweet Report dal fronte @LibyanLiberal:
[26.08.2011] trad. levred
“Abu Saleem, la teniamo ancora a dispetto delle voci,  tutte le notti ci sono scontri nei pressi della piazza Verde, siamo giunti vicino all’Hotel Corinthia ma siamo dovuti tornare indietro. Ieri sera un gruppo di ribelli sono entrati ad Abu Salim, non ne è rimasto nessuno; la situazione è difficile, l’acqua è stata tagliata nel nostro distretto, sono stati i ribelli tagliarla. Ho visto che la NATO ha fatto ammissioni sulle forze delle quali parlavo. Spero tutti si sollevino per la jihad ora e il grande imam della Mecca ne chieda una. Noi teniamo il controllo in molte aree di Tripoli, ma sempre più persone sono costrette a uscire dalle loro case e sono usate come scudi dai ribelli.
Qualcuno mi ha chiamato ieri sera e mi ha detto su facebook ci sono foto di ribelli che abusano di un libico nero come me, lo catturano e lo giustiziano. Sappiamo dove si trova Mlegta Atman. Andremo per lui ad ogni costo. Zintani che è venuto a Tripoli per violentare e uccidere e saccheggiare.  Vedo i miei tweets ma non appaiono nella connessione twitter. ma va bene, la verità va sempre mostrata. vittoria e fermezza.
Cadaveri sono a marcire sotto al sole. Molti insepolti. Non si tratta di ribelli musulmani, non sono musulmani. I ribelli rubano, uccidono, violentano, e lasciano la gente insepolta. Questo è senz’altro un crimine e non è qualcosa che un musulmano farebbe. Sono kaffur [miscredenti]. Speriamo che il popolo venga ad unirsi a noi. Ma i ribelli uccidono chiunque cerchi di entrare in zone che abbiamo sotto controllo. Il leader è qui con noi. Il Leader e i suoi figli ci stanno guidando. Vengono con noi in molti fronti. Speriamo nella vittoria. Noi non vogliamo che i berberi brucino Tripoli.
A chi dice che il leader è lontano. Dico: Il leader è a Tripoli per la sua battaglia. L’ho visto ieri sera durante l’iftar. Teniamo la posizione nelle zone est e sud di Tripoli. Abbiamo problemi solo in prossimità della costa. Speriamo di vincere.
Ho bisogno di dormire ma non posso dormire. Abbiamo visto i ribelli la scorsa notte a 200 metri di distanza che tenevano come scudi dei prigionieri. Non abbiamo sparato contro di loro, quando i ribelli si sono avvicinati, loro hanno giustiziati i prigionieri; e allora che hanno cominciato a sparare a caso alle case vicino ad Abu Saleem. Vi racconto delle cose in più.
Troppo sangue. Civili uccisi in tutte le zone detenute dai ribelli, e la gente è spaventata come bambini impauriti. Inshallah, la vittoria è a portata di mano e o avremo la gloria o il martirio. Siamo combattenti. E’ l’ora della jihad contro la NATO.
Diffondete anche il messaggio che il leader e i suoi figli  si trovano nella zona di Tripoli per difenderla e sono alla guida dei combattimenti. Loro non fuggono come sostengono sui media mainstream. Il Leader & i figli ci stanno guidando. Vengono con noi in molti fronti. Confidiamo nella vittoria. Noi non vogliamo che i berberi brucino Tripoli.
La maggior parte della gente nelle file delle bande a Tripoli non sono arabi sono berberi Aamazigh provenienti da Zintan e dalle montagne.
Per @VAVA_VIVA_LIBYA  devo ritornare alla battaglia. Tu sei americano, così per favore non parlare di Libia e di chi sono i libici.
JIHAD!
_________________________________________________________________
da MATHABA: Ultimo riepilogo dalla Libia 25-26 agosto
[26.08.2011]  traduzione levred  1°parte
 La zona di Sirte ha riaffermato la sua solida fedeltà per il leader africano Muammar Gheddafi nella lotta per difendere la sua corona di Libia dalla palese aggressione della NATO per il fallito tentativo di cogliere la ricchezza dell’Africa con la forza.
Hala Misrati (rivendicata dai ribelli come prigioniera e apparsa su quel video) è ora sicura ed a Sirte. L’addetto stampa della Giamahiria libica, Ibrahim Moussa, ha detto che Muammar Gheddafi è in un luogo sicuro e guida ancora la lotta con i ribelli, e la sua morale e lo spirito sono più alti che mai.
