La strategia del caos e della tensione, gli
omicidi attribuiti al governo anche quando le prove sono opposte. Nella
piazza di Caracas il solito copione.
11 maggio 2017
Cronaca di sangue, anche ieri, in Venezuela. Sangue e non solo, perché è in pieno svolgimento anche la campagna "puputov" (molotov di escrementi), lanciata dalle destre contro il governo, e ripresa con enfasi dalle agenzie internazionali.
Tratto da:
https://www.facebook.com/geraldina.colotti/posts/1407388629309041?pnref=story.
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Questa immagine non proviene dalle barricate di Euromajdan a Kiev nel 2014, ma somiglia come se la rappresentazione muovesse dalla stessa regia.
Questo ragazzo è stato ucciso dopo aver tenuto un incontro filo-Maduro. L'hanno fatto passare per vittima del governo. Anche su Repubblica.it. Nessuna correzione successiva, naturalmente.
di Geraldina Colotti.
Per conoscerne i dettagli, digitare in google immagini "puputov Venezuela".
Avvenenti vedette nazionali, spiegano come preparare la bomba di escrementi,
raccolti nelle case e nelle scuole private, e come lanciarle sulla
Guardia Nacional Bolivariana (Gnb), su chi non partecipa alle proteste e
su quanti manifestano in sostegno al governo.
Il momento è drammatico, ma la satira ci
è andata a nozze: se la Dichiarazione di indipendenza degli Stati uniti
mette al centro "la libertà e la ricerca della felicità", il Venezuela
caraibico di Simon Bolivar persegue "il massimo di felicità possibile", e
ai funerali piange ma balla e canta... "Se la fate così grossa, vuol
dire che mangiate bene", ha sintetizzato un vignettista evidentemente
convinto che i principali problemi del paese siano determinati dalla "guerra economica" dei poteri forti, dallo stratosferico aumento dei prezzi e dall'accaparramento dei prodotti basici sussidiati dal governo.
Ha però perso la voglia di sorridere l'equipe della nota Tv privata Globovision, aggredita
ieri dalle bombe di cui sopra rafforzate con pietre e pittura. La
macchina ha sbandato, è finita contro un palo e gli occupanti hanno
rischiato la vita. E' successo nel quartiere di Altamira, nella parte
agiata di Caracas, dove più forti sono le proteste delle destre.
Attaccata anche una troupe del programma satirico Zurda Konducta
(Vtv), mentre un cronista di Afp ha rischiato di essere bruciato vivo
da un gruppo di incappucciati. Gli agenti lo hanno soccorso e salvato,
ma le fotografie diffuse mostravano un giovane civile portato via da due
divise per essere arrestato. Un altro episodio da mettere sul conto
della "repressione". L'agenzia ha poi presentato pubbliche scuse, ma
nessuno le ha riprese.
Un altro giornalista è morto, invece, a La Mercedes, sempre nell'est della capitale. Si chiamava Miguel Castillo e aveva 27 anni. Una biglia di ferro gli ha trapassato il cuore. Anche le istruzioni su come sparare proiettili casarecci con armi artigianali si trovano nei siti radicali di opposizione, e un fotografo di Reuters le ha mostrate già dal 1° maggio.
E' morto così il giovane violinista Armando Canizales, 17 anni.
Si è trovato sulla linea di tiro di un proiettile simile, diretto alla
Gnb. La sua morte ha provocato la reazione del noto direttore
d'orchestra Dudamel. Pressato da mesi dalla stampa internazionale
(anche italiana) perché considerato vicino al chavismo, Dudamel ha
finito per inviare da Los Angeles un comunicato "contro la
repressione".
Il deputato di opposizione Freddy Guevara ha dichiarato: "hanno
ammazzato un ragazzo di 17 anni mentre Maduro ballava", alludendo al
programma televisivo del presidente. Le indagini e anche un'inchiesta
del giornale spagnolo La Vanguardia (non certo favorevole al chavismo) hanno però messo in luce la diversa realtà.
In base alle testimonianze di manifestanti, è emersa la strategia delle destre radicali di provocare quanti più morti possibili da addebitare alla "dittatura".
"C'è un gruppo legittimo di manifestanti ma purtroppo ci sono anche
gruppi estremisti nelle proteste e mi risulta che l'opposizione li
paghi, ne conosco alcuni. Il musicista lo hanno ucciso e poi
l'opposizione ha detto che era stato il governo. C'è una manipolazione
senza limiti, per i leader di opposizione, più giovani muoiono e meglio
è". Così ha detto alla Vanguardia Aarón Troconiz, 27 anni, studente dell'Università bolivariana di Caracas.
Denunciata anche la presenza di giovanissimi, "contrattati" per creare il caos.
Qualche artista ha fatto notare a Dudamel che, nonostante la crisi, i
soldi per l'Orchestra e per i viaggi dei suoi musicisti non sono mai
mancati, nonostante i rilievi di chi avrebbe voluto porre quelle risorse
altrove. Le destre tornate in campo in America latina - come Temer in Brasile - hanno per prima cosa abolito il ministero della Cultura.
Nel Tachira sono stati arrestati anche dei poliziotti della Pnb,
accusati di aver sparato a bruciapelo contro un giovane, però fuori
dalla piazza a cui non sono preposti. L'opposizione ha protestato perché
chi viene arrestato per le violenze può essere giudicato dai tribunali
militari, rischiando una pena fino a vent'anni. Il governo ha risposto
ricordando la legge che prevede il ricorso al tribunale militare in caso
di attacco armato a funzionari di polizia. La Gbn non può portare armi,
solo lacrimogeni e idranti.
In piazza, però, si verificano omicidi mirati da parte di chi ha evidentemente interesse a provocare il caos. E fa riflettere che anche un altro giovane, Juan Pernalete, sia rimasto ucciso come il violinista e sempre nella zona che dipende dal comune di Chacao, il cui sindaco, Ramon Muchacho, è un pasdaran della cacciata violenta di Maduro dal governo.
Ieri è stato ammazzato un moto-taxista (un militante chavista) ed è
stato ferito il suo passeggero. Una sessantenne è rimasta gravemente
ustionata dalle molotov. Dall'inizio degli scontri, sono stati uccisi
cinque Gbn.
Maduro ha lanciato la proposta di un'Assemblea costituente, una
richiesta avanzata anche dalle destre, che però ora la rifiutano e il
parlamento a maggioranza di opposizione l'ha bocciata. Respinto da parte dei vescovi anche l'appello del papa alla pace.
Nonostante il chavismo abbia liberato 7 politici detenuti, come
stabilito durante i colloqui di pace, le destre hanno rovesciato
comunque il tavolo, forti dell'appoggio del presidente USA Donald Trump e del Segretario generale dell'Organizzazione degli stati americani (Osa), Luis Almagro.
Ieri, l'organizzazione internazionale, da cui Caracas ha deciso di
uscire, ha nuovamente tentato di far fissare una riunione urgente sul
Venezuela, ma i paesi progressisti latinoamericani l'hanno respinta. Per
ora.
Tratto da:
https://www.facebook.com/geraldina.colotti/posts/1407388629309041?pnref=story.
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Questa immagine non proviene dalle barricate di Euromajdan a Kiev nel 2014, ma somiglia come se la rappresentazione muovesse dalla stessa regia.
Questo ragazzo è stato ucciso dopo aver tenuto un incontro filo-Maduro. L'hanno fatto passare per vittima del governo. Anche su Repubblica.it. Nessuna correzione successiva, naturalmente.
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