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giovedì 27 settembre 2012

Un velo pietoso per Tg3 e Rai News

Un velo pietoso per Tg3 e Rai News
da GilGuySparks [28.08.2011]
Se c’è una cosa che la guerra in Libia ha messo ulteriormente in luce, da febbraio ad oggi, è la totale mancanza di libera informazione in Italia. Fin dall’inizio di questa sporca storia che ha prodotto un ancor più sporca guerra, i nostri telegiornali e quotidiani sono stati una parte importante della manipolazione dell’opinione pubblica e senz’altro quella più determinante nell’impedire il sorgere di un’opposizione concreta a quanto si andava profilando. A maggior ragione, rispetto ad altri Stati che non avevano stretto un’alleanza politica, economica e militare così stretta con il rais libico, in Italia più forte poteva emergere il rischio che i cittadini cogliessero, come un’indegna contraddizione, il fatto che solo pochi mesi prima ci fossero le alleanze e subito dopo le bombe. La posizione dell’Italia, era e rimane di assoluto imbarazzo in politica estera; nondimeno, per le sue caratteristiche logistiche e quindi il numero di basi militari Usa e Nato, è un’imprescindibile pedina per qualsiasi operazione nei teatri mediterranei e balcanici (e non solo).
L’accettazione incondizionata della vulgata secondo cui si siano realmente realizzate ad opera delle forze armate libiche delle stragi efferate con fosse comuni, stupri punitivi e crimini contro l’umanità rimangono allo stato attuale delle pure speculazioni. Le uniche fonti dalle quali provenivano tali accuse, cioè l’opposizione libica nella figura del Consiglio Nazionale di Transizione (CNT), artificiosa costruzione dei servizi occidentali, hanno dimostrato ripetutamente, al di là di ogni ragionevole dubbio, di aver mentito e di avere continuato a farlo per tutto questo tempo. Il CNT di Benghasi è stato concepito e strutturato con l’unico obiettivo di garantire alle potenze imperialiste occidentali un rapido cambio di regime, più favorevole e malleabile allo sfruttamento delle risorse della Libia, il paese africano con il più alto reddito pro capite dei suoi cittadini. Al CNT è stato fin da subito affiancato più di un reparto straniero che ha operato nell’elaborazione, costruzione e disseminazione di false informazioni, fotografie manipolate, video elettronicamente alterati, tendenti a distruggere la credibilità interna ed esterna del legittimo governo di Mohammar Gheddafi. L’elenco dei fatti distorti, riportati come veri dal CNT e propagandati massivamente dagli organi di informazione internazionale, è enorme e a disposizione di chiunque voglia sapere ciò che è realmente accaduto da febbraio ad oggi nello stato sovrano della Libia.