“Gheddafi sta lottando realmente per la nostra libertà e indipendenza,” – ha detto Moussa. “Tutti i membri della famiglia Gheddafi si sentono bene,” – ha detto Moussa, aggiungendo che i vertici politici e militari vicini del colonnello rimangono con lui. Ha anche detto che Gheddafi è in grado di continuare la resistenza “per settimane, mesi e anni”. Il leader ha invitato gli africani a puntare gli occhi sugli obiettivi nemici e cominciare la battaglia per confiscare i beni degli stati nemici occidentali che stanno cercando di ricolonizzare l’Africa attraverso la Libia. Le cose non stanno andando bene per la NATO con i mercenari e i ribelli terroristi intrappolati nel centro di Tripoli, circondati dalle forze lealiste. Nella Notte del Potere, durante le ultimi dieci notti di Ramadan, le preghiere sono particolarmente potenti. Milioni di persone in tutto il mondo stanno pregando per la sconfitta della NATO e la vittoria di Muammar Gheddafi e il popolo libico. Quelle preghiere stanno avendo effetti potenti. I ribelli si sparano tra di loro e si uccidono anche tra di loro [...]
__________________________________________________________________
da Tony Cartalucci [25.08.2011] (traduzione di levred)
Ogni aereo da guerra della NATO che passa sopra le coste della Libia e rilascia i suoi ordigni sulla città di Tripoli è un richiamo evidente che, non solo i ribelli sostenuti dalla NATO non sono riusciti a conquistare la città, ma i combattimenti superano la loro capacità di affrontarli senza il costante sostegno aereo. Come ogni bomba fa a pezzi le infrastrutture già tartassate dalla NATO – la più recente è la distruzione di una stazione dei pompieri nel distretto di Abu Salim – al mondo sono date quotidiane conferme di quanto siano state ipocrite e premature le disperate rivendicazioni di “vittoria” della NATO, fatte ormai quasi una settimana fa. Ad aggiungere ingiuria all’ insulto, il ministro degli esteri britannico William Hague stava implorando il Sud Africa di liberare i finanziamenti per i protetti della NATO a Bengasi e ha suggerito che non farlo porterebbe “il rischio di un disastro umanitario”. Hague non ha ancora spiegato come il persistente bombardamento aereo di una città, densamente popolata, non stia già causando un accertato disastro umanitario.
Ora ci sono rapporti che le brigate di Al Qaeda della NATO sono state bloccate prima di entrare nelle città costiere della Sirte e Bin Jawad, sia in quelle comprese tra Bengasi e Misurata. In realtà, leggendo tra la retorica, vediamo che i ribelli hanno non solo fallito a realizzare qualcosa che va al di là della più simbolica delle vittorie, nel caos immenso seminato in tutta Tripoli, sono in realtà in una posizione più debole che mai, con le loro forze allungate in più posizioni di fronte ad un esercito libico trincerato su più fronti.
Col cantare vittoria mentre sta conducendo attacchi aerei quotidiani su una “città catturata”, per coloro che sono in grado di mettere insieme i pezzi, la NATO manifesta una debole presa nella campagna pasticciata che ha tirato fuori. Naturalmente non è in alcun modo possibile che la NATO ritenesse che la Libia potesse essere presa in pochi giorni, non settimane, e deve essere profondamente consapevole che anche se Tripoli cadesse domani – cosa non molto probabile – ci saranno ancora intere città sotto il controllo del governo libico insieme al vasto entroterra meridionale della Libia. L’occupazione era il vero finale di partita della NATO, fin dall’inizio, in attesa solo del pretesto giusto per iniziare lo sbarco di truppe sul terreno. Ottenere quel pretesto si è dimostrato essere difficile.
L’occupazione non può iniziare fino a quando i capi terroristi di Bengasi non siano in grado di stabilirsi abusivamente a Tripoli abbastanza a lungo per chiamare le forze della NATO per l’assistenza, o la NATO possa creare abbastanza caos, uccisioni, e lesioni permanenti da ottenere il consenso dalla “comunità internazionale” per implorare una “forza di stabilizzazione.” Comunque sembra che le forze ribelli non siano capaci di produrre neppure risultati senza i costanti bombardamenti della NATO dall’alto, tradendo i resoconti dei media secondo cui “Tripoli sarebbe caduta” o che la NATO avrebbe raggiunto una sorta di vittoria.
