“L’economia è a punto molto critico – ha detto al Finanzial Times, Mustafa Sanalla, presidente della Noc – e le relazioni tra i due governi (quello di Tripoli e quello di Tobruk, ndr) sono molto tese. Tutto ciò ha avuto effetti sull’industria petrolifera”.
A pesare sulla bilancia libica ci sono poi i prezzi del petrolio in picchiata libera sui mercati internazionali: un fatto che ha reso ancora più problematica una situazione che era già difficile da affrontare.
Il petrolio è ancora oggi l’unico vero pilastro dell’econoia libica, e proprio per questo motivo il paese rischia di crollare. Secondo il Fondo monetario internazionale, la Libia vedrà ridursi il proprio pil nel 2016 a un ritmo più veloce di un paese in guerra come la Siria e di paesi che si reggono sul petrolio come Venezuela e Guinea Equatoriale.
Nonostante la formazione di un governo di unità nazionale, il paese resta diviso in varie aree di influenza, occupato da fazioni armate rivali, ‘governato’ da due parlamenti e potrebbe essere presto teatro operativo di nuovi interventi militari internazionali. La Noc resta una delle poche realtà ancora funzionanti, ma deve fare i conti con l’anarchia generale e con una produzione petrolifera che è il 20% di quella del 2011.
Fonte: http://atlasweb.it/2016/01/25/libia-crollo-della-produzione-petrolifera-i-conti-non-tornano-e-regna-ancora-il-caos-579.html
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