Postato il Mercoledì, 20 agosto @ 13:03:21 BST di davide
DI HS
comedonchisciotte.org
La premessa
"Il ritmo generale del cambiamento ci sommerge. In ogni paese coloro che non sono in grado di comprendere il nuovo mondo, di adattarsi alla sua dinamica, diverranno i nemici violenti dei loro governi, dei loro vicini più fortunati e, in ultima istanza, degli Stati Uniti. Stiamo entrando in un nuovo secolo americano nel corso del quale diverremo ancora più ricchi, ancora più preponderanti dal punto di vista culturale e sempre più potenti. Susciteremo odi senza precedenti Non ci sarà la pace. Il ruolo che dovranno svolgere le forze armate americane sarà quello di rendere il mondo un luogo sicuro per la nostra economia. Per ottenere simili risultati ci toccherà assumerci la responsabilità fi un certo numero di massacri. Stiamo costruendo un sistema militare in grado di realizzare questi massacri."
Generale Ralph Peters
in un articolo dell'estate 1997 su "Parameters", trimestrale dello US Army Ar College
Mille e non più mille... E quando si "sfora"...
Nonostante non sia propriamente devoto e, nel mio intimo, coltivi una sorta di sano agnosticismo, non posso nascondere la mia personale "simpatia" per il nuovo Pontefice che, chiamato all'arduo e difficile compito di rinnovare un'istituzione religiosa millenaria gravemente scossa da scandali come quello della diffusione della pedofilia nel clero e quello della disinvolta gestione dello IOR, la tristemente nota "Banca vaticana", sta tentando di riportare al Chiesa allo spirito originario, più compatibile all'orientamento conciliarista voluto da Papa Giovanni XXIII, sia con atti simbolici che concreti. Si diceva, un compito non invidiabile che, però, Papa Bergoglio, dopo appena un anno di pontificato, sta svolgendo in maniera eccelsa, cercando di depurare i precetti della Chiesa dal desueto dogmatismo in materia di vita privata e sessuale – si veda il mutato atteggiamento nei confronti dell'omosessualità – e riportando al centro le tematiche relative alla sfera sociale. Inoltre credo non si possa eccepire sulla sua sincerità nell'operato ancor più gravoso a favore della pace, come ha testimoniato l'appello e la chiamata delle maggiori autorità religiose in Terrasanta e dei vertici statuali e amministrativi di Israele e della ANP.
Devo quindi confessare che l'attuale intervento di Papa Bergoglio sulla proliferazione di guerre e conflitti in tutto il pianeta, mi ha lasciato un senso di amarezza e delusione, come se, il Pontefice avesse lasciato in sospeso un discorso che, nelle sue premesse, avrebbe meritato le ovvie e consequenziali conclusioni... Tuttavia bisogna tenere conto della sua delicata posizione che, oltre a incarnare un universo etico e morale, riveste anche una dimensione politica e diplomatica che non può non trascurare le implicazioni immediate e concrete di ogni gesto e di ogni parola.
Ma, vediamo quel che ha manifestato più o meno chiaramente Papa Bergoglio...
Innanzitutto ha esordito con quel che un pugno di analisti, giornalisti e commentatori suole ripetere da ben più lungo tempo, sostenendo che, sia pure "a pezzi", è in corso una "Terza Guerra Mondiale" senza tuttavia precisare chi sono i contendenti di questo conflitto che si sviluppa per "germinazione". E, infatti, a scorrere le carte geografiche, ci si avvede che i focolai di guerra e conflitto sono molteplici e presenti in pressochè tutti i continenti esistenti. La guerra è rientrata dalla porta principale in Europa con il conflitto ucraino, mentre in Medio Oriente non è mai cessata e, anzi, assume forme sempre più cruente e brutali... Gaza, Iraq, Siria, Libia, senza dimenticare l'instabilità dell'Egitto e la situazione a dir poco problematica di un paese devastato come l'Afghanistan. L'Africa è da sempre il teatro di "conflitti locali" di inaudita violenza – si pensi, innanzitutto, alla Nigeria, alla Somalia, al Congo, ecc... - mentre l'Estremo Oriente promette scintille da non sottovalutare per la presenza di un colosso economico e militare come la Cina e per l'annosa questione "coreana". Anche nei periodi più oscuri della "Guerra Fredda" – quando i conflitti delle superpotenze o grandi potenze venivano combattute per procura – non si è forse mai visto un tale florilegio assortito di bellicismo, inoltre i confini territoriali entro cui si affrontavano gli eserciti regolari o irregolari erano ben tracciati e definiti. Sicuramente i processi di "globalizzazione" – e, qui, bisognerebbe intendersi sul significato di questa parola – hanno accentuato anche la concatenazione dei conflitti, senza soluzione di continuità. Eppure, guardando più freddamente e in maniera distaccata i fatti più recenti, è veramente difficoltoso stabilire un nesso, una relazione fra i vari teatri di guerra. Che cosa li accomuna ? Che cosa li "avvicina" ?
