3 dicembre 2020.
C’è chi riesce a costruire un business perfino attorno alla malattia. Come quello che si è costituito attorno al Covid. Dalla mancanza delle autorizzazioni necessarie per fare i test, ai test effettuati in ambienti non idonei: sono tante e variegate le bufale che hanno scovato i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e Sanità, durante il corso di questi mesi, in 285 laboratori di analisi privati e convenzionati con il Ssn. Però a rimetterci sono sempre i cittadini, che vengono anche additati di colpe e responsabilità che non hanno, che vengono privati delle libertà costituzionali (come quella di non poter lavorare) e che vengono addirittura lasciati soli, in balia delle difficoltà economiche.
“Le violazioni riguardano un po’ tutte le regioni”, si legge su Libero
quotidiano da cui riprendiamo la notizia. Dal Lazio alla Calabria, dalla
Lombardia all’ Emilia Romagna, nessuna risparmiata.
Di fatto “un
centro su 4” ha registrato illeciti: il “60%” è attribuibile all’
inosservanza di norme sul contenimento epidemico, il “15%” a violazioni
per test abusivi effettuati in ambienti non idonei. Tra gli illeciti più
clamorosi vi è quello per il mancato possesso delle autorizzazioni
necessarie per svolgere prelievi ematici e biologici.
“In ben 67 centri i militari hanno riscontrato irregolarità
contestando 94 violazioni penali e amministrative, per un ammontare di
145mila euro di sanzioni”, si legge tra le righe del giornale.
C’è
stato chi ha anche omesso o ritardato la comunicazione dei positivi, di
conseguenza, “chi era infetto non lo ha saputo e non si è isolato come
avrebbe dovuto, ma ha continuato ad andare in giro, al lavoro, in mezzo
alla gente come se niente fosse”. Questo caso interessa il 14% delle
sanzioni rilevate.
Nell’11% delle rilevazioni, invece, “i Nas hanno trovato locali poco igienizzati o strumenti sporchi”. Tutto il contrario di quanto ci viene costantemente ripetuto e predicaato da marzo a questa parte per evitare il più possibile di contagiare e farci contagiare.
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