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martedì 21 agosto 2012

Attivisti politici e di difesa dei diritti umani bloccano a Tunisi carico d’armi dei ribelli

di GilGuySparks 14.08.2011
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A Tunisi attivisti politici e di difesa dei diritti umani contro la guerra si oppongono allo scarico di armi destinate ai golpisti di Benghasi.
Gli attivisti hanno bloccato il porto, dove una nave tunisina nazionale con carichi di armi e attrezzature militari, destinati all’opposizione delle forze libiche armate, era in procinto di scaricare il suo carico al porto di Zarzis nella capitale della Tunisia.
Dakhli, residente nella città di Zarzis, a circa 500 km a sud est di Tunisi, ha dichiarato che oltre 30 persone residenti della città si sono riuniti venerdì sera (12.08.2011) – e sabato di fronte al porto, dove hanno visto “Il tonnellaggio delle navi sospette e deciso di evitare lo scarico del loro carico.
Egli ha osservato che truppe dell’esercito tunisino di stanza nella zona sono intervenute per disperdere i manifestanti, il comandante dell’unità militare ha detto loro che il porto di Zarzis “è una zona militare ed è vietato avvicinarsi”.
Secondo Mouldi Dakhli, questa azione ha sollevato le ire dei residenti che hanno deciso di “prendere nuovi provvedimenti per tagliare la strada, e impedire l’uscita delle merci sospette dal porto”, aggiungendo che “navi del Qatar sono attraccate sempre più numerose durante le ultime settimane.”
I blogger hanno pubblicato oggi sul social network “Facebook” video che mostrano la veglia di fronte al porto di Zarzis, compresi i pareri e gli interventi, il numero dei partecipanti, tra cui un avvocato White, che ha dichiarato: “Come vedete, in questo paese vi sono navi cariche di armi, e noi siamo i figli di Zarzis rifiutiamo di trasformare la nostra città in un ponte per il trasferimento di armi a Gheddafi o all’opposizione.
Questa è la prima volta che un’immagine che testimonia spostamenti di armi dalla Tunisia all’opposizione armata libica viene divulgata.
Il Ministro degli Interni tunisino esiliato ha detto che la volontà dell’attuale governo di Tunisi è quella di trasformare la provincia di Tataouine, la porta berbera del Sahara tunisino, adiacente al confine con la Libia in una zona militare. Egli ha detto in una dichiarazione rilasciata mercoledì che il governo ad interim in Tunisia, è “complice con sistemi di lavoro in Qatar e negli Emirati Arabi Uniti, e alcuni governi arabi, e sta trasformando in un paese militare la zona intorno alla città di Tataouine“. Numerosi rapporti indicano che, per ovviare al blocco di vendita di armi ONU, francesi e inglesi abbiano delegato al Quatar di approvvigionare di armi ed equipaggiamenti militari i ribelli golpisti di Benghasi utilizzando sia i porti marittimi della Tunisia che la Military Air Force di Tunisi.
La situazione in Tunisia non appare per niente stabile; in questi mesi numerosi sono stati gli sforzi di ricompattare l’esercito tunisino. Negli ultimi due giorni (venerdì sera e sabato) nella città di Gafsa della provincia di Zanosh è stato necessario ad opera del governo ad interim di Tunisi rafforzare lo schieramento dell’esercito dopo che si sono verificate rivolte e violenze culminate nell’incendio della Gendarmeria  della Guardia Nazionale.
Una fonte a Ganosh ha sottolineato che “L’esercito aveva sparato diversi colpi in aria per disperdere un gruppo di cittadini, marciava venerdì sera e sabato nel centro della città per protestare contro la disoccupazione dilagante tra i loro figli, e la mancanza di interesse per i problemi del sociale del governo ad interim”.

L’incendio della gendarmeria sarebbe avvenuto al culmine delle manifestazioni di intensa protesta quando un certo numero di persone del centro ha circondato a Zanosh la caserma della Guardia Nazionale per chiedere la liberazione dei detenuti  prima di dargli fuoco

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