Mustapha Abdeljalil si è rifugiato in Tunisia 15/1/2013 (ita/franch).
Abdeljalil ha incontrato, in segreto, Rashid Ghannouchi e Marzouki, chiedendo di concedergli rifugio in Tunisia, dove una parte della famiglia già si trova. Marzouki sarebbe favorevole, ma non Ghannouchi, che è in stretta collaborazione con il suo amico Abdelhakim Belhaj, l’ex braccio destro di bin Ladin, il soldato di BHL, attuale uomo forte della Libia e principale mercenario del Qatar in Siria. A meno che non paghi un riscatto per la fornitura di ulteriori fondi ad al-Nahda!
Prima di aver tradito la Libia, Mustapha Abdeljalil, ex presidente del Consiglio nazionale di transizione (CNT), ha visitato la scorsa settimana la Tunisia, dove spera di sistemarsi sentendosi minacciati nel suo paese. Potendo lasciare la Libia quando è stato colpito dal divieto di espatrio a priori, per via del caso Abdelfattah Younis, il generale fellone che fu assassinato dai terroristi di Abdelhakim Belhaj, agli ordini del Qatar e che, secondo le nostre informazioni, è stato liquidato da elementi gheddafisti. A priori, perché il tribunale militare di Bengasi l’ha accusato, il 13 dicembre, “di abuso di potere e tentata disgregazione dell’unità nazionale”, e che nel contesto del caso in specie dovrebbe comparire al tribunale militare il 20 febbraio! Dei traditori e burattini di Stati Uniti, Qatar, Israele, Turchia e Francia che parlano di unità nazionale! A dire il vero, questa causa contro Mustapha Abdeljalil dichiara guerra tra i vari protagonisti della tragedia libica, ciascuno agendo sotto la guida dei Fratelli musulmani, o dei wahabiti, o ancora di al-Qaida.
Secondo AFP, da una fonte del tribunale militare libica che ha chiesto l’anonimato, Mustapha Abdeljelil è arrivato a Tunisi ospite di Monsef Marzouki. Questo non è del tutto vero perché, secondo le nostre informazioni, quando si trovava all’aeroporto di Tripoli e Mustapha Abdeljalil ha detto alla polizia di aver ricevuto l’invito ufficiale del presidente ad interim tunisino, cosa che la presidenza tunisina ha confermato alla polizia confinaria libica. Abdeljalil ha convinto Marzouki che voleva informarsi sulla salute di sua figlia, ricoverata in una clinica in Turchia; di conseguenza, voleva solo passare da Tunisi prima di recarsi ad Ankara. Successive informazioni dell’AFP, da una fonte vicina al tribunale militare libico, hanno detto che il permesso a Mustapha Abdeljalil di recarsi in Turchia (e non in Tunisia) è falso. Fonti dello stesso tribunale militare, secondo uno dei suoi membri, Majdi al-Baraassi, avrebbe affermato il contrario, che “l’ex capo del CNT è stato rilasciato su cauzione, ma ha il divieto di espatrio fino alla sua apparizione come testimone dinanzi al tribunale militare di Bengasi, il 20 febbraio.”
Quindi, in modo illegale, l’ex capo degli assassini libici ha potuto lasciare Tripoli per Tunisi. Ciò che ha precipitato la dipartita di Mustapha Abdeljalil è la paura di essere liquidato fisicamente come molti altri, tra cui Jumaa al-Jazwi, assassinato a giugno, o di subire una pesante condanna per il suo coinvolgimento nell’assassinio del generale Abdelfattah Younis, la cui morte aveva annunciato egli stesso il 29 luglio 2011, ed il cui corpo era stato crivellato e bruciato. L’ex capo del CNT è preda del panico dal suo interrogatorio al tribunale militare di al-Marj, un centinaio di km da Bengasi, il 1 gennaio 2013. Il suo complice nell’invasione della Libia, Mahmoud Jibril, la principale pedina del Qatar, è stato anche lui convocato dal tribunale militare.
Secondo quanto riferito, Mustapha Abdeljalil non ha lasciato la Tunisia per la Turchia. Il fatto di restare in una villa a Gammarth e non in un albergo, indicherebbe che intende risiedervi permanentemente. Dopo il rovescio in Siria, Ankara avrebbe fatto sapere che Mustapha Abdeljalil sarebbe indesiderato in Turchia. Non perché la Turchia intende uscire dal pantano siriano dopo l’accelerazione della guerra di eliminazione dei terroristi e mercenari stranieri, ma per infognarsi ulteriormente! Il capo supremo dei terroristi e mercenari del Qatar e dell’Arabia Saudita è infatti Abdelhakim Belhaj, l’ex braccio destro di bin Ladin, divenuto “liberatore” di Tripoli assieme all’altra guida spirituale della “rivoluzione libica”, Bernard Henri-Lévy! Compiuta l’invasione della Libia, Abdelhakim Belhaj aveva ricevuto istruzioni per installarsi al confine turco-siriano con un migliaio di terroristi islamici, di cui 600 libici (si vedano gli articoli di The Daily Telegraph del novembre 2011).
