Due giornalisti britannici, arrestati il mese scorso da un gruppo di una milizia libica, in diretta sfida all’autorità del nuovo governo del paese, sono stati accusati di spionaggio.
La milizia ha inscenato a tarda notte una conferenza stampa in un hotel di Tripoli per svelare ciò che essi hanno definito essere prove di attività improprie.
Gareth Montgomery-Johnson, di 36 anni, e il giornalista Nicholas Davies, di 37, che lavorano per la Press TV iraniana di proprietà statale, sono stati arrestati il 23 febbraio da una milizia di Misurata con sede a Tripoli.
Il dr. Fortia Suleiman, membro di Misrata del Consiglio Nazionale di Transizione che governa la Libia, ha detto che la milizia aveva l’autorizzazione del governo per detenere gli uomini perché [i miliziani] rappresentavano la “Rivoluzione del 17 febbraio“, data in cui è iniziata la rivoluzione libica lo scorso anno.
“Siamo tutti parte del governo, le milizie e il governo sono insieme“, ha detto Fortia.
“I servizi di intelligence di tutto il mondo hanno la facoltà di trattenere i sospetti mentre indagano su di loro“.
Ha citato l’esempio del comandante della milizia di Tripoli, Abdul Hakim Belhaji, che è stato arrestato dagli Stati Uniti nel 2004, accusato di terrorismo, in un’operazione nella quale, ha detto Belhaji, la Gran Bretagna era complice.
“I servizi di intelligence di tutto il mondo hanno la facoltà di trattenere i sospetti mentre indagano su di loro“.
Ha citato l’esempio del comandante della milizia di Tripoli, Abdul Hakim Belhaji, che è stato arrestato dagli Stati Uniti nel 2004, accusato di terrorismo, in un’operazione nella quale, ha detto Belhaji, la Gran Bretagna era complice.
La detenzione dei due uomini ha già suscitato le proteste di Amnesty International, che ha chiesto che il governo libico prenda in custodia gli uomini e chiami la milizia a renderne conto.
In una conferenza stampa a volte incoerente, Fortia, affiancato da miliziani in mimetica, ha mostrato ciò che ha riferito essere materiale sospetto, trovato sui due uomini. Ciò includeva un bendaggio da campo in un involucro nero che ha affermato essere sospetto in quanto “made in Israele” ed elenchi dei membri della milizia di Tripoli uccisi negli scontri dello scorso anno.
Inoltre ha mostrato, che erano state trovate, ancora addosso agli uomini, fotografie di miliziani libici in pose da combattimento, una fotocopia di un permesso di soggiorno iraniano in uno dei passaporti degli uomini e quello che sembra essere una scaletta di un montaggio televisivo. Alla domanda su cosa vi era di sospetto negli oggetti, Fortia ha detto che sarebbero state necessarie “ulteriori indagini“.
La milizia ha poi proiettato un filmato trovato nei computer dei due uomini, consistente in ciò sembrava essere un filmato che mostrava i due uomini ballare in piazza dei Martiri di Tripoli sopra una colonna sonora musicale.
“Avevano anche materiale pornografico“, ha detto Fortia.
Ha detto di aver informato i ministeri degli interni e della difesa della Libia e di non aver ricevuto alcuna lamentela circa la loro decisione di continuare a detenere gli uomini. “Tutti [i ministeri] sanno ciò che fanno“.
Nessun ministero dispone di un ufficio stampa e nessun funzionario era disponibile per un commento domenica notte.
“Abbiamo la totale responsabilità della sicurezza a Tripoli“, ha detto Faraj al-Swehli, il comandante della milizia.
Fortia ha detto che gli uomini sarebbero rimasti in detenzione presso l’ex accademia militare femminile sul lungomare di Tripoli e che sarebbero state necessarie ulteriori indagini per determinare se fossero spie.
“E ‘troppo presto per decidere. Questo è un qualcosa che sarà stabilito dopo ulteriori investigazioni“.
