Quante volte abbiamo sentito dire, da parte dei politici occidentali riguardo al problema dell’immigrazione, che si devono aiutare i paesi africani al fine di poter gestire in loco una proficua crescita sociale, culturale ed economica di quei popoli?
Da anni sentiamo i politici esternare
questa lodevole idea, e in questo periodo sembra sia l’unica alternativa
per riuscire ad arginare il problema migratorio che sta raggiungendo
numeri da esodo biblico. Non tutti sanno però che ancora oggi molti
paesi africani sono soggetti a leggi e tassazioni imposte da parte dei
colonialisti di un tempo, come Francia e Gran Bretagna, ma anche Germania, Portogallo, Italia, Belgio, Olanda e Spagna, seppur in misura minore. Molti di questi paesi occidentali, come è capitato all’Italia per crimini di guerra con l’Etiopia e la Libia, sono stati condannati da tribunali internazionali a pagare i danni causati alle popolazioni.
Di contro, altri paesi, come la Francia o la Gran Bretagna, godono tuttora dei proventi di quei colonialismi.
L’oppressione africana nella storia contemporanea
Il colonialismo è una macchia storica
infame in capo a chi l’ha perpetrata per secoli, purtroppo l’oppressione
economica in Africa, da parte dei paesi occidentali, continua a
esistere ancora oggi. Ci sono molti paesi africani costretti a pagare
una tassa coloniale alla Francia che per questo, continua a prosperare
sulle spalle di paesi poveri africani contando su introiti pari a circa
500 miliardi di dollari ogni anno.
Questa forma di tassazione è
oltraggiosa, priva di fondi economici quei popoli che per loro sono più
che necessari. Non solo, ma aggrava altresì il debito pubblico del
paese. Ma gli svantaggi sono anche peggiori, oltre a essere un peso
economico, i mali del colonialismo costringe intere popolazioni a
un’interminabile schiavitù del debito, il che risulta devastante per la
dignità e l’identità del popolo africano.
Guinea: un’indipendenza mai realizzata appieno
Nel 1958, quando la Guinea chiese l’indipendenza dal dominio coloniale francese, i francesi scatenarono una furia
inumana. Causarono più di tremila morti e costrinsero migliaia di
guineani a lasciare il paese, perdendo così le loro proprietà che
vennero tutte saccheggiate dai francesi prima di ritirarsi. Inoltre,
quel che non poteva essere depredato è stato distrutto: scuole, asili,
edifici della pubblica amministrazione, automobili, libri, medicine,
istituti di ricerca, e molto altro. Persino le macchine agricole, come i
trattori, vennero distrutti o sabotati mentre furono sterminati animali
e il cibo, stivato nei magazzini, venne o bruciato o avvelenato.
Fu una catastrofe per quel popolo, al
pari di un genocidio. Mai nessuno condannò la Francia per questo, anzi,
il colonialismo francese perdura attualmente.
La Guinea, distrutta dai francesi solo perché aveva ‘osato’ chiedere l’indipendenza, si trovò di fronte una sola alternativa, cioè quella di pagare una tassa alla Francia.
Il Togo ai tempi di De Gaulle
Sylvanus Olympio, il primo presidente della Repubblica del Togo, per porre fine alla colonizzazione francese, firmò un patto con il presidente De Gaulle accettando di pagare un debito annuale alla Francia per i cosiddetti “benefici della colonizzazione francese”.
Questo patto ha impedito che i francesi distruggessero il paese, come
prima era avvenuto in Guinea. L’importo richiesto e ottenuto dalla
Francia era enorme, tanto che il cosiddetto “debito coloniale” era pari al 40% del bilancio del paese nel 1963.
Il sogno di Olympio, che rimase tale,
era quello di costruire uno Stato indipendente e autosufficiente, ma i
francesi avevano ormai ipotecato l’intero loro futuro.
La Legione Straniera e i colpi di stato
La storia ha dimostrato che, nonostante
anni di lotta africana per liberarsi dagli oppressori, la Francia ha
ripetutamente usato molti legionari per organizzare ed effettuare colpi
di stato contro i presidenti democraticamente eletti. Ciò ha incluso Jean-Bedel Bokassa che assassinò David Dacko, il primo Presidente della Repubblica Centrafricana.
Negli ultimi cinquanta anni si contano
un totale di ben 67 colpi di stato verificatisi in 26 paesi africani, di
questi 16 sono ex colonie francesi. Ciò indica che la Francia ha
continuamente cercato il modo di accaparrarsi il controllo, e la loro ‘povera’ ricchezza, di molti paesi africani.
Tasse coloniali per miliardi
Ma non è solo la Guinea o il Togo ad
avere questo fardello, bensì, si badi bene, in tutto sono 14 i paesi
africani dove tuttora viene applicata una tassazione da parte dei
francesi.
A gennaio 2014,
14 paesi africani sono obbligati dalla Francia, attraverso un patto
coloniale, di pagare tasse pari all’85% delle loro riserve valutarie.
Queste tassazioni vengono eseguite sotto il diretto controllo da parte
della banca centrale francese e del ministero delle Finanze. Gli importi di questa tassazione vengono stimati in 500 miliardi di dollari ogni anno.
I leader africani che rifiutano di pagare o sono stati uccisi o si sono
ritrovati vittime di colpi di stato. I capi di stato che obbediscono
vengono sostenuti politicamente e ricompensati dalla Francia, garantendo
loro uno stile di vita sontuoso, mentre il loro popolo sopporta
condizioni di estrema povertà e disperazione.
I patti di colonizzazione francese
prevedono, a partire dal 1950, che i paesi africani devono depositare le
loro riserve monetarie nazionali alla banca centrale della Francia.
Negli anni la Francia ha continuato a trattenere le riserve nazionali di
questi quattordici paesi africani: Benin, Burkina Faso,
Guinea-Bissau, Costa d’Avorio, Mali, Niger, Senegal, Togo, Camerun,
Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo-Brazzaville, Guinea Equatoriale e il Gabon.
La Francia consente loro di accedere
solo al 15% del denaro ogni anno. Se hanno bisogno di più risorse,
nessun problema, la Francia li ‘agevola’ in questo: presta loro il denaro extra necessario, da parte del Tesoro francese, applicando i normali ‘tassi commerciali’.
La Francia ha quindi indebitato e
schiavizzato gli africani, appropriandosi di ogni ricchezza dell’Africa.
Il cosiddetto sventurato ‘Terzo Mondo’, in realtà
tanto povero non era. Ora quella popolazione fugge dalla carestia per
raggiungere un’Europa ricca, senza pensare che molti paesi europei dove
sono diretti, hanno determinato la carestia africana arricchendosi
ancora oggi appropriandosi delle loro ricchezze.
Quindi, la prossima volta che sentiamo dire in TV che i migranti africani fuggono dalla carestia, pensiamo anche alla Francia.
Preso da: http://altritempi.info/limpero-colonialista-francese-in-africa/
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