31 agosto 2017
traduzione di un articolo pubblicato sul Daily Mail
"Grazie a un accordo sostenuto dall'Italia, il governo libico sta pagando le milizie implicate nel traffico dei migranti per
impedire ai migranti stessi di attraversare il Mediterraneo per entrare
in Europa. Questa è una delle ragioni della drastica diminuzione del
traffico di immigrati, così hanno riferito all'Associated Press alcuni
funzionari della sicurezza e dei membri della stessa milizia.
Quest'accordo ha suscitato sconcerto fra le forze di sicurezza libiche e
gli attivisti che si occupano di migranti poiché, arricchendo le milizie, si consente loro di acquistare armi e diventare più potenti. Nel
caos odierno del Paese, le milizie possono in qualsiasi momento
decidere di lucrare di nuovo sul traffico degli immigrati voltando le
spalle nuovamente al governo.
Quest'accordo continua ad aumentare il reale potere delle milizie,
che dalla caduta del Leader Muammar Gheddafi nel 2011 hanno continuato a
minare la stabilità dei governi libici, incluso quello attuale di Fayez
Serraj, che pur essendo riconosciuto a livello internazionale è
oggettivamente debole.
Un sostegno europeo a quest'accordo sarebbe sorprendente. L'Unione
europea ha dato decine di milioni di euro al governo Serraj per aiutarlo
a fermare il flusso migratorio. In primo luogo, questi soldi sono
destinati a rafforzare la guardia costiera libica, mettendo in sicurezza
il confine meridionale e migliorando le condizioni di vita per i
migranti che vivono nei centri di detenzione. I fondi possono anche
essere utilizzati per sviluppare posti di lavoro per chi è coinvolto nel
traffico d'immigrati - anche se pagare i trafficanti per fermare gli
immigrati sarebbe una distorsione significativa di tale mandato.
Gli ultimi due mesi hanno visto un calo esponenziale delle traversate
verso l'Europa, un segnale positivo per i leader dell'UE che sono alla
disperata ricerca di arrestare l'aumento del flusso di migranti. Gli
arrivi a luglio sono scesi di metà rispetto all'anno precedente, mentre
in agosto si sono registrati circa 2.936 arrivi rispetto ai 21.294
dell'agosto 2016, un calo dell'86%. Apparentemente una buona parte di
questa diminuzione è da attribuire al mare agitato di questa estate e le
pattuglie della guardia costiera libica che sono più rigorose.
In realtà, la reale ragione di questa diminuzione dei flussi
migratori sembra essere dovuta agli accordi firmati con due delle
milizie più potenti della città libica di Sabratha. Città che è
il più grande punto di partenza per tutti i migranti africani che
vogliono intraprendere il viaggio che li porterà ad attraversare il
Mediterraneo. Le due milizie, una conosciuta come "Al-Ammu" e l'altra
come Brigata 48, sono guidate da due fratelli che fanno parte della
grande famiglia che controlla la zona, al-Dabashi.
Almeno cinque fra funzionari della sicurezza e attivisti con sede a Sabratha hanno detto che i miliziani di queste due fazioni erano noti trafficati di migranti.
Un funzionario di sicurezza ha chiamato i due fratelli "i re del
traffico" a Sabratha. Nella sua ultima relazione in giugno, il gruppo di
esperti delle Nazioni Unite sulla Libia ha identificato al-Ammu come il
principale facilitatore del traffico di migranti.
Bashir Ibrahim, portavoce della milizia al-Ammu, ha affermato che un
mese fa le due forze hanno raggiunto un accordo "verbale" con il governo
italiano e quello di Serraj per combattere il traffico d'immigrati.
Inoltre ha aggiunto che la milizia al-Ammu, composta da circa 400 a 500
combattenti, è affiliata al Ministero della Difesa di Serraj, mentre
quella della Brigata 48 è associata al ministero dell'Interno. Per ora
gli sforzi fatti per confermare il suo legame con il governo di Serraj
non hanno portato a prove evidenti.
Fino a oggi, sostiene Ibrahim, le milizie hanno impedito alle
imbarcazioni piene di migranti di lasciare le rive intorno a Sabratha e
hanno detto ai contrabbandieri di smettere di lavorare. In cambio, le
milizie ricevono attrezzature, barche e stipendi, ci dice Ibrahim. La
milizia al-Ammu, ufficialmente chiamata Brigata del martire Anas
al-Dabashi, è stata inoltre pagata dal 2015 per proteggere il complesso
petrolifero Mellitah a ovest di Sabratha, sito di un progetto congiunto
tra la Libia e l'azienda petrolifera italiana Eni.
Ibrahim ha definito la situazione come una "tregua" che dipende dal continuo flusso di sostegno alla milizia.
"Se il supporto alla brigata di al-Dabashi si ferma, non avrà la
capacità di continuare a fare questo lavoro e il traffico tornerà" dice
Ibrahim. Nella sua pagina Facebook, il 19 agosto, la milizia ha scritto
di aver facilitato il coordinamento tra l'ambasciata italiana e
l'ospedale di Sabratha per la consegna di tre spedizioni di assistenza
medica provenienti dall'Italia. Secondo quanto dice la prima spedizione è
già arrivata all'ospedale.
Il ruolo dell'Italia in questa situazione non è chiaro. Il ministero
degli Esteri italiano ha negato che Roma abbia fatto alcun accordo con
le milizie, "il governo italiano non negozia con i trafficanti".
