28 settembre 2014
All’Assemblea generale delle Nazioni Unite la Libia è stata rappresentata non dal premier Abdullah al-Thani, ma dal presidente della Camera “di Tobruk”, Aguila Saleh Issa.
Specificare “di Tobruk” è d’obbligo, in quanto nel caos libico, dove milizie islamiste combattono contro milizie nazionaliste, dove soffiano venti di secessione delle macro-regioni, dove i criminali e i trafficanti fanno da padroni, i parlamenti sono due, uno eletto democraticamente, ( cioè tramite un' elezione farsa , a cui hanno partecipato appena il 5% degli aventi diritto), a giugno, che si è rifugiato, appunto, a Tobruk, ed uno che ha sede a Tripoli, città che le milizie islamiste di Ansar al-Sharia e di Misurata hanno conquistato, dove hanno riesumato l’Assemblea costituente trasformandola in parlamento. Entrambe le assemblee si sconfessano a vicenda. Oggi Abdullah al-Thani ed i suoi 13 ministri hanno giurato e assunto pienezza di poteri a Tobruk,
Issa all’Onu ha detto che se la comunità internazionale continuerà “a non fornire armi e addestramento all’esercito libico nella sua guerra contro il terrorismo, allora farà gli interessi del terrorismo” e che “chiudere gli occhi davanti al terrorismo in Libia non è più accettabile. La comunità internazionale deve decidere se stare con le autorità legittimamente elette (a giugno, ovvero il Parlamento “di Tobruk”) o affermare chiaramente che la Libia deve affrontare da sola i terroristi”.
Ha quindi rimproverato l’Onu di non essere intervenuta, poiché “Questo non sarebbe successo se la comunità internazionale avesse preso sul serio la situazione in Libia”.
Anche alla recente Conferenza di Madrid, alla quale sono intervenuti i paesi confinanti della Libia e del Mediterraneo occidentale (per l’Italia il ministro degli Esteri Mogherini), è stato deciso un approccio diplomatico con l’Onu incaricata di mediare fra le parti una soluzione politica.
Adattamento dall' originale: http://www.notiziegeopolitiche.net/?p=44842
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