Dopo un breve periodo a Tunisi, lo scorso mese, con la scusa di cure mediche, Abdelhakim Belhaj è immediatamente ritornato in Turchia per convincere i suoi terroristi libici, tunisini, egiziani, ceceni, inglesi, francesi e australiani, tutti islamici e islamisti, a tornare sul fronte siriano. Informazioni dai giornali statunitensi, tra cui il New York Times, indicano che diversi battaglioni dell’”Esercito Libero siriano” si sono rifugiati nelle loro basi in Turchia e Giordania. Molti di loro cercano di tornare nel paese d’origine, dove dovrebbero continuare la jihad nel nome di Allah, per l’islamizzazione dell’universo… e per la bellissima “primavera araba”! Per quanto riguarda Mustapha Abdeljalil, si dovrebbe trovare all’esilio in un altro paese. Rashid Ghannouchi è riuscito a liberare i suoi amici libici per denaro, al contrario di Baghdadi al-Mahmoudi, che sta morendo nelle carceri libiche.
Font: Tunisie-Secret.com
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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Mustapha Abdeljalil s’est réfugié en Tunisie ~ Mustapha Abdeljalil si è rifugiato in Tunisia ~ (Fra-Ita)
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Premier à avoir trahi la Libye, Mustapha Abdeljalil, ancien président du Conseil National de Transition (CNT), s’est rendu la semaine dernière en Tunisie où il espère s’installer définitivement, se sentant menacé dans son pays. Il a pu quitter la Libye alors qu’il était frappé d’une mesure d’interdiction de voyager, a priori en raison de l’affaire Abdelfattah Younès, le général félon qui aurait été assassiné par les terroristes d’Abdelhakim Belhaj, sous les ordres du Qatar, et qui, selon nos informations, a été liquidé par des éléments kaddafistes . A priori, car le tribunal militaire de Benghazi l’avait accusé, le 13 décembre dernier « d’abus de pouvoir et de tentative d’émiettement de l’unité nationale » et que dans le cadre de cette affaire, il devait comparaître devant ce tribunal militaire le 20 février prochain ! Des traitres et des pantins des Etats-Unis, du Qatar, d’Israël, de la Turquie et de la France, qui parlent d’unité nationale !!! En réalité, ce procès contre Mustapha Abdeljalil s’inscrit dans la guerre que se livrent les différents protagonistes de la tragédie libyenne, chacun agissant soit sous la houlette des Frères musulmans, soit celle des wahhabites, soit encore celle d’Al-Qaïda.
Selon l’AFP, sur la base d’une source du tribunal militaire libyen qui a requit l’anonymat, Mustapha Abdeljelil est arrivé à Tunis à l’invitation de Moncef Marzouki. Ce n’est pas tout à fait exact puisque, selon nos informations, c’est à l’aéroport de Tripoli et devant la police, que Mustapha Abdeljalil a évoqué une invitation officielle du président provisoire tunisien, ce que la présidence tunisienne a confirmé à la police des frontières libyennes. Abdeljalil a persuadé Marzouki qu’il voulait s’enquérir de l’état de santé de sa fille qui serait hospitalisée dans une clinique en Turquie, que par conséquent, il ne fait que transiter par Tunis avant de se rendre à Ankara. L’information (AFP) suivant laquelle une source du tribunal militaire libyen a déclaré que Mustapha Abdeljalil a pris une autorisation du tribunal pour se rendre en Turquie (et non pas en Tunisie) est également fausse. Une information du même tribunal militaire, par la voix de l’un de ses membres, Majdi al-Baraassi, l’a d’ailleurs infirmé en déclarant que « l’ex-chef du CNT a été laissé en liberté sous caution, mais une interdiction de voyager a été émise à son encontre jusqu’à sa comparution comme accusé devant le tribunal militaire de Benghazi, le 20 février prochain ».
