19 / 4 / 2017
"Non vogliamo scegliere tra un padrone crudele e uno benevolo, semplicemente non vogliamo padroni." Subcomandante Insurgente Galeano
Dal
12 al 15 aprile il CIDECI Unitierra di San Cristobal de las Casas si è
nuovamente riempito di zapatisti e di aderenti alla Sexta Declaración de
la Selva Lacandona. L'occasione è stata il seminario dal titolo "I muri
del capitale, le crepe della sinistra", a cui hanno partecipato in
veste di ospiti Don Pablo González Casanova, María de Jesús Patricio
Martínez (CNI), Paulina Fernández C., Alicia Castellanos, Magdalena
Gómez, Gilberto López y Rivas, Luis Hernández Navarro, Carlos Aguirre
Rojas, Arturo Anguiano, Sergio Rodríguez Lascano, Christian Chávez (CNI)
y Carlos González (CNI). Questo incontro si inserisce nel percorso di
avvicinamento alle elezioni politiche messicane del 2018, a cui EZLN e
CNI hanno deciso di partecipare candidando una donna indigena. La
prossima tappa si terrà, sempre in Chiapas, dal 26 al 28 maggio quando
saranno annunciati il funzionamento, i propositi e i vincoli del
Consiglio Indigeno di Governo, e se ci saranno le condizioni anche la
candidata: portavoce dei popoli indigeni e di quanti si riconoscono nel
percorso di ribellione dal basso a sinistra proposto dall'EZLN e dal
CNI.
Il seminario si è aperto con un messaggio chiaro è
inequivocabile al nuovo presidente degli Stati Uniti, letto nelle
diverse lingue indigene e tradotto dallo stesso Galeano: Fuck Trump.
Terminati
i "saluti", Galeano ha iniziato la discussione rivolgendosi a quanti
definiscono lo zapatismo anacronistico: il tempo dei ribelli non è
scandito da orologi digitali o da "smartwatch" ma da una clessidra con
cui gli zapatisti riescono a vedere il tempo trascorso, cercando di
comprenderlo, e anche il tempo che verrà. Il tempo trascorso lo racconta
poi il Subcomandante Moisés il quale apre il suo intervento narrando il
lungo elenco di abusi, violazioni e sfruttamenti che gli anziani
zapatisti hanno tramandato. Il mondo, secondo Moisés, sempre più spesso è
organizzato in fincas (grandi latifondi) piuttosto che in paesi; e
nelle fincas sono i padroni quelli che comandano, mentre il potere dei
governi si è ridotto alla sola amministrazione della finca stessa. La
prima giornata si conclude ancora con il Subcomandante Galeano che cita
alcuni vecchi scritti del defunto Marcos in merito alla rivoluzione
cubana, che ha rappresentato una grande novità nelle lotte dei popoli
dell'America Latina e la prima sconfitta per l'imperialismo
nordamericano. Quella vittoria è una prima crepa nel muro del capitale.
Nella
giornata successiva si sono susseguiti l' antropologo Gilberto López y
Rivas, Thomas Hansen, Sergio Rodríguez Lascano, Carlos Aguirre Rojas,
Arturo Anguiano e il Subcomandante Insurgente Moisés. In questa seconda
giornata gli interventi si sono focalizzati nell'analizzare le forme di
governo esistenti. Per l'antropologo Lopez y Rivas il mondo di oggi si
caratterizza per vivere in un terrorismo di stato globale, sostenuto da
una governance globale che è in guerra contro i popoli. Viviamo nel
fascismo del XXI secolo il cui simbolo è Trump. Nemmeno i governi
definiti progressisti dell'America Latina sono esenti da critiche:
Rodriguez Lazcano, Antonio Anguiano e Carlos Aguirre sono concordi
nell'affermare che questi governi non hanno niente di sinistra, sono
spesso dichiaratamente neoliberisti o al massimo social liberisti e
soprattutto non sono liberi né da corruzione né da clienteralismo. La
giornata si conclude con il Subcomandante Moisés che invita tutti ad
appoggiare i migranti, tra i soggetti più colpiti dalla repressione
neoliberista.
Il terzo giorno del seminario "I muri del
capitale, le crepe della sinistra" ha visto la partecipazione in
qualità di relatori di Paulina Fernández, Magdalena Gómez, Alicia
Castellanos, Luis Hernández Navarro e del Subcomandante Galeano. Durante
questa sessione si è affrontato il tema della proposta dell'EZLN e del
CNI di candidare una donna indigena alle elezioni presidenziali del
2018. Per Paulina Fernandez la sinistra elettorale è stata cooptata e
integrata al sistema politico messicano, abbandonando principi e valori.
La proposta dell'EZLN e del CNI non può quindi dividere una sinistra
già frammentata. Secondo Alicia Castellanos le critiche della classe
politica verso la proposta della candidata indigena evidenziano razzismo
e sessismo latente e ignoranza e disinformazione rispetto all'EZLN, al
CNI, alle autonomie e al Consiglio Nazionale Indigeno.
