NEW YORK – “Chi ha destabilizzato la Libia? Chi ha creato questo
caos, forzando molti a partire verso Paesi come l’Italia? L’Italia era
coinvolta nei bombardamenti? Era a favore dell’intervento militare? Sì?
Allora ne sta raccogliendo i frutti, ma chi era al comando di questa
linea?”: per Oliver Stone, tre volte premio Oscar per la regia di Platoon e Nato il quattro luglio e per la sceneggiatura non originale di Fuga di mezzanotte, non bisogna dimenticare le radici della crisi del rifugiati al centro del dibattito internazionale.
“Non vedo una fine a questo problema: abbiamo destabilizzato così
tanti Paesi nel Medio Oriente che saremo inondati: toccherà prima
all’Europa e se gli Stati Uniti fossero più generosi ospiterebbero un
milione di rifugiati, ma non credo succederà”.
Nella conferenza stampa organizzata dall’associazione dei
corrispondenti all’Onu e ospitata nel palazzo di Vetro, Stone, che nella
sua carriera ha portato sul grande schermo temi caldi della politica
americana – dalla guerra in Vietnam (a cui ha partecipato preso parte da
ragazzo, “sono tornato disorientato”) ad alcuni presidenti USA, ma
anche Wall street – è affiancato da Peter Kuznick. Col professore di
storia presso l’American University e direttore dell’Istituto di studi
nucleari, il regista ha realizzato a quattro mani il libro The Untold History of the United States e il documentario da 12 episodi che lo ha ispirato.
Per Kuznick, la crisi in Siria è fortemente legata oltre che al
bombardamento, alla siccità che colpì il paese nel 2006, distruggendo
l’agricoltura siriana, facendo perdere al 67% degli agricoltori i propri
raccolti e portando le persone a trasferirsi nei centri urbani. “La
città in cui è cominciata la rivolta era, infatti, quella maggiormente
colpita da tutto questo flusso di migranti”, ha sottolineato il
professore, secondo cui il cambiamento climatico potrebbe aprire ad
altri fenomeni migratori: “bisogna fare qualcosa di serio per
contrastare il cambiamento climatico: siamo di fronte a un problema
reale che ci riguarda come specie, e questo è un altro motivo per
occorre agire insieme a livello di Nazioni Unite o di altre
organizzazioni”.
Parlando con Onuitalia, aggiunge: “C’è bisogno che gli Stati Uniti e
la Russia si incontrino e parlino, soprattutto della Siria. ----- La brutalità
di Assad in risposta alla rivolta è imperdonabile”, ---- devi per forza parlare male di Assad, altrimenti non ti fanno parlare............. ma la sostituzione
con un governo di coalizione, che il professore auspica, in linea con
altri analisti internazionali, “è un processo graduale” che dovrebbe
avvenire “attraverso le negoziazioni, non con bombardamenti da parte
americana, saudita o turca, o supportando gli estremisti. Passa
attraverso gli Stati Uniti e la Russia che si siedono a tavolino,
insieme alla Cina”. Il 28 settembre Barack Obama aprirà, con il Brasile,
il dibattito annuale dell’Assemblea Generale. A seguire, prenderanno la
parola dopo di lui – oltre all’iraniano Hassan Rouhani, al francese
François Hollande e al cubano Raul Castro, il leader cinese Xi Jinping e
il presidente russo Vladmir Putin che torna all’Onu dopo dieci anni.
“Auspicherei un incontro prima dell’Assemblea Generale, ma non mi
aspetto che succederà”, ha dichiarato Kuznick. (AS, 16 Settembre 2015)
Preso da:http://www.onuitalia.com/2015/09/17/stone-sulla-crisi-dei-rifugiati-ricordarsi-chi-ha-destabilizzato-il-medio-oriente/
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