Proseguiamo la pubblicazione del libro di Thierry Meyssan, Sotto i nostri occhi.
In questo episodio l’autore ci mostra come la Francia post-coloniale
sia stata reclutata da Regno Unito e Stati Uniti per unirsi alle loro
guerre contro Libia e Siria. Queste due potenze l’hanno però tenuta
all’oscuro del progetto “primavera araba”. Troppo impegnati a sottrarre
fondi, i dirigenti francesi non si sono accorti di nulla. Quando si sono
resi conto di essere stati esclusi dalla progettazione, la loro
reazione è stata puramente comunicazionale: hanno tentato di farsi
passare per gli ammiragli dell’operazione, senza preoccuparsi delle
conseguenze dei maneggi dei partner.
Rete Voltaire
| Damasco (Siria)
Questo articolo è estratto dal libro Sotto i nostri occhi.
Si veda l’indice.
- Il Regno Unito ha manipolato la Francia trascinandola nelle proprie avventure in Medio Oriente Allargato, senza rivelarle che vi si stava preparando, insieme agli Stati Uniti, sin dal 2005.
LA PREPARAZIONE DELLE INVASIONI IN LIBIA E SIRIA
Ancor prima dell’ufficializzazione della nomina da parte del Senato, il futuro segretario di Stato Hillary Clinton contatta Londra e Parigi per condurre una doppia operazione militare nel “Grande Medio Oriente”. Dopo il fiasco in Iraq, Washington reputa impossibile utilizzare le proprie truppe per un’operazione del genere. Dal suo punto di vista, è giunto il momento di rimodellare la regione – ossia ridisegnare gli Stati i cui confini erano stati definiti nel 1916 dagli imperi inglese, francese e russo (la “Triplice Intesa”) – per imporre linee di demarcazione favorevoli agli interessi degli Stati Uniti. L’accordo è noto con il nome dei delegati inglese e francese Sykes e Picot (il nome dell’ambasciatore Sazonov è stato “dimenticato” a causa della rivoluzione russa). Ma come convincere Londra e Parigi a mettere in discussione il proprio patrimonio se non promettendo di concedere loro di ricolonizzare la regione? Da qui la teoria della “leadership da dietro le quinte” (leading from behind). Tale strategia viene confermata dall’ex ministro degli Esteri di Mitterrand, Roland Dumas, che dichiarerà in TV di essere stato contattato da inglesi e statunitensi, nel 2009, per sapere se l’opposizione in Francia fosse a favore di un nuovo piano coloniale.- Su istigazione degli Stati Uniti, Francia e Regno Unito firmano gli accordi di Lancaster House. Una clausola segreta prevede la conquista di Libia e Siria. l’opinione pubblica tuttavia ignora l’accordo tra Londra e Washington sulle future “primavere arabe”.
- Operazione “Southern Mistral”: lo strano logo del Comando delle operazioni aeree. Il reziario non protegge l’uccello della libertà, bensì lo imprigiona nella rete.
È proprio il 21 marzo che AFRICOM e CENTCOM – comandi regionali delle forze armate statunitensi – scelgono come data per l’attacco congiunto di Francia e Regno Unito nei confronti di Libia e Siria [2]. È il momento giusto, gli eserciti anglo-francesi sono pronti. Visto che le cose non vanno mai come previsto, la guerra contro la Siria viene rimandata e Nicolas Sarkozy – nel tentativo di colpire per primo – ordina alle sue forze di attaccare solamente la Libia, il 19 marzo, con l’operazione “Harmattan” (traduzione in francese di “Southern Mistral”).
- L’ex compagno di Gheddafi, Nuri Massud El-Mesmari, ha disertato il 21 ottobre 2010. Si è messo sotto la protezione dei servizi segreti francesi.
Pochi giorni dopo la firma degli accordi di Lancaster House, una delegazione commerciale francese si reca in visita alla Fiera di Bengasi con funzionari del Ministero dell’Agricoltura, i capi di France Export Céréales e France Agrimer, i dirigenti di Soufflet, Louis Dreyfus, Glencore, Cani Céréales, Cargill e Conagra. Lì gli agenti della DGSE che li accompagnano incontrano in segreto alcuni militari per preparare un colpo di Stato.