C’est donc de façon illégale que l’ancien chef des sicaires libyens a pu quitter Tripoli pour Tunis. La raison du départ précipité d’Abdeljalil Mustapha est la crainte de se faire liquider physiquement comme beaucoup d’autres, notamment Jomaa al-Jazwi, qui a été assassiné en juin dernier, ou de subir une lourde peine d’emprisonnement pour son implication dans l’assassinat du général Abdelfattah Younès, dont il avait lui-même annoncé la mort le 29 juillet 2011 et dont le corps a été criblé de balles et brûlé. L’ex-chef du CNT a paniqué après son interrogatoire devant le tribunal militaire d’Al-Marj, à une centaine de Km de Benghazi, mardi 1er janvier 2013. Son complice dans l’invasion de la Libye, Mahmoud Jibril, principal pion du Qatar, est d’ailleurs lui aussi convoqué devant ce tribunal militaire.
Selon nos informations, Mustapha Abdeljalil n’a toujours pas quitté la Tunisie pour la Turquie. Le fait de loger dans une villa à Gammarth et non pas dans un hôtel, indique qu’il compte y résider définitivement. Après le retournement de situation en Syrie, Ankara aurait fait savoir à Abdeljalil Mustapha qu’il était indésirable en Turquie. Non guère que la Turquie a l’intention de se dégager du bourbier syrien après l’accélération de l’éradication des terroristes et des mercenaires étrangers qui y mènent la guerre, mais pour s’y empêtrer davantage ! Le principal chef de ces terroristes et mercenaires du Qatar et d’Arabie Saoudite est en effet Abdelhakim Belhaj, l’ancien bras droit de Ben Laden, qui est entrée en « libérateur » de Tripoli, la main dans la main avec l’autre guide spirituel de la « révolution libyenne », Bernard Henri-Lévy ! L’invasion de la Libye accomplie, Abdelhakim Belhaj avait reçu à l’époque des instructions pour s’installer aux frontières syro-turques avec un millier d’islamo-terroristes dont 600 libyens (voir les articles du The Daily Telegraph de novembre 2011).
Après un court passage à Tunis, le mois dernier, pour de soi-disant soins médicaux, Abdelhakim Belhaj est tout de suite retourné en Turquie pour persuader ses terroristes libyens, tunisiens, égyptiens, tchétchènes, anglais, français et australiens, tous de confession islamique et d’idéologie islamiste, de retourner sur le front syrien. Des informations de la presse écrite américaine, notamment le New York Times, indiquent que plusieurs bataillons de « l’armée libre syrienne » battent en retraite et se replient sur leurs bases arrières turque et jordanienne. Beaucoup d’entre eux essayent de regagner leurs pays d’origine, où ils vont pouvoir mener à bien leur mission djihadiste au nom d’Allah, de l’islamisation de l’univers…et du magnifique « printemps arabe » ! Quant à Mustapha Abdeljalil, il devrait se trouver un autre pays d’exil. Rached Ghannouchi pourrait tout à fait le livrer à ses amis libyens, contre argent, à l’instar de Baghdadi Mahmoudi, qui agonise en ce moment dans les geôles libyennes.
Karim Zmerli
Mustapha Abdeljalil s’est réfugié en Tunisie
Abdeljalil a rencontré Marzouki et, de façon secrète, Rached Ghannouchi, les suppliant de lui accorder le refuge en Tunisie, où une partie de sa famille se trouve déjà. Marzouki y serait favorable mais pas Ghannouchi, qui n’agit qu’en étroite concertation avec son ami Abdelhakim Belhaj, l’ancien bras droit de Ben Laden, le soldat de BHL, l’actuel homme fort de la Libye et le principal mercenaire du Qatar en Syrie. A moins de payer une rançon pour alimenter encore les caisses d’Ennahda!Premier à avoir trahi la Libye, Mustapha Abdeljalil, ancien président du Conseil National de Transition (CNT), s’est rendu la semaine dernière en Tunisie où il espère s’installer définitivement, se sentant menacé dans son pays. Il a pu quitter la Libye alors qu’il était frappé d’une mesure d’interdiction de voyager, a priori en raison de l’affaire Abdelfattah Younès, le général félon qui aurait été assassiné par les terroristes d’Abdelhakim Belhaj, sous les ordres du Qatar, et qui, selon nos informations, a été liquidé par des éléments kaddafistes . A priori, car le tribunal militaire de Benghazi l’avait accusé, le 13 décembre dernier « d’abus de pouvoir et de tentative d’émiettement de l’unité nationale » et que dans le cadre de cette affaire, il devait comparaître devant ce tribunal militaire le 20 février prochain ! Des traitres et des pantins des Etats-Unis, du Qatar, d’Israël, de la Turquie et de la France, qui parlent d’unité nationale !!! En réalité, ce procès contre Mustapha Abdeljalil s’inscrit dans la guerre que se livrent les différents protagonistes de la tragédie libyenne, chacun agissant soit sous la houlette des Frères musulmans, soit celle des wahhabites, soit encore celle d’Al-Qaïda.
