settembre 22, 2017
Leone Grotti
La rivelazione di Béchir Saleh,
ex braccio destro del Leader Gheddafi, sull’attacco che ha
destabilizzato l’intera regione: «I militari preferivano le armi russe.
Tripoli non voleva un rapporto privilegiato con Parigi»
Perché la Francia nel 2011 ha fatto guerra alla Libia,
destabilizzando un paese, rovinando una delle principale economie del
Nord Africa e innescando una crisi politico-militare che ancora oggi ha
enormi ripercussioni sulla vita dell’Europa? Non per problemi umanitari,
ma «per il mancato acquisto di armi francesi da parte di Tripoli per 4
miliardi». La dichiarazione è forte e per questo va precisato con
chiarezza chi ne è l’autore: Béchir Saleh.
TRATTATIVE CON PARIGI. Dopo sei anni di religioso silenzio, due settimane fa Saleh ha rilasciato un’intervista esclusiva televisiva a France 24 e un’altra al giornale Jeune Afrique.
È in quest’ultima che ha raccontato alcuni dettagli molto interessanti
sulle motivazioni che hanno spinto la Francia a fomentare la guerra che
porterà alla caduta e morte di uno dei dittatori più potenti e longevi
d’Africa. Quando nel febbraio del 2011 scoppiò la guerra e la Francia si
schierò contro Tripoli, Saleh si fece inviare da Gheddafi a trattare
con Parigi. Dopo un incontro con l’allora ministro degli Esteri, Juppé,
tornò in Libia con un’offerta per Gheddafi: «Lasciare il potere e
ritirarsi a Sirte. In questo caso non gli sarebbe accaduto nulla».
LE ARMI NON ACQUISTATE. Gheddafi però
rifiutò perché non si fidava delle deboli garanzie offerte dai francesi e
così Saleh venne inviato una seconda volta a Parigi, dove parlò
direttamente con Sarkozy e al quale pose solo una domanda da parte del
raìs: «Perché mi stai facendo questo?». Secca la risposta
dell’ex presidente della Repubblica: «Perché tu ti prendi gioco di me».
Che cosa intendeva dire? Ecco la versione di Saleh: «Secondo Sarkozy, la
Libia non aveva rispettato alcuni grandi contratti economici. Bisogna
dire, in effetti, che l’acquisto da parte di Tripoli di alcuni aerei
caccia Rafale, elicotteri e altri equipaggiamenti militari francesi, per
un valore totale di 4 miliardi di dollari, era stato bloccato perché i
capi del nostro esercito si erano opposti. Loro infatti erano abituati
agli armamenti russi e li preferivano».
«NESSUN LEGAME PRIVILEGIATO». Non solo.
«Inoltre, nell’entourage più intimo di Gheddafi, i figli Seif al-Islam,
Mountassim e Saadi, così come il primo ministro Baghdadi Mahmoudi, erano
contrari a instaurare un legame privilegiato con i francesi. Era una
posizione condivisa da molte persone e i contratti militari erano stati
davvero bloccati». Il resto, la caduta del dittatore, la crisi politica,
la divisione del paese, il tentativo di scippare all’Italia il
rapporto privilegiato con la sua ex colonia, è storia. Oggi Saleh è
tornato in campo e sta cercando di promuovere la riconciliazione di
tutte le parti politiche in Libia.
«GHEDDAFI SAPEVA DIRE NO». Il suo
rapporto con Gheddafi, non intende rinnegarlo: «L’Occidente l’ha dipinto
come un diavolo solo perché lui aveva la forza di dire di no. Lui amava
la Libia più di chiunque altro, l’Africa amava lui e io gli devo tutto.
Aveva degli atteggiamenti estremisti ed eccessivi a volte, ma era un
capo tribù che considerava i libici come suoi figli. Andate in Libia,
rimarrete stupiti dal vedere quanta gente ama ancora Gheddafi a sei anni
dalla sua morte. Lo amano tanto quanto odiano Sarkozy».
Preso con i dovuti adattamenti da: http://www.tempi.it/perche-la-francia-ha-fatto-guerra-alla-libia-per-un-mancato-acquisto-di-armi#.WcZHzc0vBBw
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