Luis
Hernandez Navarro ha messo invece in risalto le lotte e i movimenti che
in tutto il territorio nazionale resistono al capitalismo. Un ruolo
fondamentale, non solo in Messico, lo giocano le donne: “La colonna
vertebrale di tutti i movimenti contro il capitalismo e lo stato sono le
donne”. Tra i tanti soggetti in resistenza, oltre al movimento
femminista che vive in questo periodo un'importante stagione di lotta
nelle pratiche del "ni una menos", ci sono il movimento indigeno e le
resistenze socioambientali, il movimento studentesco, il movimento degli
insegnanti, il movimento per la presentazione con vita dei
desaparecidos, cresciuto e rafforzatosi con la vicenda Ayotzinapa. Le
parole conclusive della terza giornata di seminario sono state del
Subcomandante Galeano, il quale ancora una volta segnala che il
desiderio degli zapatisti è di rendere la loro lotta internazionale,
visto che dolore, rabbia e ribellione non hanno frontiere e che la lotta
contro il capitalismo è da intendersi come lotta mondiale.
L'ultimo
giorno di seminario sono intervenuti Christian Chávez, Carlos González e
María de Jesús Patricio Martínez (tutti e tre del Congreso Nacional
Indígena), Pablo González Casanova e il Subcomandante Insurgente Moisés.
La quarta e ultima giornata del seminario è entrata nel merito della
proposta di candidare una donna indigena alla guida del paese. Per
Christian Chavez il paradiso capitalista di pochi è basato sulla
distruzione di tutto il resto; questa distruzione si dà attraverso le
"quattro ruote" del capitalismo: disprezzo, spoliazione, sfruttamento e
repressione. Questa è la realtà delle comunità indigene, attaccate dalle
imprese multinazionali estrattive, dallo stato e dal crimine
organizzato. La proposta dell'EZLN e del CNI si propone di passare al
contrattacco. Carlos Gonzalez segnala che la guerra che vivevano i
popoli originari la vive ora tutto il paese. Per questo è il momento di
lanciare un’iniziativa capace di costruire un’alleanza tra tutti i
popoli sfruttati ed emarginati. Alcuni obiettivi di questo processo sono
infatti: rendere pubblica la guerra contro i popoli indigeni; rendere
pubblici i problemi dei popoli indigeni e fare in modo di collocarli
nell’agenda politica nazionale; dare protezione ai membri del CNI e
delle altre resistenze colpiti dalla repressione; fare in modo che il
CNI cresca come forza di fronte alla minaccia dello stato; creare uno
spazio di dialogo tra indigeni e non indigeni, tra popoli sfruttati che
si definiscono anticapitalisti. EZLN e CNI tenteranno l’incursione
formale nel processo elettorale, tuttavia senza cadere nella trappola
del voto fine a sé stesso ma utilizzando la campagna elettorale come
tribuna per denunciare e generare un processo organizzativo nazionale e
internazionale, anticapitalista, dal basso a sinistra.
"La
struttura di questo paese è pensata senza le donne." Maria de Jesús
Patrucio Martínez (del CNI) ha aperto così il suo intervento, ponendo
poi l'accento sul ruolo della candidata indigena nella lotta di genere. A
chiusura il sociologo Don Pablo González Casanova, ha affermato che la
lotta dell'EZLN è l'inizio di un progetto di democrazia universale. La
conclusione dei lavori è del Subcomandante Moisés. Il portavoce
dell'EZLN afferma che è necessario sotterrare il capitalismo; ma per
fare questo indigeni e non indigeni devono unirsi e organizzarsi. È
questo in definitiva che la proposta dell'EZLN e del CNI cerca: non voti
ma organizzazione, una trama di resistenze e ribellioni capace di
affrontare l'arrivo della tormenta, che già incombe sulle nostre vite e
che promette di essere sempre peggiore.
Elenco video degli incontri:
12 aprile sessione 1 https://youtu.be/PIVMKa7vw-8
13 aprile sessione 2 https://youtu.be/VF-3qJVEKh4
13 aprile sessione 3 https://youtu.be/1pVXpno4NpE
14 aprile sessione 4 https://youtu.be/Xwe_FWx4kTM
14 aprile sessione 5 https://youtu.be/YPi5Mt9XPPQ
15 aprile sessione 6 https://youtu.be/MZSgxtrAzT0
*** È
attivista del Centro Sociale Rivolta di Marghera e dell’associazione Ya
Basta! Êdî bese! con cui ha organizzato numerose carovane in Messico e
collaborato alla realizzazione di progetti di solidarietà con le
comunità indigene zapatiste, tra i quali il progetto El Estadio del Bae,
Agua Para Todos e Que corra la voz. Saltuariamente racconta su
Sportallarovescia il doping nel ciclismo. Nel tempo sottratto alla
libertà dal capitalismo, fa l’educatore a ragazzi con disabilità. Quando
può cammina domandando per il mondo...
Preso da: http://www.globalproject.info/it/mondi/i-muri-del-capitale-le-crepe-della-sinistra/20766
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