di Gianandrea Gaiani 7 maggio 2016
Un’Europa sempre più succube e “disarmata” di fronte ai traffici di
immigrati clandestini: questa in concreto la fotografia che emerge dal
rapporto dell’Europol in
cui il territorio del Vecchio Continente rappresenta una sorta di
“terra di nessuno” priva di leggi in cui chiunque può sbarcare e
pretendere asilo e assistenza.
“Il 90% dei migranti ha dichiarato di aver utilizzato servizi
illegali che hanno facilitato il loro viaggio verso l’Unione europea” ha
spiegato il direttore di Europol, Rob Wainwright, al Comitato Schengen.
Frase che tradotta dal linguaggio burocratico significa che la quasi
totalità degli stranieri giunti in Europa lo ha fatto non solo
illegalmente ma pagando profumatamente organizzazioni criminali che,
sostiene sempre Wainwright, “abbiamo calcolato abbiano registrato, solo
l’anno scorso un fatturato compreso tra i 3 e i 6 miliardi di euro”
“Abbiamo
identificato 40mila trafficanti di uomini e individuato più di 100
imbarcazioni sospette:: si tratta di gruppi multinazionali composti da
persone originarie dei Paesi di provenienza dei migranti, come la Siria,
o di transito, come la Turchia, ma anche da molti Paesi europei”.
Questa industria criminale prevede molti attori ovvero “trafficanti,
reclutatori, riciclatori di denaro” e coinvolge i migranti in una serie
di attività ‘illecite come “prostituzione e spaccio di droga”.
In pratica il traffico di immigrati clandestini è divenuto “ il
settore criminale in più rapida ascesa in Europa” perché il più
redditizio grazie al fatto che nessun clandestino è mai stato respinto,
cioè riportato sulle spiagge del Paese da dove era salpato e nessuno è
stato espulso successivamente, neppure quando si tratta palesemente di
migranti economici e non di profughi di guerra.
“L’infrastruttura
criminale – ha aggiunto il direttore di Europol – è coinvolta e
partecipa anche alla cosiddetta distribuzione dei migranti una volta
arrivati nel territorio dell’Unione Europea”.
Il collegamento “fra il fenomeno della migrazione e le altre attività
criminali – ha sottolineato – come il traffico di sostanze
stupefacenti, è sempre più forte. Siamo anche molto preoccupati per le
possibili connessioni tra reti terroristiche, trafficanti e
contrabbandieri”.
La minaccia terroristica è infatti “ancora molto alta, la più grave
dai tempi dell’11 settembre e temo un probabile nuovo attacco in Europa
in futuro” ha aggiunto il direttore di Europol annunciando come
contromisure “un meccanismo di difesa sulle frontiere europee basato
sull’agenzia Frontex e l’intensificazione delle attività di polizia di
frontiera”.
Misure
destinate probabilmente a rivelarsi van e senza la determinazione
politica a bloccare e respingere i flussi migratori illegali .
Wainwright ha lamentato come la risposta alle organizzazioni
criminali “è resa meno efficace per la mancanza di cooperazione dei
Paesi di partenza dei migranti come la Siria” ma il rovescio della
medaglia è un’Europa che accogliendo tutti non esprime alcuna deterrenza
né nei confronti dei criminali né tanto meno nei confronti dei Paesi di
origine dei migranti che nel caso degli sbarchi in Italia dalla Libia
sono quasi tutti africani.
Anzi
la politica della Ue sembra voler incentivare i flussi clandestini
incrementando il business dei trafficanti punendo con multe salate quei
Paesi che si rifiutano di accogliere i richiedenti asilo privi di
documenti.
Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia (i Paesi del
cosiddetto Gruppo di Visegrad) sono in rivolta contro l’ipotesi di un
“equo meccanismo” di ridistribuzione di richiedenti asilo e il
“contributo di solidarietà” da 250mila euro per ogni profugo non
accolto, previsti dalla proposta della Commissione Ue per la riforma di
Dublino.
Un’iniziativa
che rischia di spaccare ulteriormente la Ue, a cui non a caso è
espresso il suo plauso il presidente della Camera italiana Laura
Boldrini) ma considerato “un ricatto inaccettabile” dal ministro degli
Esteri ungherese Peter Szijjarto, mentre quello ceco Lubomir Zaoralek
definisce la proposta di Bruxelles “una spiacevole sorpresa”.
