Sarebbe privo di valore l’accordo di cooperazione sottoscritto da Libia e Italia per il controllo del flusso di migranti. A dirlo un tribunale di Tripoli.
Secondo alcuni media libici, il tribunale di Tripoli avrebbe bloccato qualsiasi accordo fra Italia e Libia in tema di migranti. Uno stop sul quale non sono arrivate – e forse non arriveranno – notizie ufficiali, a conferma dello stato di caos nel quale ancora versa il Paese, ma che potrebbe rappresentare un serio ostacolo al tentativo di prendere il controllo della cosiddetta rotta mediterranea.
“Un tribunale di Tripoli”, ha scritto nei giorni scorsi il sito Libya Herald, “ha bloccato qualsiasi accordo sui migranti derivante dal memorandum of understanding (MoU)”. La firma apposta dal leader riconosciuto dalla comunità internazionale, Fayez Al Sarraj, risulterebbe quindi priva di valore, stando alla notizia diffusa dal Libya Herald. Il tribunale si sarebbe pronunciato sulla questione a seguito di un esposto presentato da “sei persone fra cui l’ex ministro della Giustizia Salah Al-Marghani”, ha spiegato il sito libico, esposto incentrato sulla verifica di legittimità del Governo di Accordo Nazionale di Al Sarraj (ancora privo dell’appoggio del Parlamento di Tobruk).
La questione politica, in Libia, rimane ancora molto complessa. Al governo sostenuto dalle Nazioni Unite e presieduto, appunto, da Fayez Al Sarraj, si contrappongono le fazioni che vorrebbero attribuire un ruolo centrale anche al generale Khalifa Haftar. Ne è conseguita, all’interno del Parlamento libico, una divisione che, al momento, rappresenta un vero e proprio stallo.
L’Italia, dall’inizio dell’anno ovvero dall’insediamento del nuovo premier Paolo Gentiloni, ha spinto molto per il raggiungimento di un accordo con la Libia finalizzato ad ottenere il coinvolgimento e l’aiuto del Paese nel controllo del flusso di migranti.
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