Da Enzo Pennetta
Intere generazioni sono cresciute con l’immagine hollywoodiana degli USA paladini del bene, difensori dei deboli e garanti della giustizia. Ma quegli USA non esistono, è ora di guardare in faccia la realtà. Gli Stati Uniti d’America sono ormai una nazione in decadenza, l’ombra di una civiltà che ha fatto sperare il mondo, di essa resta solo una potenza militare pericolosamente aggressiva.
.
La mia generazione è cresciuta dal punto di vista cinematografico con i film sulla Seconda Guerra Mondiale, film in cui l’arrivo dei marines liberatori della vecchia Europa con la loro bandiera a stelle e strisce veniva accompagnato anche solo idealmente dal leggendario motto “arrivano i nostri”. La generazione precedente era invece stata affascinata dai western in cui i cow boy e le giubbe blu erano i buoni e i pellerossa i cattivi. In seguito con la vicenda del Vietnam sarebbero poi arrivati i primi dubbi e l’iconografia cambiò, non era più tempo per motti come “arrivano i nostri”, la guerra era sporca ma gli ‘altri’ erano comunque i cattivi e qualcuno doveva pur sporcarsi le mani, gli eroi negativi di Apocalypse now e Full metal jacket, per finire con il dramma di Black Hawk down, sono pur sempre un baluardo contro la brutalità e la ferocia di un nemico selvaggio e terribile che ci terrorizza.
Questa è l’immagine che si è infine consolidata nella concezione che molti hanno oggi degli USA, quella di una superpotenza che si è assunta l’onere di difendere il diritto, la libertà e in definitiva la stessa civiltà, sacrificandosi fino agli angoli più remoti della Terra.
Ma si tratta di un’immagine di celluloide che niente ha a che vedere con la realtà, i 60.000 caduti americani in Vietnam e gli oltre 1.500.000 morti vietnamiti furono l’inutile strage di una guerra persa che fu scatenata in seguito alla simulazione di un attacco mai avvenuto alle navi USA nel golfo del Tonchino, una simulazione che doveva fornire il casus belli per una guerra decisa a tavolino. Quelle vittime sarebbero state seguite da molte altre in tempi più recenti, dal mezzo milione di morti della guerra in quell’Irak dalle inesistenti armi di distruzione di massa, a quelle innumerevoli cadute in un Afghanistantrascinato in un’altra inutile guerra senza fine, a quelle di una Libia consegnata alle milizie di Al Qaeda, a quelle di una Siria martoriata che cerca di non subire la stessa sorte.
La realtà ci restituisce un’immagine di cui dobbiamo prendere atto, quella di una realtà molto diversa dalla rappresentazione hollywoodiana, quella di una nazione nata con una costituzione orientata alla libertà e al perseguimento della felicità che si è allontanata dagli ideali originari deformandoli in una imposizione armata del proprio modello socio economico e della propria idea di ‘felicità’. Oggi gli USA sono una potente macchina bellica che è andata incendiando vaste zone dell’Asia e dell’Africa e che ha da tempo iniziato un pericoloso assedio dell’unica realtà in grado di resistergli, il riferimento è alla Russia rinata dalle macerie dell’URSS.
La Russia post comunista ha inizialmente cercato la collaborazione con l’Occidente ma il primo segnale che qualcosa non andava per il verso giusto probabilmente venne il 12 agosto del 200 con l’affondamento del sommergibile atomico Kursk in circostanze che hanno fatto pensare al lancio di un siluro da parte di un’unità USA che ne stava spiando le manovre:
Sarebbero seguiti altri segnali, tra tutti spicca l’accordo del 2008 per il dispiegamento di missili antimissile Patriot in Polonia con la sconcertante giustificazione di difenderla da un possibile attacco da parte del lontanissimo Iran. La follia USA di colpire direttamente o indirettamente la Russia si è poi manifestata apertamente con la crisi in Siria del settembre 2013, una crisi anch’essa innescata su un presunto e mai provato uso di armi chimiche da parte del governo di Damasco.
E giungiamo ai giorni nostri, alla vicenda Ucraina in cui il governo degli Stati Uniti dichiara di aver spesosomme ingentissime (cinque miliardi di dollari) per ‘dare all’Ucraina il futuro che merita’. Una dichiarazione di ingerenza nella politica di uno stato sovrano culminata col rovesciamento del governo legittimamente eletto in seguito ad una strage operata da elementi stranieri e fatta passare per opera della polizia. Infine siamo giunti alla minaccia verso la stessa Russia per l’annessione di una Crimea che ha votato a stragrande maggioranza la sua volontà di tornare ad essere parte della Russia, una minaccia operata da chi bombardò la Serbia senza mandato ONU per aver negato al Kosovo l’indipendenza in una situazione ben più discutibile.
Sono questi gli USA, una potenza divenuta fortemente aggressiva con il sostegno (o la sudditanza?) di tutto l’Occidente, una potenza militare che cerca follemente di mettere all’angolo un avversario pericolosissimo e impossibile da battere non fosse altro che per il moderno arsenale nucleare recentemente riorganizzato con missili semoventi Topol voluti per sopravvivere e rispondere ad un eventuale primo colpo nemico.
La Russia rappresenta oggi una realtà che cerca di difendere con tutti i mezzi a disposizione di uno stato sovrano la propria autonomia di fronte ad una politica di accerchiamento operata dagli USA, eppure in Italia gli eredi della DC e, incredibilmente, anche quelli del PCI, tendono a vedere ancora negli Stati Uniti il baluardo della libertà e della giustizia e nella Russia il “pericolo rosso”.
Quella che vedono è però l’immagine di un’America che nella realtà non esiste.
Per il bene di tutti sarebbe invece opportuno frenare il focoso alleato e non offrire un sostegno incondizionato alle sue politiche miopi di aggressione militare che tanta devastazione hanno già causato.
www.enzopennetta.it http://www.libertaepersona.org/wordpress/2014/03/quell%e2%80%99immagine-erronea-degli-usa/
Nessun commento:
Posta un commento