23 dicembre 2014
I paesi africani esortano l’occidente a intervenire militarmente in Libia. In particolare, a chiederlo sono i cinque Paesi del Sahel, Mauritania, Ciad, Niger, Mali e Burkina Faso, che si sentono sempre più minacciati nella loro sicurezza dall’avanzata delle bande armate jihadiste nel sud del Paese. Il Sahel chiede che l’intervento sia fatto in accordo con l’Unione Africana, a sostegno delle istituzioni democraticamente elette in Libia.
Ormai la situazione è sempre più drammatica e i due governi rivali, quello di Tobruk "regolarmente eletto" e quello dei ribelli di Tripoli, con le loro schermaglie ha lasciato un vuoto politico che ha permesso a gruppi islamisti di dilagare e minacciare paesi come il Mali, il Niger e il Ciad. I governanti dei paesi africani, riuniti a Dakar nei giorni scorsi per un forum sulla sicurezza, sono convinti che la pacificazione della Libia e dell’intera regione, passi dal sud del paese. Alcuni paesi sono convinti che l’intervento che ha portato alla caduta del Rais Muhammar Gheddafi, intrapreso dalla Francia, non sia stato ultimato, altri ancora sostengono invece che l’intervento sia stato compiuto, ma che il problema è stato il post-intervento. Sta di fatto che l’operazione del 2011 ha avuto esiti catastrofici, sia per le forze della Nato sia per la Libia stessa.
Ormai, a tre anni di distanza, in Libia ci sono due governi, due parlamenti, moltissime milizie armate che agiscono in autonomia, bombardamenti aerei che non è chiaro chi li faccia e di recente anche campi di addestramento dei miliziani dello Stato Islamico. Ormai la Libia è un paese fantasma, totalmente abbandonato alle milizie armate.
Una nota dell’Unione europea ammette che il caos sanguinoso a Tripoli, Bengasi e in altre città libiche “negli ultimi mesi ha portato a gravi violazioni di violazioni dei diritti umani, compresi attacchi indiscriminati contro i civili e lo sfollamento forzato di circa 290.000 persone all’interno del paese e in tutto a più di 100.000 costretti a fuggire nei Paesi vicini”. L’Unione Europea ha stanziato 2 milioni di euro per le emergenze umanitarie in Libia. Anche le organizzazioni per i diritti umani, come Human Rights Watch da tempo ormai stanno denunciando come i gruppi che agiscono in autonomia stiano terrorizzando la popolazione con esecuzioni sommarie, pubbliche flagellazioni e altre forme violente di abusi dei diritti umani. Dal 1 gennaio 2014 sono oltre 2700 i morti nel paese. A tenere la conta dei morti è il progetto Libya Body Count, che sul web riporta nome, cognome, luogo di morte e alcune note sulla persona.
In questo quadro, è notizia di ieri, divulgata da fonti militari libiche e media arabi, che “forze francesi e africane avanzano verso il Sud della Libia, nella zona del massiccio del Tibesti”, al confine con il Ciad. Solo la scorsa settimana, però, il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, che aveva partecipato al vertice di Dakar aveva affermato che il problema del sud libico non sarebbe risolto fino a quando una soluzione politica non sarebbe stata trovata nel nord della Libia. Una manovra militare francese non era in programma, soprattutto visto l’esito dell’intervento che portò alla caduta del Rais Muhammar Ghedafi. E soprattutto non era un programma alcun intervento senza il supporto della comunità internazionale, anche se Le Drian non ha mai nascosto il timore francese per la concentrazione di terroristi nel Sud della Libia.
Insomma, una situazione da cui sembra non si possa uscire facilmente. E intanto la Libia è sempre in preda al caos e alla violenza. A Bengasi e Derna, nell’Est del paese, continuano gli scontri tra le forze filo-governative e gli jihadisti che sostengono lo Stato Islamico. A Derna, 150mila abitanti trasformata in emirato islamico dai gruppi che hanno giurato fedeltà al califfo alBaghdadi, in particolare, le milizie jihadiste hanno dato vita a una coalizione ribattezzata “Consiglio della Shura dei Mujahedeen” in vista dell’attesa offensiva da parte delle forze filo-governative che stanno avanzando da Tobruk e che presumibilmente attaccheranno Derna dopo aver completato la riconquista di Bengasi. La “Shura dei Mujahedeen” è la terza coalizione islamista istituita in Libia dopo i qaedisti di Ansar al-Sharia (qaedisti) e le milizie tribali di “Alba della Libia”.
Le fonti che hanno riportato l’entrata delle truppe francesi, hanno anche riferito che si osservano movimenti di truppe sui territori del Ciad e del Niger, vicino ai confini della Libia.
Preso da: http://www.bergamopost.it/che-succede/forse-truppe-francesi-entrate-in-libia/
P.S. a me sembra solo un altro tentativo di fermare la resistenza verde, la resistenza del popolo libico e delle sue tribù oneste, una nuova occupazione.
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