“E ‘troppo presto per decidere. Questo è un qualcosa che sarà stabilito dopo ulteriori investigazioni“.
Swehli ha detto: “Dobbiamo proteggere la Rivoluzione del 17 febbraio e non tutti coloro che portano una macchina fotografica sono in realtà dei giornalisti.”
Il loro annuncio provocherà preoccupazione tra i diplomatici, già preoccupati per l’incapacità delle autorità libiche di frenare le milizie, dopo la pubblicazione di un filmato che mostra una milizia compiere atti vandalici in un cimitero di guerra britannico.
La milizia di Swehli la scorsa settimana ha visto il suo principale posto di controlllo a Misurata attaccato da altre milizie del Consiglio militare della città, che la accusavano di tenere prigionieri sotto detenzione illegale.
Per lunedì sono previste a Tripoli proteste da parte dei cittadini contro la presenza continua nella città di milizie di Misurata e di altre unità provenienti dall’esterno della capitale libica, che dicono essere una minaccia per la sicurezza.
***********************************************************************
- British journalists accused by militia group of spying in Libya
Two British journalists arrested last month by a Libyan militia group in a direct challenge to the authority of the country’s new government have been accused of spying.
The militia staged a late-night press conference in a Tripoli hotel to unveil what they said was evidence of improper activities.
Gareth Montgomery-Johnson, 36, and reporter Nicholas Davies, 37, who work for Iran’s state-owned Press TV, were arrested 23 February by a Misrata militia based in Tripoli.
Dr Suleiman Fortia, a Misratan member of Libya‘s ruling National Transitional Council, said the militia had government authority to hold the men because they represented the “February 17 Revolution”, the date on which Libya’s revolution began last year.
“We are all part of the government, the militias and government are together,” said Fortia. “Intelligence services around the world have the authority to hold onto suspects while they are investigating them.” He cited the example of Tripoli’s militia commander, Abdul Hakim Bilhaj, who was detained by the United States in 2004 accused of terrorism in an operation Bilhaj has said Britain was complicit.
The detention of the two men has already prompted protests from Amnesty International, which has demanded that the Libyan government take custody of the men and call the militia to account.
In a sometimes rambling press conference, Fortia, flanked by camouflaged militiamen, showed what he said was suspicious material found on the two men.
This included a field dressing in a black wrapper which he said was suspicious because it was “made in Israel” and lists of Tripoli militia members killed in clashes last year.
Also presented were still photographs found on the men of Libyan militiamen in combat poses, a photocopy of an Iranian residence permit in one of the men’s passports and what appeared to be a television editing script. Asked what was suspicious about the items, Fortia said “further investigation” would be necessary.
The militia then screened footage found in the two men’s computers, consisting of what appeared to be home movies showing the two men dancing in Tripoli’s Martyr’s Square over a music soundtrack.
“They also had pornography,” said Fortia.
He said he had informed Libya’s interior and defence ministries, and had received no complaints about their decision to continue detaining the men. “They [the ministries] all know what they are doing.”
Neither ministry has a press office and no officials were available for comment on Sunday night.
“We have the total responsibility for security in Tripoli,” said Faraj al-Swehli, the militia commander.
Fortia said the men would remain in detention in the former women’s military academy on Tripoli’s beachfront and that more inquiries would be needed to determine if they were spies. “It is too early to decide. This is something that will be proved after further investigations.”
Swehli said: “We have to protect the 17 February Revolution and not everyone who carries a camera is really a journalist.”
Their announcement will cause concern among diplomats already worried about the inability of Libya’s authorities to rein-in militias, following the release of video footage showing a militia near Benghazi vandalising a British war graves site.
Swehli’s militia last week saw its main checkpoint in Misrata attacked by other militias of the city’s military council, who accused it of holding captives in illegal detention.
Protests are planned for Monday by Tripoli citizens against the continued presence in the city of militias from Misrata and other units from outside the Libyan capital, who they say are a threat to security.
Nessun commento:
Posta un commento