Dai documenti pubblicati da Assange emerge un nuovo scandalo che riguarda i rapporti tra la Cia e Al Jazeera.
Daniele Cardetta,22 settembre 2011-
Julian Assange, con la pubblicazione dei suoi documenti, ha scatenato un nuovo scandalo. Questa volta nell’occhio del ciclone sarebbero finiti i rapporti torbidi tra la Cia e alcuni esponenti del giornalismo internazionale. Il direttore generale di “Al Jazeera“, uno dei colossi dell’informazione nei paesi arabi, si è dimesso proprio a causa della fuga di notizie che lo ha visto implicato in rapporti poco chiari con i servizi segreti americani.
Non troppo tempo fa, “Al Jazeera” era stata inserita nella lista dei canali di informazioni considerati “cattivi” da Washington. Tuttavia la Casa Bianca ha progressivamente cambiato opinione e strategia nei confronti del network, tanto che recentemente il suo giudizio è diventato positivo. Questo confermerebbe quanto rivelato da Wikileaks, secondo cui il direttore generale di Al Jazeera, Wadah Khanfar, sarebbe legato a doppio filo con la Cia. A prendere il suo posto potrebbe essere lo Sceicco Ahmed bin Jjassim Al Thani, un dirigente della Qatargas e un membro della dinastia regnante.
Il governo americano ha cominciato a osservare “Al Jazeera” in tempi non sospetti, ancora prima che venisse resa operativa anche con un canale in lingua inglese. Di più, la Casa Bianca avrebbe anche criticato aspramente “Al Jazeera” per via delle notizie considerate un pò troppo partigiane e appiattite sulle posizioni politiche qatariote.
Ma quindi quando sarebbe avvenuta la svolta nei rapporti conflittuali tra la televisione qatariota e Washington? sono in molti a pensare che il momento critico in questo senso sarebbe stato rappresentato dalla rivolta di Piazza Tahrir al Cairo, passata alla storia come uno degli spartiacque della cosiddetta “Primavera araba“. Fu a cominciare della rivolta egiziana che “Al Jazeera” ha cominciato a ricevere attestati di stima negli Stati Uniti, tanto che da tv partigiana e poco affidabile è stata invece considerata una “real media”, probabilmente perchè ha cominciato attivamente a supportare una serie di cambiamenti di regime molto graditi a Washington. Sono in molti, dopo le rivelazioni di Wikileaks, a vedere sotto una nuova luce le dure accuse fatte dal presidente venezuelano Hugo Chàvez in occasione della presa della Piazza Verde a Tripoli, quando aveva accusato Al Jazeera di aver allestito un immenso set cinematografico in Qatar dove filmare immagini che sarebbero poi state passate per vere.
Alla luce di tutto questo le parole pronunciate dal Segretario di Stato Hillary Clinton qualche tempo fa non possono che sollevare nuovi, pressanti dubbi. La Clinton infatti aveva dichiarato che “Al Jazeera” sarebbe ormai un opinion leader capace di cambiare la mente e le attitudini della gente.
I rapporti tra servizi segreti e televisioni aprono quindi nuovi interrogativi riguardo alle guerre moderne di questo XXI secolo; guerre che non si combattono solamente sul campo, ma anche con l’ausilio delle nuove tecnologie. Il potere dei media è stato già adeguatamente sviscerato negli anni passati, ma il continuo progresso delle infrastrutture tecnologiche rende possibili sempre nuovi scenari, ancora più inquietanti. Chi possiede il controllo dei media, in sostanza, finisce per poter quasi modificare a piacimento la realtà; e dell’importanza di questo novo mezzo sembrano essersi accorti in tanti.
Fonte:
http://www.articolotre.com/2011/09/wikileaks-il-direttore-di-al-jazeera-sarebbe-un-uomo-della-cia/35272
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