
in alcuni paesi scandinavi, in Svizzera, in Croazia e – in parte – anche in Germania, questa operazione è venuta presto a scontrarsi con la solidità dei sistemi democratici e ci sono stati notevoli ripensamenti, se non addirittura dei chia
ritentativi di smarcamento. In altri paesi, come ad esempio in Italia, Spagna, Francia, Serbia e Bulgaria, l’operazione è stata invece portata avanti con maggiore forza e violenza. Questo è potuto avvenire sia per via di crescenti pressioni internazionali che grazie a sostanziosi incentivi economici provenuti da organizzazioni come il Fondo Monetario Internazionale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tutti i governi europei erano stati messi al corrente già dal mese di settembre del 2019 di cosa sarebbe successo, e hanno ricevuto enormi finanziamenti clandestini (nel senso di non ufficialmente dichiarati): una vera e propria pioggia di denaro, non certo destinata a finanziare e potenziare la sanità e gli ospedali, ma esclusivamente per dichiarare il lockdown e garantirne la tenuta attraverso un massiccio potenziamento delle forze dell’ordine.
Sono uno storico, uno scrittore e un giornalista freelance. È dallo
scorso mese di gennaio, con l’introduzione in Italia dello stato
d’emergenza da parte del governo di Giuseppe Conte, che mi sento in guerra, letteralmente catapultato notte e giorno in una trincea. Mi sento in guerra
non certo contro un “virus” o un nemico invisibile, ma contro un
governo totalmente eterodiretto da forze e poteri molto pericolosi che
hanno messo in scena un vero e proprio colpo di Stato globale,
finalizzato alla progressiva riduzione e cancellazione della democrazia,
della libertà e dei diritti civili, alla repressione di qualsiasi
dissenso e all’instaurazione di una dittatura mondiale
tecnocratico-sanitaria che definire di stampo orwelliano sarebbe un
complimento. Tale piano, che va avanti indisturbato già da molti anni e
che si pone purtroppo anche altri obiettivi molto più pericolosi, ha
coinvolto la maggior parte dei governi mondiali e alcuni europei in
particolare. Non tutti i governi europei si sono approcciati
all’Operazione Corona nello stesso modo, anche se, almeno nella fase
iniziale, l’hanno generalmente sostenuta, anche perché sapevano che
sarebbe stata funzionale a un reset finanziario globale dal quale non
volevano rischiare di restare esclusi.
Non sono in grado di sapere quale sia l’esatto ammontare di questi
finanziamenti, anche perché sono stati sistematicamente coperti da
segreto di Stato, e perché sono stati diversi da paese a paese. A
rompere la diga è stato il presidente della Bielorussia Aljaksandr
Lukashenko, che notoriamente si è sempre rifiutato di adottare nel suo
paese alcuna misura di emergenza, di lockdown o di “distanziamento
sociale”. In una riunione del governo bielorusso ha dichiarato di aver
ricevuto una cospicua offerta in denaro (92 milioni di dollari) da parte
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, affinché facesse «come in
Italia». Offerta che, dopo il secco no di Lukashenko, sarebbe stata in
poche settimane addirittura decuplicata: ben 940 milioni di dollari,
questa volta offerti dal Fondo Monetario Internazionale, accompagnati
dalla medesima richiesta: chiudere tutto e fare “come in Italia”. Non a
caso, dopo questa coraggiosa presa di posizione, Lukashenko è stato
demonizzato dalla “comunità internazionale”,
è stato accusato di brogli elettorali e stanno tentando di rovesciarlo
con una ridicola e meschina rivoluzione “colorata” finanziata da
criminali come George Soros e alimentata da personaggi di squallore,
servi del potere globalista, come Bernard-Henri Lévy.
Cosa si sarebbe impegnato a fare esattamente Aleksandar Vučić per quei soldi? Ho contatti nell’ambiente dell’intelligence, sia in Italia che in altri paesi, e mi hanno confermato che il governo italiano ed altri governi europei, incluso quello della Serbia, hanno ricevuto e accettato questi finanziamenti occulti. Non posso sapere con certezza come Aleksandar Vučić li abbia impiegati, ma so che in Italia sono stati destinati al potenziamento delle forze dell’ordine per la gestione e la tenuta del lockdown e per corrompere i media, affinché mantenessero alto il clima di paura per il “virus”. Molto probabilmente la stessa cosa è accaduta in Serbia, ma deve essere il popolo serbo a pretendere e a ottenere la verità. Se ci sono ancora in Serbia politici con le mani libere, devono trovare il coraggio di chiedere al loro governo quanto denaro ha realmente ricevuto e come lo ha speso. Sono stato uno dei primi giornalisti al mondo a denunciare tali questioni attraverso il sito www.databaseitalia.it. I popoli hanno il diritto di conoscere la verità.
Finanziamenti segreti per adottare il lockdown e per appoggiare la
psy-op dell’Operazione Corona sono stati offerti alla maggior parte
delle nazioni, a dimostrazione del fatto che si è trattato di un vero e
proprio colpo di Stato globale. Questo è accaduto in Canada, Australia,
America Latina, Medio Oriente, Asia e Africa. Molti leader africani, in
particolare i presidenti della
Tanzania, del Burundi e del Madagascar hanno pubblicamente denunciato
questi tentativi di corruzione e hanno preso le distanze
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dimostrandosì così molto più
liberi e coraggiosi dei leader europei. Sicuramente tutti i paesi dell’Europa
Sud-orientale hanno raggiunto simili accordi, compresi Romania,
Bulgaria, Albania, Montenegro e Macedonia, ma non conosco gli importi di
tali finanziamenti. In Grecia e a Cipro ci sono state maggiori
resistenze politiche, e la Chiesa Ortodossa ha avuto molto peso nella
difesa della democrazia e della libertà dei cittadini. Questa è una guerra contro i nostri diritti, contro la democrazia e per la distruzione della nostra stessa civiltà. Tutti i popoli d’Europa devono ribellarsi e lottare per il proprio futuro.
(Nicola Bizzi, “Sapevano del coronavirus dallo scorso autunno, il presidente serbo Vučić ha preso i soldi”, da “Database Italia” del 7 settembre 2020. «Sono passate poche settimane da quando il suo articolo in esclusiva per “Databaseitalia.it” ha fatto il giro del mondo», scrive Davide Donateo ricordando la denuncia di Lukashenko sottolineata da Bizzi, «scoperchiando il sistema con cui il Fmi è riuscito a “convincere” i governi ad entrare in lockdown, seguendo il modello italiano». In un’intervista rilasciata per l’importante sito serbo “Srbin.info”, Bizzi ha alzato la posta rivendicando la veridicità di ogni parola di quell’articolo, aggiungendo ulteriori dettagli. «Amo molto la Serbia, parlo la vostra lingua e ho studiato la vostra storia», dice Bizzi, editore di Aurola Boreale, rivolgendosi ai serbi. «Ho vissuto a lungo nel vostro paese negli anni ’90 e ho avuto l’onore di conoscere e incontrare Slobodan Milošević», aggiunge. «Ero molto amico di Dragoš Kalajić, un grande intellettuale, artista e patriota, e ho lavorato con lui per difendere nel mondo l’immagine e l’onore della Serbia»).
https://www.libreidee.org/2020/09/bizzi-governi-pagati-da-oms-e-fmi-per-imporre-il-lockdown/
Contributo illuminante al pezzo:
Il momento in cui il presidente serbo A. Vucic apprende da Trump che lui sta per spostare l’ambasciata della Serbia in Israele, a Gerusalemme:
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