di Cesare Sacchetti
L’ultima dichiarazione del viceministro della Salute, Sileri, è perentoria e non lascia spazio a dubbi su quale sia il vero obbiettivo di questa crisi da coronavirus.
“Bisognerà convivere con il distanziamento sociale e il virus fino al vaccino.”
Sulla realizzabilità del vaccino, si è espresso recentemente il virologo di fama mondiale Giulio Tarro che ha definito inutile una simile soluzione dal momento che potrebbero esistere differenti ceppi del virus e di conseguenza l’immunizzazione sarebbe completamente inefficace.
Ma il meccanismo che si è messo in moto non sembra avere nulla a che fare con l’effettiva tutela della salute pubblica. La crisi da coronavirus sta servendo sostanzialmente per instaurare un vero e proprio Stato di polizia dove il dissenso non è minimamente tollerato.
I lettori di questo blog hanno avuto modo di vedere già precedentemente quali interessi si nascondano dietro questa crisi, ma è utile ripercorrere tutti i passaggi per comprendere al meglio chi veramente sta beneficiando di questa pandemia.
La pandemia prevista a ottobre da Bill Gates e il forum di Davos
Il primo a predire una possibile pandemia da coronavirus, come già visto precedentemente, è stato l’istituto Johns Hopkins Centre nello scorso ottobre del 2019, due mesi prima che l’epidemia effettivamente scoppiasse a Wuhan, in Cina.
Il dottor Eric Toner, virologo dell’instituto di ricerca americano, ha realizzato una simulazione denominata Evento 201, finanziata da due soggetti: la fondazione di Bill Gates, la Bill and Melinda Gates Foundation, e il Forum Economico mondiale di Davos.
Lo studio in questione mostra delle similitudini straordinarie con quanto accadrà effettivamente nei mesi successivi.
In Evento 201, la pandemia non ha origine in Cina, ma in Brasile. L’agente virale che inizia a diffondersi nel Paese è un coronavirus, come in Cina, ed è il risultato di una mutazione da animale a uomo.
Nel caso brasiliano, la mutazione avviene dal maiale all’uomo, mentre a Wuhan, come è stato ipotizzato da alcuni virologi, la mutazione sarebbe avvenuta dal pipistrello all’uomo.
Il virus brasiliano, denominato CAPS, inizia a diffondersi rapidamente e nella ricerca del Johns Hopkins Centre, si inizia a prevedere lo scenario di realizzazione di un vaccino per poter prevenire il contagio da coronavirus brasiliano.
Bill Gates, come si è visto in altri articoli precedenti, ha un interesse molto marcato nello sviluppo dei vaccini, dal momento che, come lui stesso ha detto, ha investito considerevoli somme di denaro in questo settore ricavandone ingenti profitti.
Gennaio 2020: la pandemia non c’è ma Gates e Davos già lavorano per un vaccino
Tre mesi dopo Evento 201, a gennaio 2020, nel mondo non c’è ancora nessuna pandemia di coronavirus, ma nonostante questo si inizia già a lavorare alacremente a un vaccino contro il Covid-19.
Per una strana coincidenza, l’annuncio di uno sviluppo di un vaccino contro il coronavirus viene fatto proprio al Forum Economico di Davos dello scorso gennaio.
Per chi non avesse familiarità con questa organizzazione, è sicuramente utile ricordare che Davos è il gotha delle élite finanziarie internazionali che ogni anno puntualmente si riuniscono nella cittadina svizzera per decidere i destini della comunità internazionale.
Nel 2020, si è discusso proprio del vaccino contro il coronavirus, quando le possibilità che scoppiasse una pandemia globale erano ancora basse.
Questa ricerca è stata affidata a CEPI, acronimo che sta per Coalition for Epidemic Preparedness Innovations.
CEPI è una fondazione per la promozione dell’immunizzazione nel mondo. Il suo motto è “Nuovi vaccini per un mondo più sicuro.”
Se si dà uno sguardo al suo sito internet, si vede che i finanziatori di questa organizzazione sono sostanzialmente due: la Bill and Melinda Gates Foundation e il Forum Economico di Davos.
Quindi i soggetti che ad ottobre hanno finanziato la simulazione Evento 201 che prevedeva lo scoppio di una pandemia di coronavirus sono gli stessi che poi a Davos hanno finanziato lo sviluppo di un programma vaccinale per far fronte a questa pandemia.
I conflitti di interessi sono semplicemente macroscopici, ma soprattutto ci si chiede di quali doti divinatorie disponessero Bill Gates e il forum di Davos per immaginare che sarebbe scoppiata una pandemia di coronavirus.