L’AP(Associated Press) ha riportato che loro sostenevano fossero i ribelli che legavano e giustiziavano gli attivisti che avevano eretto una tenda vicino al compound di Bab al-Aziziya come segno di solidarietà con Gheddafi. Tale report, se vero, sembrebbe certamente come l’inizio del genocidio, come aveva previsto il dottor Webster Tarpley, se i terroristi di Bengasi avessero mai raggiunto Tripoli. La NATO spera forse che questo sarà il catalizzatore di cui ha bisogno per influenzare gli schieramenti politici occidentali che resistono all’idea di una “forza di stabilizzazione”. C’è una complicazione però.
Francia, Stati Uniti, Regno Unito, e Qatar hanno tutti ammesso di avere forze speciali a terra, per assistenza, armamento e addestramento dei ribelli. Qualsiasi caos o atrocità attribuita a questi ribelli coinvolgerebbe poi direttamente le forze della NATO che li guidano. La celebrazione della prematura vittoria della NATO si è trasformata in un’umiliazione impantanata da ribelli inefficaci sul terreno, ha reso visibili le menzogne, e il pubblico è ora consapevole del fatto che forze speciali occidentali stanno in realtà guidando gli imprevedibili, brutali ribelli.
Spetta ai media alternativi esporre questi fatti ad infinitum in modo che la NATO non sia in grado di vendere le proprie menzogne ​​sul raggiungimento della vittoria o nel rappresentare ora i ribelli come “cannoni assassini senza freno”*  per richiedere l’intervento della NATO.
Naturalmente c’è il concertato tentativo di riconfezionare le provate bugie di febbraio per quanto riguarda le presunte atrocità contro i civili di Gheddafi, insieme alla classica finta paura delle “ADM”(armi di distruzione di massa), e usare questo come pretesto per truppe di terra. Anche queste bugie devono essere energicamente denunciate, costringendo la NATO a continuare la sua situazione di stallo tattico fino alla scadenza di settembre o costringendolo a continuare a distruggere la sua reputazione e a esporre il suo vero programma criminale di fronte al mondo mentre inciampa in maniera poco elegante sulla linea del traguardo.
Mentre la NATO e i suoi sponsor aziendali credono che una vittoria in Libia spianerà la strada per le operazioni in Siria e oltre, i globalisti e la loro macchina di propaganda non hanno mai preso un pestaggio così duramente come lo hanno fatto in Libia, un paese di soli sei milioni di persone. L’attivismo, informando gli altri, e il boicottaggio delle 500 aziende Fortune in agguato dietro a queste guerre, fa effettivamente la differenza e sono cose che tutti noi possiamo fare anche solo 10 minuti al giorno.
[*n.d.t. letter. "murderous loose cannons" è un'espressione figurata risalente al '700, che si riferiva agli oscillanti e pericolosi cannoni su ruote dei ponti dei galeoni - persona imprevedibile che può causare danni se non tenuta sotto controllo da altri]
Fonte:http://landdestroyer.blogspot.com/2011/08/libya-nato-humiliation-increasing-per.html
________________________________________________________________
____________________________________________________________________


_______________________________________________________________
  • Cosa è accaduto a Lizzie Phelam e ai “veri” giornalisti?
    [25.08.2011] di GilGuySparks
    Giornalista indipendente, Lizzie Phelam teneva un diaro da Tripoli sul suo blog che da quando è scomparsa mostra la pagina in questa maniera…
    I contenuti scomodi dei suoi racconti erano molto sgraditi ai fautori della menzogna. La sua scomparsa sembrerebbe connessa alle vicende che ruotano attorno all’Hotel Rixos, crocevia di lusso di turisti stranieri, uomini d’affari, giornalisti e alcune figure poco chiare di passaporto britannico e americano che sotto la copertura di giornalisti da tempo svolgevano operazioni di intelligence, presumibilmente di raccordo con la resistenza di Tripoli con mansioni di un certo rilievo, in ordine alle comunicazioni e alla logistica. La pianificazione dell’assalto dei golpisti NATO era stato preparata con cura da mesi e studiato nel dettaglio da operativi dell’MI6 e della CIA che avevano come base l’Hotel Rixos a Tripoli. Questo fatto era stato denunciato da giornalisti indipendenti di MATHABA e da due altri giornalisti indipendenti Thierry Meyssan e Mahdi Darius Nazemroaya.