Selon l’AFP, sur la base d’une source du tribunal militaire libyen qui a requit l’anonymat, Mustapha Abdeljelil est arrivé à Tunis à l’invitation de Moncef Marzouki. Ce n’est pas tout à fait exact puisque, selon nos informations, c’est à l’aéroport de Tripoli et devant la police, que Mustapha Abdeljalil a évoqué une invitation officielle du président provisoire tunisien, ce que la présidence tunisienne a confirmé à la police des frontières libyennes. Abdeljalil a persuadé Marzouki qu’il voulait s’enquérir de l’état de santé de sa fille qui serait hospitalisée dans une clinique en Turquie, que par conséquent, il ne fait que transiter par Tunis avant de se rendre à Ankara. L’information (AFP) suivant laquelle une source du tribunal militaire libyen a déclaré que Mustapha Abdeljalil a pris une autorisation du tribunal pour se rendre en Turquie (et non pas en Tunisie) est également fausse. Une information du même tribunal militaire, par la voix de l’un de ses membres, Majdi al-Baraassi, l’a d’ailleurs infirmé en déclarant que « l’ex-chef du CNT a été laissé en liberté sous caution, mais une interdiction de voyager a été émise à son encontre jusqu’à sa comparution comme accusé devant le tribunal militaire de Benghazi, le 20 février prochain ».
C’est donc de façon illégale que l’ancien chef des sicaires libyens a pu quitter Tripoli pour Tunis. La raison du départ précipité d’Abdeljalil Mustapha est la crainte de se faire liquider physiquement comme beaucoup d’autres, notamment Jomaa al-Jazwi, qui a été assassiné en juin dernier, ou de subir une lourde peine d’emprisonnement pour son implication dans l’assassinat du général Abdelfattah Younès, dont il avait lui-même annoncé la mort le 29 juillet 2011 et dont le corps a été criblé de balles et brûlé. L’ex-chef du CNT a paniqué après son interrogatoire devant le tribunal militaire d’Al-Marj, à une centaine de Km de Benghazi, mardi 1er janvier 2013. Son complice dans l’invasion de la Libye, Mahmoud Jibril, principal pion du Qatar, est d’ailleurs lui aussi convoqué devant ce tribunal militaire.
Selon nos informations, Mustapha Abdeljalil n’a toujours pas quitté la Tunisie pour la Turquie. Le fait de loger dans une villa à Gammarth et non pas dans un hôtel, indique qu’il compte y résider définitivement. Après le retournement de situation en Syrie, Ankara aurait fait savoir à Abdeljalil Mustapha qu’il était indésirable en Turquie. Non guère que la Turquie a l’intention de se dégager du bourbier syrien après l’accélération de l’éradication des terroristes et des mercenaires étrangers qui y mènent la guerre, mais pour s’y empêtrer davantage ! Le principal chef de ces terroristes et mercenaires du Qatar et d’Arabie Saoudite est en effet Abdelhakim Belhaj, l’ancien bras droit de Ben Laden, qui est entrée en « libérateur » de Tripoli, la main dans la main avec l’autre guide spirituel de la « révolution libyenne », Bernard Henri-Lévy ! L’invasion de la Libye accomplie, Abdelhakim Belhaj avait reçu à l’époque des instructions pour s’installer aux frontières syro-turques avec un millier d’islamo-terroristes dont 600 libyens (voir les articles du The Daily Telegraph de novembre 2011).
Après un court passage à Tunis, le mois dernier, pour de soi-disant soins médicaux, Abdelhakim Belhaj est tout de suite retourné en Turquie pour persuader ses terroristes libyens, tunisiens, égyptiens, tchétchènes, anglais, français et australiens, tous de confession islamique et d’idéologie islamiste, de retourner sur le front syrien. Des informations de la presse écrite américaine, notamment le New York Times, indiquent que plusieurs bataillons de « l’armée libre syrienne » battent en retraite et se replient sur leurs bases arrières turque et jordanienne. Beaucoup d’entre eux essayent de regagner leurs pays d’origine, où ils vont pouvoir mener à bien leur mission djihadiste au nom d’Allah, de l’islamisation de l’univers…et du magnifique « printemps arabe » ! Quant à Mustapha Abdeljalil, il devrait se trouver un autre pays d’exil. Rached Ghannouchi pourrait tout à fait le livrer à ses amis libyens, contre argent, à l’instar de Baghdadi Mahmoudi, qui agonise en ce moment dans les geôles libyennes.
Karim Zmerli
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