25 giugno 2019.
Vanessa Tomassini, inviata a Tripoli per Notizie Geopolitiche, che cura questo sito di approfondimento Speciale Libia, ha rilasciato una lunga intervista al canale libico 218 News,
dopo quasi due mesi di permanenza nell’est e nell’ovest della Libia. La
collega, dopo aver coperto gli scontri in e intorno a Tripoli,
collegandosi in diretta con TV e radio nazionali, si è recata a Bengasi,
Derna ed Al-Beida, malgrado l’ambasciata d’Italia a Tripoli l’avesse
fortemente sconsigliata. “Dopo 5 giorni a Tripoli, quando ho pubblicato
il racconto del fronte di guerra, un funzionario dell’ambasciata
italiana mi ha contattata perchè l’Ambasciatore Giuseppe Buccino voleva
vedermi”. Racconta Vanessa, aggiungendo che secondo l’ambasciata “ero in
pericolo e mi consigliavano di lasciare il Paese immeditamente”.
Non
curante degli avvertimenti dei diplomatici italiani, Vanessa Tomassini è
rimasta a Tripoli fino al 22 aprile, quando, dopo aver visto dei
terroristi ed essere stata informata – dalle stesse milizie del Governo
di Accordo Nazionale che l’avevano accompagnata al fronte – della
presenza di elementi di Ansar al-Sharia a Tariq al-Matar ed Ain Zara.
Come già approfondito da Speciale Libia, la presenza di terroristi al
fronte con le forze di al-Serraj è certa, e la collega ha rivelato
alcuni nomi e cognomi, le cui foto e video sono state già pubblicate da
Speciale Libia nei giorni precedenti.
Di fronte alle domande incalzanti del giornalista, la Tomassini ha
confessato di aver avuto sempre problemi a raggiungere il Paese
nordafricano, di cui si occupa quotidianamente da quasi 3 anni. In
particolare, la collega sostiene di essere stata abusata da un alto
funzionario di sicurezza del Governo di Accordo Nazionale, il 27
novembre 2018, mentre si trovava al Concord Hotel a Tunisi. La collega,
palesemente in difficoltà nel toccare questo argomento, non ha voluto
approfondire sulla questione, aggiungendo soltanto che l’ufficiale, che
aveva contatto precedentemente per un’intervista ed accolto recentemente
a Roma dalle autorità italiane, ha cercato di approfittare di lei
sfruttando la possibilità di un aiuto nel rilascio del visto. “E’
entrato nella mia stanza, ha spento le luci e ha messo via i telefoni
per essere certo che non potessi registrare”. Ha detto.
Riguardo al caso del ricercato internazionale, Mahmoud al Werfalli,
la Tomassini ha detto che il suo account Twitter è stato chiuso dopo
aver pubblicato l’intervista a Mohamed al-Gali, sospettatto dalla Corte
Internazionale di Giustizia di essere con al-Werfalli durante le
esecuzioni di massa. La giornalista ha spiegato di “aver pubblicato
solamente le dichiarazioni di al-Gali e quanto riferitole dalle persone
che ha incontrato a Bengasi” aggiungendo che nel capoluogo della
Cirenaica ha visto diverse automobili con i poster di Werfalli,
considerato da molti un eroe nazionale per la sua lotta contro i gruppi
terroristici, come Daesh, al-Qaeda ed Ansar al-Sharia. Vanessa ha posto
ai suoi lettori e ai telespettatori una domanda: “di fronte alla lotta
al terrorismo è possibile tenere conto dei diritti umani o è necessario
metterli da parte?”. Ha poi precisato che molti Paesi europei, come
l’Inghilterra, dopo l’attentato di Manchester, si sono interrogati sulla
questione. Tomassini emulando il gesto di Gheddafi durante
l’intervista, ha denunciato la totale assenza di libertà a Tripoli ed ha
rivendicato la sua libertà di opinione: “se per me Mahmoud al-Werfalli è
un eroe, devo essere libera di dirlo, ciò non significa che supporti le
esecuzioni di massa”.
Durante la trasmissione, Tomassini ha anche spiegato al giornalista
le differenze tra Tripoli e Bengasi. “La differenza è visibile già
all’arrivo in areoporto. Ogni volta che sono arrivata all’areoporto di
Mitiga ho avuto tanta paura, per la presenza di molti giovani armati con
le barbe lunghe, mentre al Benina sembra di essere in un comune scalo
internazionale, puoi bere qualcosa, fumare una sigaretta o bere un caffè
nell’attesa”. La collega ha espresso apertamente più volte il suo amore
per la Libia, e si è detta dispiaciuta nel vedere lo stato in cui versa
la capitale, dove uomini armati affiliati al Governo di Serraj usano
delle maschere, o sono incappucciati. “Perchè un ufficiale di polizia
dovrebbe coprirsi il viso?” Ha domandato la collega.
Preso da: https://specialelibia.it/2019/06/25/tomassini-a-218-news-sono-stata-violentata-da-un-alto-funzionario-di-serraj-werfalli-un-eroe/
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