Porto un grande rispetto per il clero e i dottori della Chiesa, perchè, aldi là dei consueti pregiudizi, sono ancora le persone più acculturate, molto più acculturate di leader politici e capi di Stato che, nella loro infinita ignoranza delle cose del mondo, si sono rifugiati nelle alchimie dell'economia e della finanza, lasciate alle cure di chi se ne intende. Se Papa Bergoglio ha usato quell'espressione – Terza Guerra Mondiale – lo ha fatto con cognizione di causa: operano soggetti presenti in tutti – o quasi tutti – i conflitti, forse anche per interposta persona.
Proseguiamo...
In quanto massima autorità della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana, il Pontefice non può chiudere gli occhi di fronte ai barbari eccidi, ai massacri e alle brutalità perpetrate nei confronti delle popolazioni cristiane, soprattutto in Medio Oriente e in Africa. La più recente tragedia nelle regioni Settentrionali dell'Iraq, con l'inarrestabile avanzata del sedicente Califfato Islamico dell'Iraq e del Levante, non poteva rimanere inosservata e non poteva essere taciuta dal Papa. Da giorni sono giunte notizie inenarrabili sulle conseguenze delle conquiste del Califfato e sulle persecuzioni e atrocità patite dai cristiani, dagli yazidi e dagli stessi musulmani che, evidentemente, non rispondono a determinati criteri di "purezza". Così Papa Bergoglio ha espresso il chiaro invito a fermare "l'aggressore brutale e ingiusto" con i mezzi più adeguati. Una giustificazione non molto ortodossa – secondo la dottrina cattolica – di un'eventuale "guerra giusta o umanitaria" ? La legittimazione morale di un nuovo conflitto che mal si concilia con il più volte sbandierato "pacifismo cattolico" ? Non sembra, perchè, immediatamente, affonda una stoccata agli americani e ai loro alleati – "non si ferma bombardando" – rivendicando l'utilità di altri più efficaci strumenti, presumibilmente diplomatici. Memore forse della posizione del sofferente Papa Giovanni Paolo II nei confronti dell'imminente intervento militare angloamericano in Iraq (2003), invoca ora un'azione e risoluzione dell'ONU. Sicuramente la posizione del Pontefice è dettata dalla dottrina e dai principi morali, ma rivela una certa debolezza e inconsistenza... Innanzitutto, se è vero che l'avanzata del Califfato non si arresta semplicemente con i bombardamenti, l'invocazione della diplomazia appare semplicistico e diffcilmente può essere risolutivo. Tanto più che i guerriglieri del Califfato non sono noti per le loro capacità di ascolto e di comunicazione, ma non si sa mai... Per quel che riguarda l'ONU – troppo spesso è stato evocato come il "feticcio" che può risolvere e comporre controversie internazionali e conflitti, ma questa istituzione transnazionale – lungi dall'essere il vero e proprio "governo del mondo" – come vorrebbero molti fautori di una "globalizzazione democratica" – non è che lo specchio degli interessi e delle volontà delle cancellerie delle principali potenze mondiali sul panorama della politica internazionale. E che, in ultima istanza, contino soprattutto le voci delle grandi potenze del globo, è dimostrato dalla conservazione di un autentico privilegio come il "diritto di veto" riservato ai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, ovvero USA, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, vincitori della Seconda Guerra Mondiale. Inoltre è anche successo che autentiche operazioni belliche in grade stile venissero avallate, approvate e ratificate – anche ex post – dagli organismi dell'ONU. Valga per tutte, la "guerra lampo" in Afghanistan a ridosso dell'11 settembre...
In definitiva si ha l'impressione che, nel discorso del Papa, permanga una coltre di "non detto", di "dichiarato anche allusivamente, ma poi lasciato cadere...
Allora ripartiamo dall'Iraq, l'autentica culla dell'umana civiltà...
Dove affonda la civiltà, la civiltà affonda...
Per amor di Dio sgombriamo...
Sgombriamo il campo della discussione da qualunque pregiudiziale antiamericana, antisionista o antieuopea, in modo da eludere le gratuite e interessate accuse di essere "traditori dell'Occidente" o, peggio, di antisemitismo e, addirittura, di nazismo più o meno dichiarato...
Per favore dimenticate le parole di quel generale citato in premessa e immergiamoci nel contesto di guerra "civile" iraqena...
Riprendiamo la trattazione in maniera socratica, da ignoranti in cerca di risposte alle domande più ovvie e sensate...
HS
Fonte: www.comedonchisciotte.org
20.08.2014
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13807
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