Avvertita dagli Stati Uniti, Tripoli arresta i traditori il 22 gennaio 2011. I libici credono di essere protetti dalla nuova alleanza con Washington, quando dall’America si stanno invece preparando a condannarli a morte. I francesi, dal canto loro, si ritrovano costretti a tornare all’ombra del Grande Fratello statunitense.
Mentre i francesi si adoperano per predisporre l’invasione della Libia, gli statunitensi avviano la loro operazione, di portata decisamente superiore rispetto a quanto comunicato al loro agente Sarkozy. Non si tratta soltanto di detronizzare Muammar Gheddafi e Bashar al-Assad – come in effetti gli avevano fatto credere –, ma tutti i governi laici in vista di una sostituzione con i Fratelli musulmani. Iniziano così dagli Stati amici (Tunisia ed Egitto), lasciando gli inglesi e i francesi a occuparsi dei nemici (Libia e Siria).
Il primo focolaio si accende in Tunisia. In risposta al tentato suicidio di un venditore ambulante – Mohamed Bouazizi, il 17 dicembre 2010 – esplodono proteste contro gli abusi della polizia e, successivamente, contro il governo. La Francia, che crede siano state spontanee, si offre di dotare la polizia tunisina di attrezzature antisommossa.
- Nicolas Sarkozy e Michèle Alliot-Marie, all’oscuro del progetto anglosassone delle “primavere arabe”, mentre in Tunisia sta iniziando la “rivoluzione dei gelsomini”, negoziano con la famiglia del presidente Ben Ali la vendita di un aereo ufficiale, di cui si sono appropriati.
Mentre si occupano della sua protezione, Nicolas Sarkozy e la Alliot-Marie restano increduli quando ricevono la richiesta del presidente Ben Ali di atterrare e rifugiarsi a Parigi. L’Eliseo fa appena in tempo ad annullare l’invio di un aereo cargo per il trasporto delle attrezzature di polizia che sono state promesse – aereo che sta aspettando sulla pista a causa delle lungaggini burocratiche della dogana – e quindi ad allontanare l’aereo del presidente decaduto dal suo spazio aereo.
Nel frattempo, in Egitto, l’ingegnere informatico Ahmed Maher e la blogger islamista Esraa Abdel Fattah invitano a manifestare contro il presidente Hosni Mubarak il 25 gennaio 2011, “giorno della rabbia”. Subito sostenuti dalla televisione del Qatar, Al Jazeera, e dai Fratelli musulmani, danno il via a un movimento che, con l’aiuto delle ONG della CIA, destabilizza il regime. Le manifestazioni si svolgono ogni venerdì – all’uscita dalle moschee –, a partire dal 28 gennaio, sotto il comando dei serbi “addestrati” dal promotore delle “rivoluzioni colorate”, Gene Sharp. L’11 febbraio Nicolas Sarkozy scopre da una telefonata del proprio patrigno – l’ambasciatore statunitense Frank G. Wisner – che, su istruzione della Casa Bianca, ha convinto il generale Mubarak a ritirarsi.
- Arrivato per partecipare alla riunione di lancio delle “primavere arabe” di Libia e Siria, il
È appena iniziata la guerra contro Libia e Siria.
- Mostrandosi sulla piazza Verde di Tripoli il 25 febbraio 2011, Gheddafi denuncia un attacco alla Libia da parte dei terroristi di Al Qaeda e proclama fieramente che, insieme al popolo, si batterà fino alla fine, pronto a far scorrere “fiumi di sangue” e a sacrificare sé stesso. Annuncia che saranno distribuite armi ai cittadini per difendere la patria in pericolo. La propaganda atlantista lo accuserà di voler far scorrere il sangue del popolo libico.