Tuttavia, l'integrazione ufficiale delle due milizie nelle forze di
sicurezza di Serraj permetterebbe all'Italia di lavorare direttamente
sul problema poiché i due gruppi non sarebbero più considerati "milizia o
trafficanti", ma diventerebbero parte del governo riconosciuto.
Questa integrazione è probabilmente solo di facciata,
poiché le centinaia di milizie che dominano la Libia hanno sospeso
tutti gli sforzi comuni per creare un governo centrale. Le milizie in
questione spesso operano sotto l'ombrello delle forze di sicurezza, ma
rimangono indipendenti, mantengono le loro lealtà verso i propri
comandanti, hanno fondi e armi propri e spesso cambiano gruppo.
I funzionari della sicurezza e gli attivisti di Sabratha, intervistati dall'AP, hanno dichiarato che l'Italia ha firmato l'accordo direttamente con le milizie e che i funzionari italiani si sono incontrati con i loro leader.
Alcune settimane fa i funzionari italiani si sono incontrati con i
membri della milizia al-Ammu di Sabratha e hanno raggiunto un accordo
per fermare i trafficanti, ha affermato Abdel-Salam Helal Mohammed, uno
dei direttori generali della Forza del Ministero dell'Interno incaricato
di combattere il traffico di migranti che è a capo del "Dipartimento
contro la migrazione illegale". "Negli ultimi 10 giorni non c'è
traffico", ha detto Helal.
Anche un funzionario di sicurezza senior e un agente di polizia,
entrambi a Sabratha, sostengono che l'Italia abbia stabilito
direttamente l'accordo con le milizie. Il funzionario della sicurezza ci
dice che l'intelligence italiana e i leader delle milizie si sono
incontrati e hanno firmato l'accordo senza nessuna rappresentanza del
governo Libico. I due hanno parlato in condizione di anonimato perché
non erano autorizzati a parlare con i media. "I trafficanti di ieri sono
la forza anti-traffico di oggi", ha detto il funzionario della
sicurezza, avvertendo che le milizie compreranno più armi con i
finanziamenti. "Quando la luna di miele fra le milizie libiche e gli
italiani sarà finita, ci troveremo ad affrontare una situazione ancora
più pericolosa". Inoltre ci dice che le normali forze di sicurezza erano
mal equipaggiate per affrontare i trafficanti. "Abbiamo troppe poche
risorse e poche armi per iniziare una lunga battaglia contro i
trafficanti", ha detto. Allo stesso tempo, un portavoce del governo
italiano ci ha dichiarato che l'Italia non commenta le proprie attività
d'intelligence.
Altri due attivisti hanno detto che le milizie controllano la
prigione di Sabratha, che è usata per ospitare i migranti, e hanno
finito di costruire una pista d'atterraggio all'ospedale per ricevere
direttamente gli aiuti italiani. "Quello che gli italiani stanno facendo a Sabratha è molto pericoloso ... stanno rafforzando le milizie",
ha dichiarato uno degli attivisti, Gamal al-Gharabili, capo
dell'Associazione per la Pace, la Cura e il Soccorso, la principale
organizzazione non governativa che si occupa d'immigrati a Sabratha.
Tuttavia, Essam Karrar, capo delle associazioni della società civile a
Sabratha, ha un punto di vista diverso sull'accordo. "Ciò impedirà la
partenza dei migranti e allo stesso tempo offrirà opportunità di lavoro
ai cittadini di Sabratha, dato che molti sono già parte della milizia",
ci dice. Il problema dei flussi migratori è un modo per la Libia per
garantirsi aiuti provenienti dall'Europa per molto tempo. Fino allo
smantellamento del governo di Gheddafi e alla sua morte, era lui a
firmare accordi con gli europei per garantire la repressione del
traffico di migranti.
Con gli accordi odierni, cioè "l'appaltare a terzi" la gestione del
traffico degli immigrati dalla Libia, aumenta il pericolo di abusi sui
migranti: negli ultimi anni le agenzie internazionali e i gruppi di
diritti umani hanno documentato il terribile trattamento che i migranti
subiscono durante la loro detenzione in Libia, fra cui torture, abusi
sessuali e schiavitù. Con le milizie che controllano il territorio
attorno a Sabratha, i trafficanti si stanno spostando più a est lungo la
costa Libica. Cosi sostiene Mohammed, che fa parte delle forze
anti-migrazione e di due gruppi di salvataggio degli immigrati, SOS
Mediterranee e Proactiva Open Arms della Spagna.
Il capo della comunicazione dell'UNHCR, Marco Rotunno, ha sottolineato che in Libia ci sono ancora centinaia di migliaia di migranti disperati che cercano di partire.
Nonostante il calo degli sbarchi per luglio e agosto, la percentuale di
arrivi totali del 2017 è scesa solo dell'6,8 per cento rispetto
all'anno precedente: 98.145 arrivi quest'anno rispetto a 105.357 per lo
stesso periodo dello scorso anno. "Ora come ora sono bloccati là e sono
abusati" ci dice Rotunno. "Se non arrivano oggi, alla fine arriveranno
comunque se non troviamo un'altra soluzione".
Dall' originale, (con le dovute correzzioni): http://www.movimento5stelle.it/parlamentoeuropeo/2017/08/il-governo-paga-il-s.html
Nessun commento:
Posta un commento