Non si placano le polemiche sul presunto
pagamento italiano di 5 milioni di euro alle milizie libiche, che fanno
capo al generale Haftar, attraverso Ahmad Dabbashi, per frenare i
flussi dei migranti a sud della Libia. Dopo le rivelazioni del Corriere
della sera di sabato 9 settembre, furiose le opposizioni, che chiedono
al ministro dell’Interno Minniti di riferire in Parlamento. Il
segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, in una nota, ne
chiede conto, Mdp con Arturo Scotto annuncia un’interpellanza
parlamentare e lo stesso fa il vicepresidente della Camera, Luigi Di
Maio. Silenzio invece dal Partito democratico, anche se nella serata di
sabato, è lo stesso ministro Minniti che dal palco della Festa
dell’Unità di Modena ha voluto smentire il quotidiano milanese.
Fratoianni: soldi a criminali libici, “cosa ne faranno?”
“Cinque milioni di euro ai criminali
libici? Pare stia accadendo esattamente ciò che avevamo denunciato nelle
scorse settimane, rispetto agli accordi con i libici sull’immigrazione.
Oggi poi ci pensa il Corriere della Sera ad offrire nuovi spunti: pare
che dall’Italia siano arrivati 5 milioni di euro ad Ahmad Dabbashi,
giovane capo di una milizia sanguinaria, che da scafista senza scrupoli è
diventato ‘poliziotto’ al soldo dell’Europa”, afferma il segretario
nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, commentando
l’inchiesta pubblicata sul Corriere della Sera. “Cinque milioni di euro
nelle mani di gente senza scrupoli, – prosegue il segretario di SI – di
criminali sanguinari, che trafficavano esseri umani, mentre oggi si
occupano di armi e di ‘spazzare’ le spiagge libiche da quelli che
l’Europa considera rifiuti. Oltre alle condizioni disumane e allarmanti
di migliaia di disperati, si aggiungono aspetti che hanno a che fare con
la legalità. Cosa farà Dabbashi con i cinque milioni di euro? Quante
armi potrà acquistare e rivendere? E a chi le venderà le armi? Noi –
conclude Fratoianni – aspettiamo ora parole chiare da Minniti e dal
governo”.
Scotto, Mdp: “se confermata, sarebbe notizia gravissima. Il ministro riferisca in Parlamento”
“Mi auguro che il ministro Minniti venga
in Parlamento a spiegare i termini dell’accordo che sarebbe stato
pattuito in Libia con Ahmad Dabbashi. Secondo quanto rivelato dal
Corriere della Sera, il nostro Governo avrebbe pagato 5 milioni di euro
al capo della brigata libica, ex ‘principe degli scafisti’, ora
‘collaboratore di primo piano’ del governo italiano per il blocco dei
flussi migratori”, dichiara in una nota il deputato di Mdp Arturo
Scotto. “Se confermata si tratterebbe di una notizia gravissima che
imporrebbe al ministro di rispondere al Parlamento e al Paese. L’Italia –
conclude il parlamentare – non può legittimare economicamente e
politicamente dei criminali, responsabili di violenze terribili
sui MIGRANTI. Sarebbe un’onta per tutta l’Europa”.
Di Maio: “vogliamo sapere se si stanno dando soldi ali libici”
Il vicepresidente della Camera Luigi Di
Maio rispondendo alle domande di Giornalettismo.com a margine di un
incontro a Nola (Napoli), dice: “Vogliamo sapere se si stanno dando
soldi degli italiani a organizzazioni criminali libiche, questo è il
nostro principale obiettivo. Da lì forse potremmo scoprire che stiamo
pagando organizzazioni criminali libiche per contenere il fenomeno ma a
danno dei diritti umani. Su questo deve chiarire il governo Gentiloni e
il ministro dell’Interno Minniti, che ha avuto relazioni con i libici”.
La replica stizzita di Minniti: ai libici ha detto “se vi
impegnate vi aiutiamo a costruire uno sviluppo alternativo”. Non è una
smentita
“L’Italia avrebbe finanziato milizie in
Libia per fermare gli sbarchi? Sono voci già smentite e che ribadisco
essere infondate”. Parole del ministro dell’Interno, Marco Minniti,
ospite alla Festa dell’Unità di Modena, dove è stato intervistato dal
vice direttore de il Resto del Carlino, Beppe Boni. Sul palco anche il
presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonacini. “La strategia è
stata molto più impegnativa. L’Italia – prosegue il ministro – è un
Paese che ha accolto e che continuerà ad accogliere. Perché
l’accoglienza è nel nostro dna. Abbiamo deciso – aggiunge Minniti – di
non inseguire, ma governare i flussi. Flussi che sono diminuiti. Ma è un
dato strutturale? No. Per governare i flussi abbiamo rafforzato la
guardia costiera libica, fornendo anche motovedette. Guardia costiera
libica che ha salvato 13.500 persone. Abbiamo lavorato per garantire i
confini a Sud della Libia, convocando le tribù per firmare la pace. Ho
incontrato a Tripoli 14 sindaci delle 14 città maggiormente coinvolte
nel traffico di esseri umani. Ho detto loro – termina Minniti – ‘se vi
impegnate contro i trafficanti di esseri umani noi vi aiutiamo a
costruire uno sviluppo alternativo’. Questo è ciò che abbiamo fatto”.
Ovvero, vi paghiamo…
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