Gheddafi non c’è più, ma la minaccia libica rimane. Questo è ciò che il Presidente Obama pensa, comunque, visto che ha detto al Congresso che le sanzioni appioppate alla Libia nel 2011 dalla sua amministrazione resteranno in vigore per un altro anno.
Obama ha informato il Congresso degli Stati Uniti con una lettera giovedì che il persistere della minaccia rappresentata dai familiari dell’ucciso leader libico Muammar Gheddafi costituiva una minaccia duratura per gli interessi statunitensi.
“La situazione in Libia continua a rappresentare una minaccia inusuale e straordinaria alla sicurezza nazionale e alla politica estera degli Stati Uniti“, ha scritto.
“Siamo in fase di cessazione progressiva delle sanzioni, in risposta ai molti sviluppi positivi in Libia, compresa la caduta di Gheddafi e del suo governo,” ha inoltre dichiarato Obama.
Ma Obama resta fermamente convinto che i restanti familiari di Gheddafi rappresentino un pericolo chiaro e presente per gli Stati Uniti.
“Abbiamo bisogno di proteggerci da questa minaccia e dalla distrazione di beni o altri illeciti da parte di alcuni membri della famiglia Gheddafi e di altri ex funzionari del regime“.
Ha poi concluso che è “necessario mantenere l’emergenza nazionale per quanto riguarda la Libia.“
Obama aveva proclamato l’emergenza nazionale a causa della Libia all’inizio della sanguinosa rivolta lo scorso febbraio come reazione a ciò che si percepiva come una minaccia alla sicurezza nazionale e alla politica estera degli Stati Uniti da parte di Gheddafi.
I regolamenti nazionali in materia di emergenza concedono al presidente degli Stati Uniti il potere di imporre sanzioni ai paesi stranieri.
Nel mese di dicembre gli Stati Uniti e il Consiglio di sicurezza dell’ONU hanno levato la maggior parte delle sanzioni che erano state imposte alla Libia, una mossa che ha successivamente liberato 30 miliardi di dollari congelati.
Ma visto che lo scorso ottobre la campagna Nato-statunitense ha spodestato l’ex leader libico, la maggior parte dei libici vede poche connessioni fra l’attuale minaccia e i rimasugli dell’era Gheddafi.
Diffuse segnalazioni di tortura e di altre violazioni dei diritti umani a carico sia del nuovo regime sia di varie milizie tribali, hanno evidenziato la natura anarchica della Libia post-Gheddafi.
E lo scorso lunedì, popolazioni locali hanno spinto le forze filo-governative fuori da Bani Walid, in reazione a ripetuti abusi commessi da ex combattenti ribelli.
Alla luce della situazione sul campo, rimane curioso che il Presidente Obama ritenga essere elementi del vecchio regime i responsabili dellla più grande minaccia alla sicurezza per gli interessi degli Stati Uniti.
Per il popolo libico, molte delle forze che attualmente stanno scatenando il caos in tutto il paese sono evidentemente proprio quelle che il presidente Obama ha contribuito a portare al potere.
**********************************************************************
- Extraordinary threat? Obama prolongs Libyan sanctions
24 February, 2012
RT- Gaddafi’s gone but the Libyan threat remains. That is what President Obama thinks anyway as he told congress the sanctions his administration slapped on Libya in 2011 will remain in place for another year.
Obama informed US Congress via letter on Thursday that the continuing threat posed by family members of the slain Libyan leader Muammar Gaddafi constituted a lingering threat to US interests.
“The situation in Libya continues to pose an unusual and extraordinary threat to the national security and foreign policy of the United States,” he wrote.
“We are in the process of winding down the sanctions in response to the many positive developments in Libya, including the fall of Gaddafi and his government,” Obama further stated.
But Obama remains adamant that remnants of Gaddafi’s family present a clear and present danger to the US.
“We need to protect against this threat and the diversion of assets or other abuse by certain members of Gaddafi’s family and other former regime officials.”
He then concluded that it is “necessary to continue the national emergency with respect to Libya.”
Obama first declared a national emergency over Libya at the outset of the bloody uprising last February in response to perceived threats by Gaddafi to US national security and foreign policy.
National emergency regulations grant the US president the power to impose sanctions on foreign countries.
In December the US and UN Security Council lifted most of the sanctions which had been imposed on Libya, a move which subsequently freed up $30 billion in frozen assets.
But since the US-NATO campaign ousted the former Libyan leader last October, the current threat to most Libyans has little connection to the remnants of the Gaddafi era.
Widespread reports of torture and other human rights abuses at the hands of both the new regime and various tribal militias have highlighted the anarchic nature of post-Gaddafi Libya.
And last Monday, local residents drove pro-government forces out of Bani Walid in response to regular abuses committed by former rebel fighters.
In light of the situation on the ground, it remains curious that President Obama would see elements of the former regime as posing the greatest security threat to US interests.
For the Libyan people, many of the forces currently unleashing chaos across the country are seemingly the very ones President Obama helped bring to power.
______________________________________________________________________
Nessun commento:
Posta un commento