E dopo aver presentato ricorso, così come Bratislava, alla Corte Ue
contro lo schema di ricollocamenti da Italia e Grecia imposto con un
voto a maggioranza l’estate scorsa, ora Budapest è sempre più decisa ad
andare avanti col referendum contro le quote che il governo del premier
Viktor Orban indirà il quesito già entro ottobre.
Le
decisioni della Commissione non irritano solo il Gruppo di Visegrad. Il
presidente della Lituania Dalia Grybauskaite boccia l’iniziativa
dell’Unione poiché “le misure proposte dalla Commissione europea non
promuovono l’unità della Ue e una soluzione della crisi migratoria.
Un meccanismo automatico di trasferimento dei rifugiati sarebbero un
invito aperto ai migranti a venire in Europa senza restrizioni. Non
servirebbe a proteggere le frontiere esterne dell’Ue”.
Il Paese baltico ha accettato di accogliere 1.105 rifugiati da Siria, Iraq ed Eritrea ma solo fino al 2017.
Del resto le soluzioni “strategiche proposte in Italia da Matteo Renzi e
Laura Boldrini (che parla di Piano Marshall per l’Africa) e basate
sull’accoglienza e sul sostegno finanziario ai Paesi di provenienza dei
clandestini sono destinate al fallimento.
Se
anche i fondi dell’Europa migliorassero le condizioni di vita in Africa
gli sviluppi non sarebbero certo immediati e in ogni caso l’accoglienza
del welfare europeo resterebbe sempre un miraggio più attraente di
qualsiasi lavoro in Africa.
L’esperienza di decenni di cooperazione internazionale insegna però
che i fondi donati all’africa finiscono per la gran patte per alimentare
clientelismo e corruzione peggiorando le condizioni di vita della
popolazione.
Semmai la leva finanziaria andrebbe impiegata al contrario congelando
o bloccando definitivamente gli aiuti della cooperazione e sviluppo
stanziati da Italia e Ue ai Paesi africani che non si riprendono
immediatamente i loro cittadini giunti clandestinamente in Europa. O
applicando sanzioni alla Turchia, vera responsabile dei flussi balcanici
.
Se
invece di premiare i turchi con la rimozione dei visti e 6 miliardi di
euro l’Europa avesse applicato ad Ankara la metà delle sanzioni che
impone a Mosca la lira l’economia turca sarebbero crollate in una
settimana obbligando Recep Tayyp Erdogan a rinunciare a ricatti e
pretese.
L’unica decisione efficace e ragionevole che l’Europa dovrebbe
assumere è riposta nel respingimento di chi arriva attraverso canali
illeciti e l’espulsione immediata e forzata di quanti sono già arrivati
in Europa rivolgendosi al crimine organizzato.
Invece solo nelle ultime ore l’operazione navale italiana Mare
Sicuro, che dovrebbe proteggere gli interessi italiani e le
piattaforme dell’ENI di fronte alle coste libiche, ha raccolto 1.750
clandestini ….tutti africani e non certo siriani fuggiti dala guerra
come si vede molto vene dalle foto che pubblichiamo.
La
Missione europea EUNAVFOR MED/Sophia che dovrebbe “interrompere il
modello di business dei trafficanti” (lo disse Federica Mogherini)
collabora a raccogliere clandestini e a portarli in Italia favorendo di
fatto gli affari dei criminali.
In pratica le flotte italiane ed europee sono le migliori alleate dei trafficanti e operano a favore dell’illegalità.
La vera lezione circa l’accoglienza ai veri profughi di guerra alla
Ue la stanno impartendo Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti accogliendo
decine di migliaia di siriani selezionati e prelevati dai campi
profughi in Libano, Turchia e Giordania senza arricchire le cosche
criminali né accogliere chi non ha nessun titolo per chiedere asilo.
@GianandreaGaian
(con fonte Nuova Bussola Quotidiana)
Preso da: http://www.analisidifesa.it/2016/05/leuropol-fa-i-conti-in-tasca-ai-trafficanti-arricchiti-dalla-ue/
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