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venerdì 20 febbraio 2015

TUTTO COME PREVISTO: Libia, ambasciata agli italiani: "Lasciate il Paese". Governo pronto a intervento con l'Onu

La rappresentanza diplomatica invita nuovamente i connazionali ad abbandonare provvisoriamente il paese. Le forze Is conquistano Sirte: appello di al-Baghdadi da una radio locale, mentre le milizie attaccano altri due pozzi petroliferi. Rapiti 21 egiziani copti

13 febbraio 2015
ROMA - L'ambasciata d'Italia a Tripoli invita i connazionali a lasciare "temporaneamente" la Libia. L'indicazione, già data il primo febbraio dalla Farnesina sul sito www.viaggiaresicuri.it, viene rinnovata nel giorno della conquista, da parte dell'Is, di una stazione radio nella città di Sirte. Al caos libico il governo italiano guarda con grande preoccupazione: "L'Italia è minacciata dalla situazione in Libia, a 200 miglia marine di distanza", dice il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a SkyTg24 commentando le "notizie allarmanti" sulla presenza dell'Isis a Sirte. E ancora: "Al di là delle drammatiche vicende dell'immigrazione, con una terribile situazione di sfruttamento, la Libia è uno Stato fallito, e l'Is può avere un buon gioco. L'Italia insieme all'Onu promuove una mediazione tra le diverse forze, se non si ottiene l'obiettivo bisogna ragionare con l'Onu sul da farsi. L'Italia è pronta a combattere nel quadro della legalità internazionale, non possiamo sottovalutare la minaccia, in una situazione che si sta deteriorando".

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I jihadisti della filiale libica dello stato islamico (Is), infatti, hanno formalmente preso il controllo di Sirte, a 500 chilometri a est di Tripoli, tanto da istituire il loro quartier generale in un edificio nella zona centrale. Inoltre, un gruppo di appartenenti allo Stato Islamico ha fatto irruzione e assunto il controllo di Radio Sirte, una stazione radiofonica dell'omonima città costiera. La conferma viene da alcuni siti internet vicini ai jihadisti su cui sono state pubblicate foto in cui appaiono guerriglieri negli studi armati di kalashnikov.

Da quel momento, l'emittente ha cominciato a trasmettere proclami del portavoce della formazione, Abu Mohammed al-Adnani, e discorsi di al-Baghdadi. A seguito di questi eventi, si pensa che nelle prossime ore, la città possa essere dichiarata parte del "Califfato" e la radio usata per comunicare le nuove regole alla popolazione. Se ciò dovesse avvenire, sarebbe la seconda città libica a fare parte dello Stato Islamico, dopo la recente conquista di Derna.

Sirte, però, ospita anche altre formazioni terroristiche come Ansar al-Sharia e alcune milizie di Fajr Lybia. Non è chiara quale sia stata la reazione delle due entità, ma sicuramente l'Isis cercherà di inglobarle sotto la sua ala o al massimo di renderle degli alleati per evitare di dover combattere su più fronti. La conquista della città è stata resa possibile dall'assenza di una qualsiasi autorità di governo dai tempi della rivolta contro Muammar Gheddafi. L'area è diventata roccaforte per diverse organizzazioni estremiste, che si sono spartite le varie zone.

Già presenti in Cirenaica, nelle scorse settimane gli affiliati allo Stato islamico hanno di recente preso di mira Tripoli e rivendicato l'attacco kamikaze all'hotel Corinthia del 27 gennaio, in cui sono morti almeno 5 stranieri. I media libici riferiscono di attacchi odierni ad altri due pozzi petroliferi, uno a El-Bahi nei pressi del terminal costiero di Ras Lanuf, e l'altro a el-Dahra, nel sud ovest. Ad Al-Bahi gli scontri a fuoco con le guardie del giacimento sono iniziati all'alba e in mattinata erano ancora in corso. Ad El-Dahra uomini armati dell'Isis hanno dato fuoco a una raffineria, definita "una delle più importanti" della zona di Sirte. Il 4 febbraio l'Isis, attraverso Ansar al Sharia, aveva attaccato un altro pozzo libico francese, al Mabrouk, a circa 170 km a sud di Sirte facendo almeno 10 morti.

Egitto evacua cittadini dalla Libia. Che la situazione si stia complicando lo conferma anche l'annuncio del presidente egiziano, Abdul Fattah al-Sisi, che saranno evacuati i suoi cittadini dalla Libia. La decisione è stata presa dopo la pubblicazione da parte dell'Isis/Isil di alcune foto che ritraggono 21 egiziani cristiani copti, rapiti a dicembre e gennaio proprio a Sirte. Le immagini, pubblicate sulla rivista Dabiq appartenente allo Stato Islamico, sono al vaglio degli investigatori per capire se siano reali e a quando risalgano. Vi sono ritratti i prigionieri con le mani legate dietro la schiena mentre marciano in fila indiana guardati a vista da uomini armati interamente vestiti di nero.

Come gli altri prigionieri del Califfato indossano le tute arancioni, usate dal movimento per ricordare i detenuti del carcere di Guantanamo. Nell'articolo a cui sono state allegate le foto si scrive che le 21 persone sono state rapite per vendicare il destino delle donne musulmane, torturare e uccise dalla Chiesa copta egiziana. Inoltre, si sottolinea che l'espansione del gruppo in Libia permette facilmente di catturare "i crociati copti". Da qui la decisione di evacuare tramite un ponte aereo i cittadini egiziani, la maggior parte dei quali lavora nel paese nel settore delle costruzioni

Questo è uno dei tanti articoli che si possono leggere in questi giorni, preso da: http://www.repubblica.it/esteri/2015/02/13/news/l_ambasciata_italiana_ai_connazionali_lasciate_la_libia-107233635/

Appare chiaro il motivo di tutto questo allarmismo, sono mesi che Gentiloni ed i suoi amici "europei" parlano di un intervento in Libia,( per carità dietro mandato ONU e bla bla bla), Lor signori hanno bisogno di nascondersi dietro la foglia di fico dell ONU, per nascondere le loro vergogne, cioè la voglia di colonialismo,mai sopita. Quando è risaputo che l' ONU è un burattino nelle mani degli USA, che guarda caso sono gia in Libia, ma senza gli intralci dei fastidiosi burocrati e funzionari ONU.
Allora, è strano che l isis abbia preso Sirte? aprite gli occhi gente, le cose non succedono MAI per caso.

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