    Lo stesso sequestro dei giornalisti al Rixos era una forma di cautela da parte delle forze lealiste di sicurezza libiche che avevano appreso della presenza di spie americane e inglesi che si fingevano giornalisti. Nelle fasi concitate dell’assedio di Tripoli era oltremodo sconveniente far girare liberamente, assieme agli altri giornalisti, spie in grado di compromettere le difese della città.A causa di queste e altre rivelazioni, non in sintonia con la narrazione spettacolare dominante che vedeva il trionfo della rivoluzione tra ali di migliaia di festanti abitanti di Tripoli, Lizzie Phelam, Thierry Meyssan e Mahdi Darius Nazemroaya, come voci fuori dal coro scomode e svolgendo con scrupolo il loro lavoro, avevano testimoniato le stragi perpetrate dalla NATO e gli efferati crimini contro l’umanità degli alleati occidentali, i cosiddetti “ribelli” che nell’entrata in città, come era loro costume, si sono dati al saccheggio di civili abitazioni, stupri di donne e bambine, esecuzioni sommarie di civili. I ribelli guidati da ufficiali NATO con il supporto di professionisti PCM della Legione Straniera francese e del Qatar (si menzionano anche mercenari slavi, ucraini e russi), con consulenti inglesi, americani, tedeschi, israeliani e italiani hanno aperto la strada a brigate di rivoluzionari abborracciati, guidandoli passo passo, armandoli, addestrandoli e prescrivendo per loro obiettivi e strategie. Non risulta frutto di un saccheggio casuale l’assalto e la distruzione dell’ambasciata venezuelana a Tripoli. E’ una rivoluzione sotto tutela NATO la quale attraverso le nazioni che reggono l’Alleanza Atlantica ha dato vita ad uno zombie, il CNT, fatto di pezzi assemblati in maniera incongrua, tra i quali si distinguono gli alqaedisti con esperienza in Afghanistan e in Iraq. Ma è tutta un’altra cosa fare stragi in Afganistan e Iraq senza giornalisti impertinenti e curiosi. L’intera vicenda dei tre giornalisti che ha come scenario il Rixos è emblematica. Mentre i giornalisti embedded, CNN e Aljazera in testa, si trastullavano, riscaldando la solita minestra infarcita di menzogne che rettificavano ora dopo ora, tre giornalisti di razza, indipendenti e rispettosi della verità hanno sfidato il complotto del silenzio che tacitamente stringeva in una solidarietà complice tutti gli altri, e sono stati minacciati di morte. Da diversi giorni Lizzie Phelam non è più reperibile e anche Meyssan e Nazemroaya dalle 17:00 del 24 agosto non hanno dato più notizie.
    Cosa aveva scoperto Lizzie Phelam, cosa erano venuti a sapere di così importante Meyssam e Nazemroaya? Speriamo di ricevere buone notizie e degli  scoop importanti da parte di questi coraggiosi professionisti della notizia, dei “veri” giornalisti.
News about da
___________________________________________________________________
BREAKING NEWS: Réseau Voltaire denuncia il tentativo dei “ribelli” di arrestare Thierry Meyssan [25.08.2011]
Noto per i suoi articoli dove espone i crimini della NATO. Il CICR (Comitato Internazionale della Croce Rossa) è intervenuto per impedire il suo arresto. I giornalisti sono stati presi in un altro albergo, dove non sono più sotto la protezione del CICR.  I giornalisti sono lontano non sono stati finora in grado di raggiungere la nave noleggiata dalla Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), che si suppone sia già attraccata a Tripoli.
Réseau Voltaire è estremamente preoccupata per l’atteggiamento mostrato da parte dei ribelli nei confronti dei suoi giornalisti. Con la presente si lancia un appello internazionale alla comunità internazionale invitando alla tutela dei suoi giornalisti e per la loro partenza al sicuro dalla Libia.
Thierry Meyssan è un cittadino francese residente in Libano. Si è registrato presso il consolato francese a Beirut. Un giornalista da più di 25 anni, è un frequente collaboratore di pubblicazioni arabe, dell’America Latina e come Odnako in Russia e in Messico La Jornada. Ha scritto diversi libri sulla politica internazionale e collabora regolarmente con RT, Telesur o PressTV.
