Oltre due milioni di visualizzazioni in poche settimane, considerando
solamente il canale YouTube. cSono questi i numeri ottenuti da
Slaughterbots, il cortometraggio prodotto e distribuito da Future of
Life, un’organizzazione sostenuta anche da Elon Musk e Stephen Hawking.
La scena shock arriva dopo 5 minuti dall’inizio colpendo dritto al cuore l’immaginazione di chi, fino a quel punto, credeva solo di assistere a un’affascinante presentazione commerciale di un CEO della Silicon Valley. Dal bagagliaio di un van esce uno sciame di mini droni, grandi quanto il palmo di una mano.
La destinazione finale dello stormo è un’università raggiunta in pochi minuti tramite un sistema GPS installato nei droni, capace anche di navigare all’interno dell’edificio grazie ad alcuni sensori (telecamere, radar, ecc.) e alla mappa precaricata della struttura.
Il target dell’azione sono alcuni studenti che, loro malgrado, si sono “intromessi in questioni politiche”, diffondendo un video che condanna malaffare e corruzione. La loro attività sui social non è infatti sfuggita ad un software di monitoraggio capace di acquisire e processare post, tweet e altri contenuti social, filtrando i messaggi “scomodi” e risalendo all’autore attraverso le sue fotografie.
Le immagini vengono poi utilizzate dal sistema di riconoscimento facciale installato nel drone per portare a termine con precisione ed efficacia la sua missione, ovvero fare esplodere la carica di 3 grammi di esplosivo a pochi centimetri dalla fronte dei soli studenti target.
Un video davvero scioccante, almeno per due ragioni. In primo luogo i mini droni, anche se attualmente meno capaci e smart di quelli mostrati nel filmato, fanno già parte della nostra realtà consolidata. Lo testimonia un video pubblicato dalla Difesa americana che mostra un jet delle forze aeree americane liberare in volo un centinaio di droni che, secondo William Roper del DoD, “sono già capaci di operare collettivamente, condividendo scelte e decisioni, esattamente come uno sciame di insetti”.
Parallelamente, la cronaca ci insegna che esistono già piattaforme di monitoraggio in grado di profilare gli utenti del web e dei social, come i software per il riconoscimento facciale e altre tecnologie presenti nel video.
In secondo luogo la disponibilità di queste tecnologie (drone, software di profilazione, ecc.) non costituisce certo una barriera di accesso insormontabile. In altri termini, presto non sarà prerogativa dei soli governi equipaggiarsi di armi infallibili da cui sarà molto difficile proteggersi. Anche un privato cittadino moderatamente danaroso potrà, in prospettiva, acquisire uno sciame di una decina di droni di pochi centimetri per neutralizzare anche le difese più efficaci, e colpire chiunque.
Quindi, se vi interessa conoscere le armi del prossimo futuro, il consiglio è di investire sette minuti del vostro tempo cliccando su questo link. Come accade in questi casi, è opportuno dire che la visione è vivamente sconsigliata a coloro che sono facilmente impressionabili.
Comprenderete anche perché la comunità scientifica ha avviato una campagna di sensibilizzazione contro la diffusione delle “autonomous weapons”, cioè armi dotate di intelligenza artificiale che possono decidere in autonomia quando e come agire. Buona visione, buona riflessione.
Foto: Youtube e Tech.co
Preso da: http://www.analisidifesa.it/2018/01/la-super-arma-del-futuro-uno-sciame-di-droni-di-5-centimetri-dotati-di-intelligenza-artificiale/
La scena shock arriva dopo 5 minuti dall’inizio colpendo dritto al cuore l’immaginazione di chi, fino a quel punto, credeva solo di assistere a un’affascinante presentazione commerciale di un CEO della Silicon Valley. Dal bagagliaio di un van esce uno sciame di mini droni, grandi quanto il palmo di una mano.
La destinazione finale dello stormo è un’università raggiunta in pochi minuti tramite un sistema GPS installato nei droni, capace anche di navigare all’interno dell’edificio grazie ad alcuni sensori (telecamere, radar, ecc.) e alla mappa precaricata della struttura.
Il target dell’azione sono alcuni studenti che, loro malgrado, si sono “intromessi in questioni politiche”, diffondendo un video che condanna malaffare e corruzione. La loro attività sui social non è infatti sfuggita ad un software di monitoraggio capace di acquisire e processare post, tweet e altri contenuti social, filtrando i messaggi “scomodi” e risalendo all’autore attraverso le sue fotografie.
Le immagini vengono poi utilizzate dal sistema di riconoscimento facciale installato nel drone per portare a termine con precisione ed efficacia la sua missione, ovvero fare esplodere la carica di 3 grammi di esplosivo a pochi centimetri dalla fronte dei soli studenti target.
Un video davvero scioccante, almeno per due ragioni. In primo luogo i mini droni, anche se attualmente meno capaci e smart di quelli mostrati nel filmato, fanno già parte della nostra realtà consolidata. Lo testimonia un video pubblicato dalla Difesa americana che mostra un jet delle forze aeree americane liberare in volo un centinaio di droni che, secondo William Roper del DoD, “sono già capaci di operare collettivamente, condividendo scelte e decisioni, esattamente come uno sciame di insetti”.
Parallelamente, la cronaca ci insegna che esistono già piattaforme di monitoraggio in grado di profilare gli utenti del web e dei social, come i software per il riconoscimento facciale e altre tecnologie presenti nel video.
In secondo luogo la disponibilità di queste tecnologie (drone, software di profilazione, ecc.) non costituisce certo una barriera di accesso insormontabile. In altri termini, presto non sarà prerogativa dei soli governi equipaggiarsi di armi infallibili da cui sarà molto difficile proteggersi. Anche un privato cittadino moderatamente danaroso potrà, in prospettiva, acquisire uno sciame di una decina di droni di pochi centimetri per neutralizzare anche le difese più efficaci, e colpire chiunque.
Quindi, se vi interessa conoscere le armi del prossimo futuro, il consiglio è di investire sette minuti del vostro tempo cliccando su questo link. Come accade in questi casi, è opportuno dire che la visione è vivamente sconsigliata a coloro che sono facilmente impressionabili.
Comprenderete anche perché la comunità scientifica ha avviato una campagna di sensibilizzazione contro la diffusione delle “autonomous weapons”, cioè armi dotate di intelligenza artificiale che possono decidere in autonomia quando e come agire. Buona visione, buona riflessione.
Foto: Youtube e Tech.co
Preso da: http://www.analisidifesa.it/2018/01/la-super-arma-del-futuro-uno-sciame-di-droni-di-5-centimetri-dotati-di-intelligenza-artificiale/
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