sabato, 10 dicembre 2016
Quattro italiani erano stati rapiti nel luglio scorso in Libia: due di loro, Filippo Calcagno e Gino Pollicardo vennero liberati a marzo, mentre 24 ore prima che i due venissero rilasciati erano stati uccisi i loro colleghi Fausto Piano e Salvatore Failla.
Oggi, a distanza di nove mesi da quei tragici fatti, parla la vedova
del secondo ostaggio ucciso, Rosalba Castro, la quale ha raccontato al
‘Corriere della Sera’ di come l’Inps abbia respinto la sua domanda per
accedere alla pensione garantita per legge ai familiari delle vittime
del terrorismo presentata quasi sei mesi prima.
In base a quanto ha spiegato l’Inps alla
donna, la documentazione sarebbe insufficiente, ovvero manca un
certificato della prefettura di Siracusa e l’autocertificazione da sola
non basta per attestare la condizione di “familiare superstite di
vittima del terrorismo”. In un incredibile rimpallo di responsabilità
alla vedova di Salvatore Failla la prefettura di Siracusa ha spiegato
che il rilascio del documento è subordinato al decreto ministeriale di
concessione della pensione, ma siccome “il procedimento amministrativo è
ancora in corso di svolgimento, questo ufficio non può al momento
rilasciare l’attestazione richiesta”. Nel frattempo il direttore
dell’Inps di Lentini, Salvatore Garofalo, ‘rassicura’ la vedova p
precisa che è possibile fare ricorso entro 90 giorni.
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