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domenica 6 settembre 2015

Colonie, multinazionali, le sette sorelle… Il conto della disgrazia è nostro con le migrazioni

31 Agosto 2015

di MARCELLO RICCI
Morti in un autocarro rubato e poi abbandonato, morti nelle stive dei barconi, altri per naufragi e disagi. Vite spente. La morte è per sempre. Morte prematura chi cerca una vita migliore, rinunciando a crearla in patria . Ordine e lavoro, lavoro e ordine, basi del benessere. L’Africa è ricca, ma in molti stati non c’è lavoro. Alberi tagliati, miniere sfruttate , ma tutto lascia il continente per essere lavorato altrove.
 Prima il colonialismo, ora le multinazionali. Per invertire la rotta, basterebbe che i singoli governi degli stati africani imponessero alle multinazionali che quanto prelevato dal suolo, sottosuolo e mare può essere esportato solo come prodotto finito. Chi governa i singoli stati? Quale il vero significato delle primavere arabe? L’assassinio di Gheddafi ricorda in un certo modo quello di Enrico Mattei? Total contro Eni. Le sette sorelle che rifiutano la cugina spuria. Londra cervello e anima delle multinazionali, Parigi alleata, Berlino complice. Rei e correi. Il disastroso esodo modificherà il volto dell’Europa.
Chi di spada ferisce, di spada perisce e chi ha la disgrazia di essere la sponda più comoda subisce l’impatto. Dio strammaledica gli inglesi , la perfida Albione e le loro avide e disumane politiche. Muri, barriere di filo spinato, rimpatri, affondamento di barconi vuoti possono essere solo misure tampone, la soluzione del problema è in mano ai governi dei paesi del continente nero. Governi veri o al servizio del potere economico mondiale? La guerra valutaria in atto, è un segnale di un possibile capovolgimento dell’ordine mondiale? Riusciranno Mosca e Pechino a farci dimenticare Londra e Washington e riportare dollaro e sterlina nel ruolo di monete locali?

Preso da: http://www.lindipendenzanuova.com/colonie-multinazionali-le-sette-sorelle-il-conto-della-disgrazia-e-nostro-con-le-migrazioni/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews#

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