Il 9 marzo 2020, la Camera d’appello della Corte penale
internazionale (“ICC” o “Corte”) ha confermato all’unanimità la
ricevibilità della causa contro Saif Al-Islam Gheddafi dinanzi alla
Corte e ha respinto il suo ricorso contro la Camera preliminare I decisione che respinge la sua contestazione sull’ammissibilità della presente causa.
La Camera di appello ha ricordato che la Corte è “complementare alle
giurisdizioni penali nazionali”. Un caso è inammissibile quando una
persona “è già stata processata” e
nessuna persona “che è stata processata da un altro tribunale” per
crimini sotto la giurisdizione della CPI deve essere processata dalla
CPI in relazione allo stesso comportamento. Nel riesaminare la
decisione della Camera di prova, la Camera di ricorso non ha riscontrato
alcun errore e ha concordato con la sua interpretazione dello Statuto
di Roma, indicando che la decisione emessa da una giurisdizione
nazionale deve essere definitiva prima che un caso possa essere
dichiarato irricevibile.
Dopo aver esaminato le osservazioni della Difesa, del Procuratore,
delle vittime, del governo libico e di altri, la Camera di appello ha
riscontrato che la Camera di prova non ha commesso errori nel concludere
che la sentenza libica del 28 luglio 2015 contro Gheddafi è stata
pronunciata in contumacia . Ciò è supportato anche dalle
osservazioni del governo libico all’ICC. Pertanto, ai sensi della legge
libica, la sentenza della Corte di Tripoli non può essere considerata
definitiva. La Camera di appello ha inoltre concordato con la decisione
della Camera di prova I che la legge libica n. 6 (2015) in materia di
amnistia non è applicabile ai crimini per i quali il sig. Gheddafi è
stato condannato dal tribunale di Tripoli. Di conseguenza, la Camera
d’appello respinge l’appello di Gheddafi.
La Camera d’appello è composta dai giudici Cile Eboe-Osuji,
Presidenti, Howard Morrison, Piotr Hofmański, Luz del Carmen Ibáñez
Carranza e Solomy Balungi Bossa. Il giudice Eboe-Osuji e il giudice
Bossa accolgono congiuntamente un’opinione separata. Il giudice Ibáñez
Carranza, a tempo debito, presenterà un’opinione separata a questa
sentenza, relativa alla questione delle amnistie e del diritto
internazionale.
La Difesa di Gheddafi e il Consiglio Supremo delle Città e Tribù
libiche, avevano precedentemente esortato la Corte a tornare ai principi
fondanti della complementarità e a consentire agli Stati “il primato
sui crimini insorti nella loro giurisdizione, chiedendo di non
interferire con i processi interni fintanto che lo Stato interessato ha
indagato, perseguito o ha processato il caso”. A tale proposito, hanno
sostenuto che non è compito della Corte penale internazionale “sedersi
in giudizio” davanti al tribunale nazionale, in quanto la Corte penale
internazionale non è la Corte suprema della Libia. Continuando, hanno
sostenuto che “qualsiasi interpretazione del regime di complementarità
che impone a questa Corte di approfondire troppo la legge libica
potrebbe forse vanificare lo scopo “in particolare perché un simile
approccio costituirebbe un’intrusione indebita sulla” sovranità
nazionale”.
Lo sceicco e dignitario Ali Abu Sbeha, capo del Consiglio delle Tribù
del Fezzan, e la presidenza del Consiglio Supremo delle Tribù e delle
Città libiche hanno dichiarato che “la decisione della Corte penale
internazionale costituisce una violazione della sovranità libica perché
la magistratura libica ha emesso una sentenza in materia, e Saif
al-Islam è coperto dalla legge generale sull’amnistia”. Abu Sbeha ha
espresso la sua netta condanna per la posizione del Governo di Accordo
Nazionale (GNA) al riguardo, affermando che questo dovrebbe lavorare per
riunire il popolo libico, in particolare considerando che Saif Al-Islam
è estremamente popolare in Libia, chiedendo di superare le questioni in
sospeso dal 2011 ed attivarsi per una reale riconciliazione nazionale
che non può essere ostruita da organismi internazionali.
L’anziano ritiene che la posizione del Governo che oggi controlla
solo parti di Tripoli e Misurata, lo rende ancora una volta un
avversario del popolo libico, specialmente da quando il ministro della
Giustizia dello stesso Governo aveva prosciolto da ogni accusa il figlio
del rais.
Preso da: https://specialelibia.it/2020/03/11/la-corte-penale-internazionale-continua-ad-interferire-in-libia-rigettato-lappello-di-gheddafi/
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