Le indagini sulla nave Falkvag che ha risalito le coste sarde seguita da unità da guerra francesi. L’allarme dell’Interpol: pericolo attentati dell’Isis
di Piero Mannironi 6 luglio 2015
Niente è come appare in questa strana storia che ha come protagonista un vecchio cargo battente bandiera della Sierra Leone, partito dalle coste libiche il 27 giugno scorso per Marsiglia. Intercettato da una squadra navale francese al largo delle coste ogliastrine il 30 giugno e poi perquisito una prima volta, dopo un lungo inseguimento, davanti alla base aerea di Solenzara, in Corsica. E infine scortato fino a Marsiglia, dove è stato perquisito altre due volte: prima in mare e poi in porto.
La Préfecture Maritime de la Méditerranée, a Tolone, da cinque giorni non rilascia dichiarazioni ufficiali, ma fa filtrare informalmente solo una frase: «Le bateau est clair», cioè la nave è “pulita”. Insomma, a quanto pare, il cargo Falkvag non stava trasportando armi, droga o sostanze radioattive e, meno che mai, migranti.
Caso chiuso, quindi? Apparentemente sì, ma sono troppe le ombre, le contraddizioni e le omissioni in questa storia per archiviarla frettolosamente senza cercare di comprendere cosa sia realmente accaduto. Molti indizi portano a credere che dietro la storia del “cargo dei misteri” si nasconda un’operazione contro il terrorismo islamico.
Per capire meglio è necessario fare un piccolo passo indietro. A una decina di giorni fa. A fine giugno, infatti, l’Interpol lancia l’allarme su un possibile attacco terroristico dell’Isis in un paese europeo che si affaccia nel Mediterraneo. La base dell’operazione è la Libia.
La notizia sarebbe stata intercettata dai servizi segreti francesi che avrebbero raccolto informazioni tra i contrabbandieri e i trafficanti di migranti che si muovono nella costa libica a ovest di Tripoli. Cioè, a Zuwara. L’informazione è giudicata «seria e attendibile» anche dall’intelligence italiana, nonostante la presenza degli estremisti dell’Isis in Libia sia concentrata soprattutto nella zona di Sirte, cioè a est di Tripoli.
In questo quadro, l’attenzione degli 007 francesi viene attirata dal cargo Falkvag che il 27 giugno parte da Zuwara per Marsiglia con un carico di rottami ferrosi. Non risulta un piano di navigazione e non è chiaro a chi debbano essere consegnati quei rottami.
Insomma, tutto fa pensare che sia un “obiettivo sensibile”, una tessera possibile del piano jihadista segnalato all’Interpol. I francesi agiscono con incredibile rapidità: quando infatti il Falkvag molla gli ormeggi, una piccola squadra navale della Marine Nationale parte da Tolone per intercettarlo.
La fregata D643 Jean De Vienne e la portaelicotteri per interventi anfibi d'attacco L9013 Mistral (con a bordo una squadra di incursori di marina), supportate dal rimorchiatore d'altura Abeille Flandre, procedono a tutta velocità verso il mare della Sardegna sud-orientale per bloccare quella vecchia carretta del mare che procede placidamente a poco più di sei nodi all’ora.
Probabilmente tutta l’operazione doveva restare segreta, ma qualcosa costringe i francesi a cambiare programma. Così, nella tarda mattinata di mercoledì primo luglio, la notizia filtra su alcuni media francesi: c’è una nave sospetta che sta risalendo le coste sarde diretta verso Marsiglia.
La Prefettura marittima del Mediterraneo da Tolone diffonde un comunicato molto stringato che conferma: «È in corso un’operazione di sorveglianza». Poi, le solite “voci”, probabilmente teleguidate, che alludono a un carico di migranti. Nessuno pensa in quei momenti che è quanto meno strano che due navi da guerra francesi intervengano così a nord, e soprattutto a poche miglia dalle coste sarde, per fermare qualche centinaio di disperati in fuga dalla guerra e dalla fame.
Ma perché i francesi decidono di rendere pubblica l’operazione? Controllando gli orari e la rotta seguita dal Falkvag attraverso i rilevamenti Gps, c’è una risposta possibile: la prefettura marittima di Tolone rompe il silenzio subito dopo che il cargo, che fino a quel momento aveva navigato in acque internazionali, vira verso terra sul traverso di Capo Monte Santo. Entra così in acque italiane. Forse i francesi non vogliono incidenti diplomatici e complicazioni internazionali e decidono di mascherare la loro operazione dietro il comodo alibi di un servizio di pattugliamento anti migranti.
Comincia uno strano inseguimento con la squadra navale francese che si mantiene sul confine delle acque internazionali. E in quelle ore cominciano a venire a galla le prime incongruenze della versione ufficiale. Prima di tutto l’identità del naviglio militare mobilitato.
La prefettura di Tolone parla infatti del pattugliatore d'alto mare Enseigne de vaisseau Jacoubet e del rimorchiatore d'altura Abeille Flandre. Ma gli identificativi Gps la smentiscono. Evidentemente si ha il timore di rivelare che le operazioni sono condotte da navi da guerra che nulla hanno a che vedere con i servizi di pattugliamento.
originale su: http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2015/07/06/news/giallo-in-mare-sospetti-di-terrorismo-per-il-cargo-partito-dalla-libia-1.11731673
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