Ad ogni modo, CEPI è già al lavoro e sta coordinando su scala globale la strategia di immunizzazione contro il Covid-19. A questo proposito, il 31 gennaio la fondazione finanziata da Bill Gates aveva già annunciato una collaborazione con CureVac, una casa farmaceutica tedesca, , seguito da un altro accordo con la casa farmaceutica britannica Glaxosmithkline a febbraio.
L’amministratore delegato, Richard Hatchett, due mesi prima che l’OMS dichiarasse ufficiale la pandemia di coronavirus, rilasciava questa dichiarazione.
“Data la rapida diffusione globale del ncov-2019, il mondo ha bisogno di agire velocemente e unito contro questa malattia.”
Dunque era già tutto pronto per arrivare a un vaccino, nonostante non si sapesse con che tipo di virus si avesse a che fare e le scarse possibilità di realizzazione, considerate le mutazioni dell’agente virale.
ID2020: il microchip per controllare la popolazione mondiale
Se dunque il vaccino non serve effittivamente a prevenire l’infezione, a cosa serve?
Per scoprirlo, occorre spiegare cos’è ID2020.
ID2020 è una partnership pubblica-privata finanziata principalmente, tra gli altri, da tre soggetti: Bill Gates, la Fondazione Rockefeller e GAVI, un’alleanza globale che sostiene l’immunizzazione, della quale sono membri la banca Mondiale e, ancora una volta, la fondazione di Bill Gates.
Come si vede, in questa storia, il ruolo del fondatore di Microsoft è cruciale perchè lo si incontra ad ogni passo.
ID2020 è un progetto che ha come obbiettivo lo sviluppo dell’identità digitale. Per identità digitale si intende anche la realizzazione di microchip che contengono tutte le informazioni personali di un cittadino.
Questo microchip è una tecnologia che si inserisce nel corpo umano, in forma sottocutanea, generalmente sotto la mano.
Inoltre non serve solo per registrare tutte le informazioni di una persona, ma anche per somministrarle un vaccino digitale.
La sua sperimentazione è già in fase avanzata, dal momento che in Texas i senzatetto sono stati già usati come cavie per l’utilizzo di questo nuovo strumento tecnologico.
Anche il governo del Bangladesh ha già annunciato la sua adesione al progetto dell’identità digitale.
Una simile tecnologia consentirebbe, tra l’altro, di tracciare tutti i movimenti di una persona che potrebbe essere localizzata all’istante in qualsiasi parte del globo.
Ma qual è il nesso tra ID2020 e il coronavirus?
E’ Bill Gates stesso a spiegarlo in un recente articolo pubblicato proprio dal Forum di Davos.
“E’ necessario investire nella sorveglianza delle malattie, per arrivare ad includere un archivio digitale istantaneamente accessibile alle organizzazioni più rilevanti con la previsione di regole che impongano ai Paesi di condividere le loro informazioni.”
La soluzione che propone il magnate americano è esattamente l’obbiettivo che vuole raggiungere ID2020.
Registrare digitalmente tutti i cittadini con ID2020 e vaccinarli attraverso questro strumento.
Se quindi ID2020 dovesse essere approvato, Bill Gates e la famiglia Rockefeller riuscirebbero ad avere praticamente il controllo totale della popolazione mondiale, ovvero il vero obbiettivo delle élite internazionali.
Il globalismo è un totalitarismo inedito nella storia dell’umanità e per nascere deve avere il controllo di ogni persona del pianeta, proprio perchè esso non si propone di dominare un solo Paese, ma praticamente il mondo intero.
La pandemia dunque si sta rivelando il meccanismo ideale per raggiungere questo scopo.
L’operazione infatti sta funzionando alla perfezione perchè la stragrande maggioranza delle persone sono completamente intimorite dalla campagna terroristica avviata dai media che intima loro di rinchiudersi in casa.
Gli elementi che ridimensionano la pericolosità del virus e gli scienziati, tra gli altri Tarro e Montanari, che hanno provato a spiegare come effettivamente l’emergenza sia stata gonfiata non trovano spazio alcuno.
Parlano solo i virologi del sistema che continuano con messaggi intimidatori a martellare la popolazione, già stordita da un’incessante campagna mediatica che ripete continuamente di “stare a casa”.
Una volta ridotta allo strenuo la resistenza della popolazione, provata psicologicamente e finanziariamente dalla clausura forzata, non sarà difficile per le élite internazionali somministrarle la “soluzione” voluta da esse.
Il vaccino sotto forma di microchip.
Quando usciranno di casa, le persone potrebbero trovarsi di fronte a questa scelta. Indossare il marchio del microchip ed entrare in questa nuova società completamente globalizzata, oppure rifiutarsi di entrare in questo sistema autoritario e difendere la loro libertà.
In ogni caso, non sarà una scelta facile.
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