L’INIZIO DELLA GUERRA CONTRO LA LIBIA
La stampa occidentale assicura che la polizia libica ha represso una manifestazione a Bengasi, il 16 febbraio 2011, sparando sulla folla. Così il paese insorge – riporta sempre la stampa – e le autorità sparano su qualsiasi cosa si muova. Dal paese cercano di fuggire circa 200 mila lavoratori immigrati, che le TV mostrano in attesa ai valichi di frontiera. Muammar Gheddafi – che appare tre volte sullo schermo – parla senza mezzi termini di un’operazione architettata da Al Qaida, dicendosi disposto a morire da martire. Poi denuncia la distribuzione di armi al popolo per versare “fiumi di sangue”, sterminare questi “ratti” e proteggere il paese. Le frasi, estrapolate dal contesto originale, vengono diffuse dalle reti occidentali, che le interpretano come un annuncio non della lotta al terrorismo, ma della repressione di una presunta rivoluzione.- Presi dal panico, gli operai neri dell’Est della Libia cercano di fuggire prima che la Jamahiriya sia rovesciata. Sono convinti che, ove gli Occidentali ristabilissero il vecchio regime, sarebbero ridotti in schiavitù. Secondo l’ONU, si riversano alle frontiere in decine di migliaia.
- L’ex ministro della Giustizia, Musfafa Abdel Gelil, (qui con BHL), che aveva fatto torturare le infermiere bulgare, diventa capo del governo provvisorio.
Non riuscendo a convincere tutti i membri del CNLT ad appellarsi agli occidentali, Abdel Gelil nomina un Comitato di crisi che gode di pieni poteri ed è presieduto dall’ex numero due del governo di Gheddafi, Mahmud Gibril, di ritorno dal Cairo.
A Parigi si ammira il modo in cui Washington gestisce gli eventi. Eppure, contraddicendo le informazioni provenienti da Bengasi e dalle Nazioni Unite, diplomatici e giornalisti a Tripoli assicurano di non presagire nulla che possa far pensare a una rivoluzione. Ma poco importa la verità, se le apparenze sono propizie. E così il “filosofo” Bernard-Henri Lévy persuade i francesi che la causa è giusta, assicurandosi di aver convinto lo stesso presidente della Repubblica a impegnarsi per la libertà dopo l’incontro con i libici “rivoluzionari”.
L’esercito francese preleva Mahmud Gibril e lo conduce a Strasburgo, dove egli chiede al Parlamento europeo l’intervento “umanitario” occidentale. Il 10 marzo Nicolas Sarkozy e il premier inglese David Cameron scrivono al presidente dell’Unione Europea per chiedere di riconoscere il CNLT al posto del “regime” e per imporre una no-fly zone [9]. Con perfetta coordinazione, il deputato verde francese Daniel Cohn-Bendit – agente d’influenza degli Stati Uniti dal maggio ’68 – e il liberale belga Guy Verhofstadt, riescono – il giorno stesso – a far adottare dal Parlamento europeo una risoluzione che denuncia il “regime” di Gheddafi e invita a prendere il controllo dello spazio aereo libico per proteggere la popolazione civile dalla repressione del dittatore [10]. Sempre lo stesso giorno, il segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, rende noto il lavoro in corso sugli strumenti tecnici necessari per l’attuazione della no-fly zone.
Il 12 marzo la Lega araba vota a favore della no-fly zone nonostante l’opposizione di Algeria e Siria.
Unica stonatura in questo concerto unanime è la Bulgaria che, memore del fatto che Abdel Gelil aveva coperto le torture alle infermiere bulgare e al medico palestinese, rifiuta di riconoscere il CNLT. Da parte sua, l’Unione africana è fortemente contraria a qualsiasi intervento militare straniero.
- Il Libro Verde di Muammar Gheddafi.
Il 19 marzo si incontrano a Parigi 18 nazioni (Germania, Belgio, Canada, Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Spagna, Stati Uniti, Francia, Grecia, Italia, Iraq, Giordania, Marocco, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Qatar e Regno Unito) e 3 organizzazioni internazionali (Lega araba, Unione Europea e ONU) per annunciare l’intervento militare imminente [11]. Poche ore dopo, la Francia scavalca i partner e attacca per prima.