E ‘il presidente di Réseau Voltaire, una rete di gruppi di stampa indipendente, che riunisce una decina di pubblicazioni da tutto il mondo.  Mahdi Darius Nazemroaya è un cittadino canadese. Vive a Ottawa ed è attualmente corrispondente di Global Research a Tripoli. Giornalista indipendente, ha pubblicato e rilasciato interviste per i media, tra cui Russia Today, Press Tv, Al Jazeera, Pacifica KPFA, Global Research, la Cina Life Magazine. Molte delle sue opere sono pubblicate da Réseau Voltaire. Mathieu e Julien Teil Ozanon sono anch’essi autori di Réseau Voltaire.
_____________________________________________________________
Quanto ancora ci vorrà perchè le persone si rendano conto che sono state ingannate dal primo giorno sulla guerra in Libia? Che cosa ci vuole per far capire alla gente che la Francia, l’Inghilterra e gli Stati Uniti, insieme ai loro non democratici sovrani dei paesi del Golfo hanno fatto un piano diabolico per distruggere il potere di Gheddafi?
Come Kuhn ha descritto nella scienza, ci sono paradigmi ai quali la gente aderisce e che utilizza per spiegare il mondo. Dopo una serie di anomalie il paradigma non è in grado di spiegare molti fenomeni e alla fine si sbriciola per far posto ad un altro paradigma che è in grado di spiegare più di quello precedente.
Mettiamo a confronto le due realtà, con le loro caratteristiche che sono ora in lizza per rimanere o diventare il paradigma. Provate a valutare entrambe le realtà e a vedere quale è in grado di spiegare più fatti?
1. La realtà della NATO
- Veniamo in pace.
- Veniamo a proteggere i civili.
- Veniamo a imporre una no-fly zone.
- Veniamo a imporre un embargo sulle armi.
- Non siamo ai lati dei ribelli, siamo dalla parte dei libici.
- Gheddafi ha perso ogni legittimità ed è un dittatore. spietato
- I nostri media non dicono nulla, ma la verità.
- Noi facciamo quello che la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ci dicono di fare.
- Credi a ciò che viene detto.
- Niente truppe sul terreno.
2. UN NUOVO PARADIGMA
- Nella prima settimana nella quale la no-fly zone è entrata in vigore non c’era più motivo di sparare su qualsiasi cosa a tal fine.
- L’embargo sulle armi poteva essere controllato dal mare e dalle frontiere – Non si necessitava di alcun bombardamento per stabilirlo.
- L’embargo sulle armi è stato applicato per una parte in conflitto solamente – al governo libico non è stato permesso di armarsi, i ribelli sono armati da Francia e Qatar (e da molti altri stati, probabilmente)
- Il governo libico e quello dell’Unione africana vogliono parlare di pace – la NATO e ribelli non vogliono parlare di pace e continuano a bombardare il paese.
- La NATO è chiaramente schierata con i ribelli e rompe quindi la risoluzione delle Nazioni Unite che non dicono certo nulla riguardo al fatto che certi civili sono più degni di protezione di altri.
- L’biettivo della NATO è diventato distruggere la possibilità del popolo libico di difendersi contro i bombardieri stranieri e da alcuni gruppi ribelli che non rappresentano il popolo della Libia – molti soldati sono stati uccisi anche quando erano in una posizione difensiva, proteggendo i loro civili dalle atrocità commesse dalle forze ribelli.
- La risoluzione Onu non dice nulla riguardo allo spodestare il leader di un paese sovrano – la NATO vuole estromettere Gheddafi e aiuta i ribelli a trovare Gheddafi.
- Gheddafi è amato da milioni di persone e molti hanno imparato ad odiare la NATO e la sua fanteria ribelle (1)
- La televisione di Stato libica è stata bombardata perché ha mostrato le atrocità e le numerose morti causate da NATO e Ribelli – Questo non era gradito, quindi doveva essere ridotta in rovina a dispetto del ruolo delle Nazioni Unite, nonostante le norme contro tali atti.
- La battaglia di Tripoli non è finita e già le compagnie petrolifere stanno combattendo tra loro per ottenere il controllo sui giacimenti di petrolio libico, i presidenti dei pesi NATO stanno pianificando che cosa fare con la Libia – come se avessero il diritto di determinare il futuro della Libia.
