di Vanessa Tomassini –
L’appello del presidente del Consiglio supremo delle Tribù di Warshefana, Abu Amid al-Mabrouk, sul nostro giornale
è valso a poco o nulla. La regione di Warshefana, infatti è stata
sconvolta da crimini di guerra inenarrabili. Ancora una volta siamo
costretti a dover parlare di cadaveri, di civili, di uomini, donne e
bambini colpevoli di trovarsi al momento sbagliato nel posto sbagliato.
“Ventotto corpi sono stati ritrovati nella zona di Wadi al-Hira a ovest
della regione di Warshefana”.
Ad affermarlo è la Commissione per i
diritti umani in Libia attraverso un comunicato
dove informa che 14 corpi sono stati trasportati all’ospedale di Sbaah
ed altrettanti in quello di Tarhuna. Il comitato ha fatto appello “alla
Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) e all’Alto
Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite affinché lavorino da
subito per aprire un’inchiesta sulle circostanze del reato e l’entità
della violazione del diritto umanitario internazionale e della
Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra e del secondo
protocollo sui conflitti interni”. La commissione per i diritti umani ha
anche espresso le sue condoglianze ai familiari delle vittime che sono
in attesa di ricevere i corpi per dare loro una degna sepoltura.
Preso da: http://www.notiziegeopolitiche.net/libia-commissione-per-i-diritti-umani-28-cadaveri-trovati-nella-zona-di-wearshefana/
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