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domenica 18 dicembre 2016

“Mio marito ucciso in Libia, io abbandonata dallo Stato”

sabato, 10 dicembre 2016
Rosalba Castro e Salvatore Failla (foto dal web)
Rosalba Castro e Salvatore Failla (foto dal web)

Quattro italiani erano stati rapiti nel luglio scorso in Libia: due di loro, Filippo Calcagno e Gino Pollicardo vennero liberati a marzo, mentre 24 ore prima che i due venissero rilasciati erano stati uccisi i loro colleghi Fausto Piano e Salvatore Failla. Oggi, a distanza di nove mesi da quei tragici fatti, parla la vedova del secondo ostaggio ucciso, Rosalba Castro, la quale ha raccontato al ‘Corriere della Sera’ di come l’Inps abbia respinto la sua domanda per accedere alla pensione garantita per legge ai familiari delle vittime del terrorismo presentata quasi sei mesi prima.

In base a quanto ha spiegato l’Inps alla donna, la documentazione sarebbe insufficiente, ovvero manca un certificato della prefettura di Siracusa e l’autocertificazione da sola non basta per attestare la condizione di “familiare superstite di vittima del terrorismo”. In un incredibile rimpallo di responsabilità alla vedova di Salvatore Failla la prefettura di Siracusa ha spiegato che il rilascio del documento è subordinato al decreto ministeriale di concessione della pensione, ma siccome “il procedimento amministrativo è ancora in corso di svolgimento, questo ufficio non può al momento rilasciare l’attestazione richiesta”. Nel frattempo il direttore dell’Inps di Lentini, Salvatore Garofalo, ‘rassicura’ la vedova p precisa che è possibile fare ricorso entro 90 giorni.

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