I nostri media nazionali hanno amplificato, senza operare alcun filtro o verifica, le menzogne che via via venivano prodotte dai reparti delle operazioni psicologiche, per accelerare la caduta di Gheddafi. Nell’ultima settimana i nostri media, anche quelli che, presso una parte attenta e critica degli italiani, continuano ad avere una certa credibilità come il TG3 e Rai News, hanno svolto il loro lavoro, limitandosi a rilanciare informazioni che sarebbe stato semplice verificare come assolutamente infondate. Abbiamo assistito, e rimangono le registrazioni dei Tg nazionali riguardo alla caduta di Tripoli a testimoniarlo, ad un’indegna propaganda manipolata con ogni sorta di menzogna.
C’è stato raccontato che ”un cugino di Gheddafi” avrebbe fatto strage di sostenitori della rivoluzione davanti al compound di Bab al-Aziziya, si trattava invece di sostenitori del legittimo governo libico, giustiziati sommariamente dai sedicenti “rivoluzionari” libici; abbiamo appreso l’assurdità logica che gli uomini del rais avrebbero tagliato l’acqua e la luce ai cittadini di Tripoli (sicuramente per resistere meglio all’assedio) quando era chiaro a chi si informava meglio che a tagliare luce ed acqua erano stati i ribelli. Abbiamo sentito riportate, come fossero oro colato, le fandonie del presidente del Cnt di Bengasi, Mustafa Jalil che venendo a reclamare i fondi del popolo libico, ha spudoratamente dichiarato “che servivano a ricostruire le infrastrutture della Libia distrutte dagli uomini di Gheddafi”, non dalle migliaia di operazioni di bombardamento NATO
Abbiamo visto pick-up carichi di cadaveri di soldati lealisti libici con le mani legate dietro la schiena, e i nostri media, da febbraio ad oggi, hanno continuato a recitare il mantra che si trattava di militari libici che si erano rifiutati di sparare contro la popolazione civile; invece è dimostrato, senza dubbio alcuno, che sono stati torturati, assassinati e vilipesi nell’ordine di migliaia da parte delle forze “pseudo rivoluzionarie” la cui barbarie, quando resa evidente da immagini o video, è stata  sistematicamente attribuita alle forze lealiste di Gheddafi.
I nostri media nazionali ci vorrebbero condurre, come docili bestie dall’anello al naso, verso la loro assurda verità immaginaria, da war reality per l’appunto, dove il vero è ridotto a rango di cosa indimostrabile e la menzogna assunta come acqua benedetta.
Ma la vostra acqua è marcia.
L’olezzo mortifero, delle spudorate menzogne, amplificate dai Tg nazionali, Tg3 e Rai News in testa, si è fatto strada attraverso canali differenti di informazione che hanno tentato di squarciare la visione totalitaria e totalizzante che tendeva a rappresentare, in maniera acritica e spesso completamente rovesciata quello che stava accadendo ed è accaduto in Libia.
Ci troviamo in una situazione completamente nuova, l’omologazione dell’informazione agli interessi dominanti delle grandi corporations nazionali, dell’industria militare e in definitiva del nuovo imperialismo nel 21º secolo non ha più freni; ha aggiornato obiettivi, tecniche e strategie. Eravamo culturalmente abituati ad un imperialismo che, per mantenere la sua egemonia sui popoli e sugli stati che vi si sottraevano, metteva in atto colpi di Stato che sistematicamente portavano al potere militari che instauravano ferree dittature, repressioni di massa dei lavoratori, sequestri e uccisioni selettive, tendenti ad eliminare chirurgicamente dalla società il tumore del comunismo (Suharto, Pinochet, Videla, Marcos tra gli altri).
Gli Stati imperialisti hanno sempre avuto un concetto flessibile dei diritti umani e continuano ad averlo; la differenza è che imbracciano, strumentalmente, le bandiere rivoluzionarie e i diritti umani ponendosi a capo dei fautori del cambiamento. È decisamente cambiata quindi la prospettiva, venendo a mancare nel mondo globalizzato una forte opposizione rivoluzionaria autentica, i poteri egemonici del capitalismo  sono giunti ad un tale senso di onnipotenza che indossano anche i panni dei difensori della libertà dei popoli, dei loro diritti umani e civili, della democrazia mentre la sostanza delle cose è completamente differente.
In una realtà quotidiana informativa dove il vero è rovesciato, la confusione e il caos informazionali, corredati opportunamente di condizionali e rettifiche, sono parti integranti di una grande campagna per ridisegnare geo-politicamente e a volte anche geograficamente gli scenari mondiali, si è aggiornato il manuale, o “il ricettario” parafrasando l’infausto Luttwak, per la tecnica del colpo di Stato, ma in stretta continuità con le esperienze precedenti:
Il controllo del flusso di informazioni che scorre dal centro del potere politico sarà la nostra arma più importante nell’imporre la nostra autorità dopo il colpo di Stato, per conseguenza, impadronirci dei principali mezzi di comunicazione di massa costituirà un compito di importanza cruciale.” [E.Luttwak – Tecnica del colpo di stato - 1968].
L’intero sistema dei media italiani, che è stato conquistato da tempo, ha contribuito attivamente a creare la grande mistificazione su quanto è accaduto in Libia e porta su di sé gravi responsabilità, non ultima di aver accelerato il processo, già in atto, di totale screditamento della credibilità delle proprie affermazioni.
Il CNT di Benghasi ha mentito fin dal primo giorno e con lui sono stati complici i nostri media nazionali. Qualcuno si sarebbe potuto chiedere, dopo la rivelazione di innumerevoli bugie, disseminate ad arte nel corso di questi mesi ad opera dei rappresentanti dei ribelli e culminate nella grande bugia degli ultimi giorni prima della caduta di Tripoli:
Che credibilità può avere un bugiardo sistematico e patologico come il CNT?
Quale credibilità possono avere i nostri media nazionale, imbeccati o meno, continuando a mentire davanti a coloro che hanno scoperto una realtà completamente diversa?
Durante l’aspra lotta tra i golpisti di Benghasi contro le forze lealiste a Tripoli è noto, secondo le testimonianze, che i rivoluzionari del colpo di stato lasciavano esposti al sole i cadaveri dei fedeli di Gheddafi, dopo averli massacrati senza pietà.
Davanti al cadavere della nostra informazione sotto il sole, noi avremo il coraggio di stendere su di essa un velo pietoso.

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