- La malvagità della NATO per Tripoli – bombardare a tappeto l’entrata ovest di Tripoli e uccidere tutti quelli che c’erano; non importa se ci sono civili o soldati che difendono la loro città, per poi invitare i killer islamici  più spietati, provenienti da Europa, Libia e altri mercenari dal Qatar, a entrare in città carichi di armi della NATO e del Qatar. Guidati da persone dell’MI6 e della CIA e con un pò di altri mercenari di organizzazioni come le Blackwater, per guidare questi ribelli Killer.
Forniscono ulteriori aiuti, dando loro barche e trasportandoli con elicotteri in certi quartieri di Tripoli. Si assicurano che non ci sia nessuno della stampa – rinchiudendoli nell’hotel Rixos – e poi: lasciano che il massacro cominci! Utilizzano alcuni filmati falsi di un’altra Piazza Verde, e attendono pochi giorni per assicurarsi che tutti i morti (probabilmente inclusi molti civili che proteggevano la loro città) vengano rimossi dalle strade e proclamano la vittoria sulla Libia. Mettono insieme i presidenti il più velocemente possibile e consegnano il potere alle loro marionette Jalil e Jabril (non c’è un governo ufficiale da settimane).
Se la battaglia dura a lungo, non esitano ad utilizzare gli elicotteri da guerra per sparare contro chiunque si opponga ai loro ribelli killer, e ignorano il fatto che molte persone a Tripoli non vogliono i ribelli e odiano la NATO per i suoi bombardamenti che continuano da più di 5 mesi, come ladri nella notte.
CONCLUSIONE
E ‘spesso molto difficile che si verifichi il cambiamento per un mutamento di paradigma . Una volta che le persone hanno avuto il lavaggio del cervello perchè credano in un certo paradigma non sono per lo più in grado di cambiare questo punto di vista. Max Planck ha detto una volta che perchè si verifichi un cambio di paradigma le persone che sostengono il vecchio paradigma devono semplicemente morire.
Noi non abbiamo tutto questo tempo. Possiamo guardare tutti i punti del Fantasioso Paradigma NATO e chiederci quanto questi elementi sono veri.
Una volta che voi permettete all’incertezza di trovare posto, c’è un’altra disperata tendenza a mantenere il vecchio paradigma, fino a che alla fine, crolla completamente facendovi abbracciare il nuovo paradigma con tutte le conseguenze: non possiamo fidarci delle notizie sulle nostre TV, Internet, radio. Non possiamo fidarci dei nostri governi, non possiamo fidarci della NATO, che è di certo una pillola difficile da ingoiare, ma forse è giunto il momento di affrontare questo nuovo paradigma. Tocca a voi.
________________________________________________________________________
  • Eppure aveva avvertito per tempo che prima o poi sarebbe toccato a ciascuno di loro...
Marzo 2008, vertice della Lega Araba a Damasco, Gheddafi dice ai leader arabi che gli USA li avrebbero abbandonati nello stesso modo in cui avevano fatto con Saddam Hussein, che era un suo vecchio “caro amico”. Sorprende notare le risate di Bashar Al Assad e quelle degli altri capi arabi e di Mubarak; sono tutti molto divertiti dalle parole profetiche di Muammar (1m29s): “Perchè non c’è un investigazione sull’uccisione di Saddam Hussein? Un’intera leadership araba è appesa alla forca, perchè? In futuro sarà anche il vostro turno. Certamente. Non condividiamo nulla se non quest’aula. Perchè non c’è un investigazione sull’uccisione di Saddam Hussein? Un’intera leadership araba è uccisa e appesa alla forca, perchè? In futuro sarà anche il vostro turno. Certo. L’America combatteva a fianco di Saddam contro Khomeini. Lui era un loro amico. Cheney era un amico di Saddam. Rumsfeld segretario alla difesa durante il bombardamento dell’Iraq era un intimo amico di Saddam. E alla fine lo hanno venduto. Lo hanno impiccato. E anche voi amici dell’America, no, lo dirò, si, si, amici dell’America. L’America può approvare la vostra impiccagione un giorno.” [Bashar Al Assad - Ringrazio il colonnello Gheddafi per le sue franche e chiare parole]
Fonte:http://gilguysparks.wordpress.com/2011/08/26/1085/

Nessun commento:

Posta un commento