In Siria la situazione è diversa e procede più lentamente. Gli appelli a manifestare del 4, 11, 18 e 25 febbraio e del 4 e 11 marzo a Damasco non sortiscono alcun effetto. Anzi, è in Yemen e in Bahrein che il popolo scende in piazza senza alcun invito.
Nello Yemen i Fratelli musulmani – tra cui la giovane Tawakkul Karman, che in seguito vincerà il Nobel per la Pace – danno il via a una “rivoluzione”. Ma, come nel caso della Libia, il paese si fonda su un’organizzazione tribale, per cui non è possibile disporre di una lettura prettamente politica degli eventi.
- Nicolas Sarkozy dà istruzioni a Alain Bauer per contrastare la rivoluzione in Bahrein.
Il caos si propaga per contagio, ma resta ancora da far credere che siano stati i popoli a ispirarlo e che l’obiettivo sia l’instaurazione della democrazia.
(Segue…)
[1] « Déclaration franco-britannique sur la coopération de défense et de sécurité », Réseau Voltaire, 2 novembre 2010.
[2] “Washington cerca il sopravvento con "l’alba dell’odissea" Africana”, di Thierry Meyssan, Traduzione di Alessandro Lattanzio, Rete Voltaire, 20 marzo 2011.
[3] “Sarkozy manovra la rivolta libica”, di Franco Bechis, Libero, 23 marzo 2011.
[4] « Un avion présidentiel dans la 4e dimension », par Patrimoine du Peuple, Comité Valmy , Réseau Voltaire, 6 mars 2011.
[5] Rapporto dell’intelligence estera libica.
[6] « Résolution du Conseil des droits de l’homme sur la situation en Libye », Réseau Voltaire, 25 février 2011.
[7] « Résolution 1970 et débats sur la Libye », Réseau Voltaire, 26 février 2011.
[8] « Quand flottent sur les places libyennes les drapeaux du roi Idris », par Manlio Dinucci, Traduction Marie-Ange Patrizio, Réseau Voltaire, 1er mars 2011.
[9] « Lettre conjointe de Nicolas Sarkozy et David Cameron à Herman Van Rompuy sur la Libye », par David Cameron, Nicolas Sarkozy, Réseau Voltaire, 10 mars 2011.
[10] « Résolution du Parlement européen sur le voisinage sud, en particulier la Libye », Réseau Voltaire, 10 mars 2011.
[11] « Déclaration du Sommet de Paris pour le soutien au peuple libyen », Réseau Voltaire, 19 mars 2011.
[12] « La France impliquée dans la répression des insurrections arabes », Réseau Voltaire, 3 mars 2011.
[2] “Washington cerca il sopravvento con "l’alba dell’odissea" Africana”, di Thierry Meyssan, Traduzione di Alessandro Lattanzio, Rete Voltaire, 20 marzo 2011.
[3] “Sarkozy manovra la rivolta libica”, di Franco Bechis, Libero, 23 marzo 2011.
[4] « Un avion présidentiel dans la 4e dimension », par Patrimoine du Peuple, Comité Valmy , Réseau Voltaire, 6 mars 2011.
[5] Rapporto dell’intelligence estera libica.
[6] « Résolution du Conseil des droits de l’homme sur la situation en Libye », Réseau Voltaire, 25 février 2011.
[7] « Résolution 1970 et débats sur la Libye », Réseau Voltaire, 26 février 2011.
[8] « Quand flottent sur les places libyennes les drapeaux du roi Idris », par Manlio Dinucci, Traduction Marie-Ange Patrizio, Réseau Voltaire, 1er mars 2011.
[9] « Lettre conjointe de Nicolas Sarkozy et David Cameron à Herman Van Rompuy sur la Libye », par David Cameron, Nicolas Sarkozy, Réseau Voltaire, 10 mars 2011.
[10] « Résolution du Parlement européen sur le voisinage sud, en particulier la Libye », Réseau Voltaire, 10 mars 2011.
[11] « Déclaration du Sommet de Paris pour le soutien au peuple libyen », Réseau Voltaire, 19 mars 2011.
[12] « La France impliquée dans la répression des insurrections arabes », Réseau Voltaire, 3 mars 2011.
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