In ogni guerra, ancora prima della gente, occorre assassinare la verità. Guerra alla libia: 100000 morti, 240000 persone ancora cercate, 78000 dispersi. 10300 donne violentate, 350000 rifugiati.
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martedì 15 gennaio 2019
“Soros uomo dell’anno”, il Financial Times la fa fuori dal vaso
Il Financial Times ha
scelto George Soros come personaggio più rappresentativo dell’anno
appena trascorso. Si tratta di una provocazione a tutti gli effetti,
considerate le azioni di dubbia utilità conseguite dal noto speculatore
ungherese.
Lo scorso 19 dicembre il giornale finanziario britannico ha scelto il suo uomo dell’anno. Una scelta discutibile che non poteva che scatenare polemiche. Incoronare George Soros in questo particolare momento storico assume infatti i tratti del “campismo” più sfacciato.
Il giornale londinese dei ricchi
Il Financial Times è il giornale della upper class londinese, quella che occupa gli uffici della City
di Londra e poco ha a che fare con l’economia reale, nonché i problemi
sociali del mondo. La partigianeria è una caratteristica che affligge
spesso questo giornale, schieratosi apertamente contro la Brexit e preannunciando,
prima del voto del 2016, scenari catastrofici in caso di uscita
dall’Unione europea. L’economia britannica del dopo Brexit, invece, vola, sbugiardando cosi il terrorismo mediatico del giornale finanziario.
Lo stesso quotidiano aveva poi rivolto l’attenzione all’Italia, mettendo in guardia il paese dai nuovi “barbari”, cosi chiamava le forze politiche (Lega e Movimento 5 Stelle) che avevano vinto le elezioni di marzo. Insomma la redazione del Financial Time sembra essere percorsa da una viscerale demofobia.
Soros, uno squallido speculatore
Forse è proprio per questo che, senza vergogna, il FT sostiene che Soros sia:
Soros in compagnia di Hillary Clinton
“un difensore della democrazia liberale e di una società aperta. Sono
le idee che hanno trionfato durante la Guerra Fredda. Oggi sono sotto
attacco da tutti i lati, dalla Russia di Vladimir Putin all’America di
Donald Trump”.
Stupisce che redattori ed analisti considerati tra i più esperti al
mondo, come quelli del FT, non colgano l’interesse prettamente materiale
di uno speculatore come Soros per un mondo “libero e aperto”. Non
dovrebbe essere difficile comprendere che chi esercita l’attività di speculazione finanziaria si auspichi un mondo senza ostacoli statuali, dazi e barriere.
La speculazione può avere successo solo in una “società aperta”, dove
gli Stati nazionali assecondano ogni fluttuazione economica senza
ostacolarla.
Invece il FT, non cogliendo il mero interesse materiale dietro la
strategia di Soros, ne santifica l’operato, tracciando il ritratto
dell’uomo simbolo della lotta contro il ritorno dei nazionalismi.
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